Giarre, assistenza alunni disabili
Data: Domenica, 12 ottobre 2014 ore 09:32:36 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Era la Provincia la grande assente all'incontro che si è svolto nei giorni scorsi al liceo classico "Michele Amari" di Giarre. All'indomani della diffida che le famiglie di cinque disabili gravi frequentanti l'istituto superiore hanno indirizzato al preside Giovanni Lutri, alla Provincia di Catania e, per conoscenza, all'assessore regionale alle Politiche sociali, Giuseppe Bruno, tutto è rimasto esattamente come prima. La vexata quaestio riguarda l'assistenza igienico-sanitaria fornita ai ragazzi: ragioni economiche fanno sì che per l'anno scolastico 2014/2015 la Provincia erogherà il servizio non più in rapporto 1 a 1, ma ogni operatore si occuperà di 4/5 alunni. Salvo che non venga decretata la necessità dell'assistenza individuale sulla base della gravità di handicap. Gravità che fino all'anno scorso è stata, di anno in anno, confermata.
A stabilire chi ha diritto all'assistenza in rapporto 1 a 1, da quest'anno c'è il Piano educativo individualizzato (Pei), un documento redatto da genitori e insegnanti in collaborazione coi sanitari che hanno formulato le diagnosi dei ragazzi. «Ma è un cane che si morde la coda - spiega un genitore - perché i nostri figli sono nelle stesse condizioni dell'anno scorso. E quindi non possiamo mandarli a scuola con un solo assistente ogni 3 ragazzi. Se non vanno a scuola, non potrà essere scritto il Pei. Senza Pei la Provincia non assegna l'assistente individuale e tutto ritorna al punto di partenza».
L'incontro al Liceo è stato organizzato dal preside al quale, nella diffida, le cinque famiglie chiedevano di attingere al Fondo di istituto per reperire le risorse necessarie al mantenimento dell'assistenza ai ragazzi: «Ma non posso farci niente - spiega - in quanto il Fondo di istituto (Fis) è una "cifra virtuale" per ampliare l'offerta formativa ed è indirizzata solo a docenti e non docenti interni alla scuola. Io non potrei mai pagare con il Fis persone che non appartengono all'amministrazione scolastica, così come sarebbero gli operatori. Né a scuola abbiamo, tra i nostri collaboratori, personale formato per l'assistenza igienico-sanitaria. Più che sollecitare la Provincia, davvero io non posso fare».
Quanto alla Provincia, «aveva mandato un rappresentante» ma «problemi tecnici gli hanno impedito di arrivare»; dal loro punto di vista, riferisce Francesco Schillirò, ragioniere generale dell'ente e dirigente delle Politiche sociali, «la cosa procede normalmente. Aspettiamo di ricevere i Pei e poi erogheremo l'assistenza secondo le disposizioni che riscontreremo nei documenti».
Per interrompere questo circolo vizioso, le famiglie stanno mandando a scuola i loro figli pagando di tasca propria gli assistenti igienico-sanitari o rimanendo essi stessi accanto ai loro ragazzi nelle ore scolastiche: solo così potrà essere stilato l'ormai celebre Piano educativo individualizzato senza il quale la Provincia non sa più se un ragazzo è ancora disabile grave oppure no e, di conseguenza, quanti assistenti assegnargli. Intanto, dai genitori è partito il ricorso al Tar per richiedere la sospensiva immediata dell'atto che prevede un assistente ogni tre disabili gravi e carrozzati e la conferma del rapporto 1 a 1 sulla base delle precedenti disposizioni».

Lorena Leonardi - La Sicilia 11 ottobre 2014





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2487430.html