Giancarlo Siani, sono 54 anni ...
Data: Mercoledì, 01 ottobre 2014 ore 07:30:00 CEST Argomento: Redazione
«Gianca’
scusami: sono in ritardo come al solito
-E per che cosa sei in ritardo?
Per il tuo compleanno. Che è stato il 19 settembre. Auguri
-Ma lo sai che mica ci tengo…, tenevo per queste cose. Eppoi adesso a
che servono gli auguri?
Dici che ho fatto tardi?
-Sì, esattamente come 28 anni fa… E mo’ non te ne uscire con la solita
scusa del lavoro, in quel giornaletto, il corrierino dei piccoli, come
lo chiamava quel poliziotto, quello che era il capo della mobile
nell’85…
-Immagino che avrà fatto carriera…
Sì, prefetto, poi senatore… Gianca’, ma che te ne importa… Fregatene.
-Eh no, caro mio. Se permetti dopo 28 anni un po’ incazzato potrei
esserci.
Ma perché?
-Perché… perché… perché se gli investigatori avessero creduto al potere
camorristico, se fossero scesi a fondo nelle indagini forse a quelli li
arrestavano per tempo e io adesso non parlavo così con te… facendo
queste interviste del cazzo. Per non dimenticare che le indagini sul
fatto mio imboccarono da subito una strada sbagliata.
Grazie per le interviste del…
-Prego!
Effettivamente c’è voluto parecchio per capire tutto.
-Parecchio, dici? 12 anni mescolati a quintali di stronzate, false
piste e veri depistaggi e depistatori.
Però alla fine ci sono arrivati.
-Grazie a quel giudice… come si chiama?
Armando D’Alterio
-Esatto, uno tosto, pignolo, scrupoloso, e quella manciata di
poliziotti, l’ispettore di Torre Annunziata, il capo del commissariato
e il vice…
Problemi con i nomi, Gianca’? L’ispettore è Auricchio, gli altri sono
il questore Larotonda e il vicequestore Iezza…
-I legami terreni si perdono. Quasi tutti. Per esempio quelli di sangue
no.
Di me però…
-Tu sei capace di rompermi le balle anche qui… come facevi allora, eh
eh! E uno scassaballe come te non si dimentica… facilmente.
Modestamente
-Anche come arbitro eri un fetente…
Lasciamo perdere… Sai che al giornale stanno organizzando il tuo Premio
e una manifestazione per la legalità?
-Sì sì: c’è Paolo e Daniela, una cara ragazza. Era stata presa da poco
al giornale. E poi so che in tanti stanno scrivendo su di me, ma
proprio non li conosco o non li ricordo.
Forse più probabile che non li hai mai conosciuti, anche se tanti
giurano di aver lavorato gomito a gomito con te.
- Non ricordo…. Sarà il tempo, l’età, la condizione.
Daniela però la ricordi?
-Sì perché fu l’ultimo volto amico che vidi quel giorno. Prima vidi
Francesco e Giampaolo… Lei fu l’ultima. E anche tu avrai scritto…
No!
-E perché?
Perché giustamente io non ero al giornale, allora, ma a quell’altro,
Napolinotte
-Il corrierino, è vero… Però tutto il «dopo» l’hai vissuto, anche al
giornale attuale.
Sì, ma è meglio lasciare i riflettori agli altri, almeno così, un
domani, potranno parlare di qualcosa.
- A proprosito: quanti anni…?
Ventotto…
-No, il compleanno
Sono 54
- Per me…. sarebbero stati 54, per te lo sono. Comunque ne è passato di
tempo. Ma tu sei più vecchio di me.
Solo di sei mesi…
-E dimmi: sei sposato, hai figli?
Sì, sposato e ho due figli.
-Sai, Mauri’, mi sarebbe piaciuto essere zio, padre…marito… nonno, e
poi anche giornalista.
Sappi che per Paolo, la moglie e i suoi figli tu sei con loro ogni
giorno: vivi nelle loro azioni, nei ricordi, nei loro impegni sociali.
-Già ma a me 28 anni fa…
T’hanno rubato i sogni, le speranze…
-No, Mauri’, li avevo: me li hanno spenti. Statti bene che è orario,
ormai.
Che orario? Orario per che cosa?
-Per andare a casa. Cia’ Guaglio’
Ciao Giancarlo… Alla prossima se me la concedono…
-Credo ancora di sì. Abbiamo ancora tempo per qualche altra
chiacchiera… Quanto non lo so, ma ce n’è!».
Maurizio Cerino
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Giancarlo Siani era un giovane giornalista pubblicista napoletano,
ucciso dalla camorra. Da giovane aveva frequentato con ottimo profitto
il liceo classico “Giovanbattista Vico” dove, alla cultura
classico-umanistica aveva affiancato quel fermento politico dei
movimenti della sinistra studentesca, conosciuto come “i ragazzi del
77”, dal quale si distaccò per approdare ai movimenti non violenti. Sin
dall’Università aveva iniziato a collaborare con alcuni periodici
napoletani, mostrando sempre spiccato interesse per le problematiche
sociali del disagio e dell’emarginazione, ed analizzando il fenomeno
della criminalità organizzata e della camorra, in particolare. In
questo periodo iniziò la collaborazione con “l’Osservatorio sulla
camorra”, rivista a carattere socio-informativo, diretta da Amato
Lamberti, e successivamente al quotidiano “Il Mattino”, come
corrispondente da Torre Annunziata, presso la sede distaccata di
Castellammare di Stabia. Giancarlo si faceva voler bene per il suo modo
gioviale e allegro, sempre disponibile e pronto ad avere una parola per
chiunque, di conforto o di sprone, nella gioia e nella tristezza. Ed in
questo periodo Siani scese “in profondità” nella realtà torrese senza
tralasciare alcun aspetto, soprattutto quello criminale, che approfondì
con inchieste sul contrabbando di sigarette e sull’espansione economica
dei vari boss locali. Un’esperienza che lo fece diventare fulcro dei
primi e temerari movimenti del fronte anticamorra che sorgevano.
Promotore di iniziative, firmatario di manifesti d’impegno civile e
democratico, Siani era divenuto un punto di riferimento a Torre
Annunziata: scomodo per chi navigava nelle acque torbide del crimine
organizzato, d’incoraggiamento per chi aveva una coscienza civile, ma
non aveva il coraggio per urlare. Aveva capito che la camorra s’era
infiltrata nella vita politica, della quale riusciva a regolare ritmi
decisionali ed elezioni. La decisione di ammazzarlo fu presa
all’indomani della pubblicazione di un suo articolo, su “Il Mattino”
del 10 giugno 1985, relativo alle modalità con le quali i carabinieri
erano riusciti ad arrestare Valentino Gionta, boss di Torre Annunziata.
L’organizzazione del delitto richiese circa tre mesi, durante i quali
Siani continuò con sempre maggior vigore la propria attività
giornalistica di denuncia dei camorristi e dei politici loro alleati,
proprio nel momento in cui piovevano in Campania i miliardi per la
ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 1980. Giancarlo
Siani venne ucciso a Napoli, la sera del 23 settembre 1985, sotto casa,
nel quartiere residenziale del Vomero. Il 19 settembre aveva appena
compiuto 26 anni.
Angelo
Battiato
angelo.battiato@istruzione.it
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