Un Premier che parla di licenziamento non è un vero leader politico!
Data: Giovedì, 02 ottobre 2014 ore 07:45:00 CEST
Argomento: Sindacati


Quando si parla di preparazione, competenze e professionalità nella scuola pubblica statale bisognerebbe elevare, premiare chi svolge la propria attività con grande passione e professionalità. Non dando l'elemosina di 60 euro ogni 6 anni come vuole fare Renzi. Ci sono molte eccellenze nella scuola pubblica statale che vivono nell'ombra perchè spesso vengono favoriti i lecchini deficienti e gli stupidi utili al dirigente...che fanno da tappo ad una scuola di qualità.
Fino al 2002 sono stato socio di una Srl che non c'entrava nulla con la scuola e in azienda c'era un clima di serenità e il rapporto con i lavoratori era di estrama lealtà e collaborazione. Si metteva il lavoratore nelle migliori condizioni di dare il massimo.
Oggi le aziende che hanno questa "mission" sono vincenti e si potrebbero definire un "modello Della Valle"... e non si parla mai di licenziamento perchè in quel caso si perderebbe di credibilità.
Matteo Renzi dovrebbe definire un piano di attività che valorizzi sia economicamente e sia professionalmente il personale della scuola statale, dei lavoratori del pubblico impiego e nel privato. Lo so qualcuno sta storcendo il muso... e si sta domandando come mai stia facendo analogie tra sistema azienda e scuola statale. Ribadisco che sono per una scuola pubblica laica statale di qualità e contrario all'ingresso ai privati negli istituti. Bisogna però imparare dai modelli positivi e capire se è possibile spostare il sistema di organizzazione del personale di un'azienda "vincente" all'interno delle scuole italiane.
In Italia mancano gli ispettori dipartimentali, sono meno di 100 ispettori tecnici non di materia in tutto il Paese. Si rende necessario ed urgente attivarsi per un nuovo concorso di almeno 10mila ispettori dipartimentali. Come si può parlare di premialità se non esistono le figure che devono premiare... perchè il mio è un discorso di qualità e non di punizione.Il Premier Renzi dovrebbe spiegare agli italiani la relazione tra la premialità e professionalità con la riduzione e il mancato investimento di risorse economiche nella scuola statale anche se Francesca Puglisi (PD) sta pubblicizzando la "Buona Scuola" come un'inversione di tendenza ma non è proprio così. Si riducono le supplenze, non si vuole più bocciare, si cancellano di fatto gli esami di stato, lasciando la commissione interna con un presidente esterno per risparmiare un miliardo di euro all'anno ma con un grave danno alla qualità della preparazione dello studente che fino ad oggi ha vissuto la bocciatura e  l'esame di stato come i primi veri test verso il mondo del lavoro e dell'Università, quel mondo che è tanto diverso dall'idee di Matteo.
Credo che "punire" con il licenziamento un dipendente debba essere visto come il capolinea di una società... l'ultima strada... non la prima.

Nella Costituzione Italiana non si parla di licenziamento, (art. 4) la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. (Art. 35) La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.

Solo così un Paese può uscire dalla crisi... partendo dalla Carta Costituzionale e rispettando i diritti dei propri cittadini non cancellarli.

prof. Paolo Latella - Membro dell'Esecutivo nazionale del Sindacato Unicobas scuola
paolo.latella@alice.it





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