Studenti e studentesse #25ott in piazza con i lavoratori e le lavoratrici. Non possiamo permetterci il futuro che vogliamo, chiediamo un cambiamento vero
Data: Giovedì, 16 ottobre 2014 ore 06:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Le
studentesse e gli studenti italiani il 25 ottobre scenderanno in
piazza con le lavoratrici e i lavoratori per dire che non possono più
permettersi un Paese che taglia loro il futuro. Viviamo in un paese che
negli ultimi vent'anni ci ha relegati ad una prospettiva di precarietà
e disillusione, che ha creato sfiducia nel presente e sfiducia nel
futuro, diciamo basta, chiediamo un Paese diverso. A otto anni
dall'inizio della crisi ancora una volta l'Italia ha deciso di non
investire sui giovani e sul futuro: non possiamo più permetterci di
vivere nella precarietà, è ora di cambiare veramente, misure come il
job act sono l'esempio evidente di come la realtà e le politiche siano
ben altre rispetto agli slogan di cambiamento che continuano a venderci
sui giornali.
Dichiara Alberto Irone, Portavoce Nazionale Rete Studenti Medi: "La
condizione nelle nostre scuole e nelle nosrre università è, oramai da
anni, molto critica. Ovviamente la dequalificazione dell'istruzione si
rispecchia anche nel mondo del lavoro. Gli studenti sono spinti sempre
di più ad abbandonare il percorso delle scuole superiori precomente o a
non preoseguire gli studi universitari per cercare un lavoro, precario
e senza tutele, poco qualificato. Noi vogliamo dire, con forza, che non
esiste sviluppo economico e non è possibile uscire dalla crisi senza
una "Buona Istruzione"."
Continua Gianluca Scuccimarra, Coordinatore Nazionale Unione degli
Universitari: "Dopo l'uscita del Provvedimento "La Buona Scuola", nel
quale non c'è un rilancio vero del ruolo dell'istruzione e nel quale
l'università non è minimamente presa in considerazione, lo 'Sblocca
Italia' mette a rischio più di 50.000 borse di studio, il Jobs Act sta
tentando di cambiare radicalmente anche il mondo del lavoro per come lo
vediamo adesso: precarietà, demansionamento, abolizione dell'articolo
18. E' questa la ricetta del governo per far ripartire il paese,
quando invece sappiamo da anni che l'unica maniera per uscire dalla
crisi è investire sul lavoro, crearlo, qualificare i lavoratori
attraverso l'istruzione, dargli lavori stabili per una stabilità
economica che possa far ripartire i consumi e l'economia tutta. I
giovani non vogliono un futuro precario, non possiamo permettercelo."
Conclude Irone: "Oggi più che mai vediamo come il mondo dell'istruzione
tutto e il mondo del lavoro siano strettamente collegati. Vogliamo
ripeterlo, non esiste la ripresa economica senza l'istruzione. E' ovvio
quindi che bisogna ritornare ad investire pesantemente nella scuola e
nell'università pubblica. C'è un'intera fetta di popolazione italiana,
studenti, giovani, precari, disoccupati e lavoratori che dicono no a
questi provvedimenti che non fanno altro che consegnarci un futuro
sempre più precario e nel quale istruzione, competenze professionali e
stabilità economica vengono considerati una zavorra più che un valore
aggiunto. Il 25 ottobre noi studenti ci saremo, per dire che non ci
possiamo permettere un futuro precario e privo di qualsiasi
prospettiva."
Al link la piattaforma di adesione alla manifestazione
Greta Chinellato - Addetto
Stampa UDU-Unione degli Universitari
stampa@unionedegliuniversitari.it
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