Verso la Buona Scuola per le sfide di oggi
Data: Venerdì, 10 ottobre 2014 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
L’invito
a collaborare, partecipando alla consultazione, come momento attivo e
da protagonisti per apportare dei correttivi e miglioramenti
all’organizzazione scolastica, è stata ben accolto. Nei giorni scorsi
il Ministro Stefania Giannini ha detto: "Mi aspetto che tutto il Paese
s’interroghi sulle grandi questioni: dalla valutazione alla formazione
degli insegnanti, dalle nuove competenze al consolidamento delle grandi
competenze che l'Italia possiede, nella storia dell'arte, nella musica,
nelle discipline umanistiche, ma senza dimenticare le lingue straniere.
Vogliamo una scuola che risponda alle sfide di oggi".
A Catania, un gruppo di docenti dell’Associazione “Aquilante” e
“Umanità nuova” insieme con alcuni esponenti dell’UCIIM si è riunito
presso l’Istituto “Calvino” di Barriera-Canalicchio e nell’operatività
silenziosa di studio e di riflessione del documento del Governo e dopo
una lettura e illustrazione sintetica dei sei capitoli de “La Buona
Scuola” a cura del prof. Giovanni Morello, della redazione de “La
Tecnica della scuola”, i docenti, organizzati in piccoli gruppi
tematici hanno analizzato i diversi aspetti con la guida di un docente
tutor-animatore.
Una scheda sintetica in tre colonnne con le indicazioni degli aspetti
positivi del documento; delle criticità e aspetti da modificare e
migliorare; ed infine per indicare le proposte ed i suggerimenti da
consegnare, ha reso fruttuoso ed operativo il gruppo di studio,
efficace anche nella propositività degli esiti.
Tre le molteplici proposte che sono emerse appare significativo
segnalare come l’auspicata immissione in ruolo dei docenti precari e la
chiusura della graduatorie GAE, risponde ad un’auspicata attesa e
dovrebbe apportare migliore efficacia all’organizzazione delle singole
scuole, capaci di organizzare le attività utilizzando al meglio le
risorse dell’organico funzionale.
Ogni scuola nell’esercizio dell’autonomia potrà valorizzare le
competenze professionali dei docenti e rendere ancor più efficace il
processo di apprendimento e di crescita degli studenti.
Consapevoli della necessità della formazione e della valutazione del
personale per la progressione di carriera, si sono posti diversi
interrogativi circa i criteri e le modalità di composizione dei “nuclei
di valutazione d’Istituto, per i quali sarà indispensabile una
specifica e finalizzata preparazione al compito, evitando tensioni e
contrapposizioni.
Già le richieste dei genitori per la scelta della classe e degli
insegnanti è indicativa di una valutazione della professionalità del
docente che conquista consensi condivisi e diffusi e, dando per
accertato il merito dei docenti “bravi” l’analisi e le procedure
sembrano voler tendere a indicare le zone d’ombra, ed il “demerito”, ma
con l’intento di migliorarle. Ecco perché il paletto del 66% per le
incentivazioni economiche, e giunta nel conteggio del singolo istituto,
appare poco rispettoso della dignità professionale.
La progressione di carriera nell’esercizio della docenza dovrebbe
apparire ancor più evidente e non solo per gli aspetti economici che
seguono dei parametri standardizzati negli scatti triennali.
In merito ai crediti indicati nel documento, si è ritenuto opportuno
proporre un criterio di ripartizione assegnando il 55% ai crediti
didattici che documentano il lavoro svolto in classe nella quotidianità
con gli alunni per uno sviluppo di conoscenze e competenze; il 30% ai
crediti professionali, purché corrispondenti e resi funzionali ad un
miglioramento delle competenze didattiche, valorizzando la meta
riflessione e la meta formazione, ed il 15% da assegnare ai crediti
professionali, anche in considerazione che alcuni compiti sono già
coperti da finanziamenti, ancorché modesti.
La positiva valutazione dei docenti dovrebbe corrispondere al processo
di miglioramento della scuola, nelle diverse fasi di operatività.
I modelli valutativi del progetto Vales, Valorizza, PQM, ed anche la
strutturazione dei nuclei di valutazione Invalsi, potranno essere di
aiuto per favorire la ricerca di modalità operative nel difficile
compito della valutazione del docente.
Sulla così delicata questione “Non basta, infatti, un sondaggio, per
quanto esteso e raffinato, ad assicurare la qualità e profondità degli
apporti; né la consultazione “dell’intero paese” può ridursi a una
kermesse di fugaci esibizioni a valenza soprattutto mediatica” come si
legge in documento della Cisl, occorre un progetto che punti a rendere
più ‘buona’ la nostra scuola, restituendo senso e giusto valore al
lavoro che vi si svolge, dando chiarezza agli obiettivi, certezza e
credibilità delle risorse da mettere in campo, e indicare precise
scelte di priorità che si rendono indispensabili in un contesto di
difficoltà economiche.
In merito all’apertura delle scuole verso la nuova organizzazione delle
Fondazioni e dei conributi da enti esterni, si registrano delle
effettive difficoltà per i diversi contesti e culture che differenziano
il Nord ed il Sud.
Alcune zone di povertà e i cosiddetti “quartieri a rischio”
difficilmente potranno trovare sostegni e risorse da privati, perché
occorre modificare la cultura della scuola di servizio pubblico che
comprende anche le scuole paritarie.
In merito si è fatta la considerazione che alcune scuole paritarie che
hanno il marchio di “diplomificio” dove molti docenti prestano servizio
soltanto con il beneficio del punteggio del servizio, sono destinate a
chiudere, non vedendo più riconosciuto il punteggio che resta limitato
alla graduatoria di seconda fascia.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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