L'esercito dei riservisti. In Calabria troppi casi di legge 104. Sorge il sospetto che qualcosa non quadri
Data: Martedì, 16 settembre 2014 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Opinioni


Riparte il carrozzone della scuola. Porta di tutto. Lo scenario di questi giorni è caratterizzato da immissioni in ruolo e dal "balletto" degli incarichi annuali. Una serie di novità stanno, in queste ore, imperversando sul mondo scuola. A "stravolgerne " i connotati la riforma della scuola proposta dal governo Renzi, un vero "ciclone" pronto a cambiare tutto l'assetto scolastico.
Molti docenti in occasione della riforma speravano in una "rivisitazione" delle quote di riserve e della "legge 104". Uno di quei temi che da anni sta alimentando accese discussioni nel comparto scuola.
Puntualmente, anche quest'anno, in occasione delle convocazioni, non sono mancate polemiche in merito al numero delle riserve immesse in ruolo, per meglio intenderci si tratta (anche) di coloro che sono in possesso di una certa percentuale di invalidità.

Il più delle volte i riservisti godono anche della "legge 104", la norma che consente l'assegnazione di incarichi vicini al luogo di residenza per chi è invalido o ha a carico congiunti in situazione di bisogno. Un beneficio, dunque, che permette di "scalare" le vette della classifica ed avere la precedenza rispetto a coloro che si trovano tra i primi posti della graduatoria. A suscitare "l'ira funesta" di alcuni docenti è stato il fatto che, in certe classi di concorso, sia stato destinato ai riservisti il 50% dei posti per le immissioni in ruolo. Qualcuno dice troppi! Ma legge in materia di riserve parla chiaro dice che "a tale personale va attribuito fino ad un massimo del 50% dei posti destinati alle nomine in ruolo" (il che significa che non obbligatoriamente deve andare il 50%).

Insomma, a restare penalizzati molti precari storici. Molti dei quali si sono visti soffiare il posto sotto al naso. E' il caso di un professore delle scuole medie, ultra sessantenne che, ancora non riesce a passare di ruolo poiché ogni anno viene superato da un riservista. "Forse a settant'anni passerò di ruolo - dice il professore - "Sarebbe opportuno a questo punto pensare ad una graduatoria nazionale che possa dare, anche a chi non ha la riserva, la possibilità di passare di ruolo prima che compia i 70 anni".

Sono parole di rabbia dettate da un sistema forse sbagliato che va a discapito di chi per anni ha fatto sacrifici ed ha accumulato punti su punti e poi si vede superato da chi non ne ha nemmeno la metà, con tutto il rispetto per chi è veramente affetto da patologia.
Certo desta sospetto che in Calabria un gran numero di docenti sia in possesso di riserva con beneficio della "legge 104", ma nonostante le varie denunce l'elenco continua ad essere esageratamente lungo, e a crescere. Qualcuno li chiama "intoccabili" perché lo Stato non ha nulla da perder con loro, poiché non ci rimette di tasca propria.
Intanto, Reggio Calabria ottiene il primato di insegnanti invalidi, rispetto alle altre province.
E' vero che le file delle graduatorie si ingrossano sempre più e, i tempi d'attesa diventano sempre più lunghi. Per cui, si è quasi "costretti" a ricorrere all'"escamotage" dell'invalidità.

Paradossale il caso dei professori di Educazione fisica della provincia di Cosenza, un gran numero di loro, è in possesso di riserva. Assieme ai docenti di Lettere risultano le classi di concorso dove converge il maggior numero di invalidi che, il più delle volte, insegnano anche sostegno. Come ancora paradossale è il caso di tanti prof riservisti che danno assistenza al familiare invalido, ed ogni anno, puntualmente, riescono a conquistare le nomine grazie a questo beneficio, a discapito dei primi in graduatoria. Insomma, come si suol dire "fatta la legge trovato l'inganno".

Alla luce dei fatti, pare che si continui ancora ad "abusare" di questo privilegio. Tra i tanti casi anomali che si registrano, pare che, addirittura, una prof di Lettere, collocata a metà della graduatoria, sia stata immessa in ruolo con un'invalidità del 100% . Il che sarebbe davvero assurdo. Come stupisce il racconto di un prof che asserisce che, in occasione delle convocazioni, una docente riservista affetta da ipertensione, tra le tante sedi disponibili, abbia scelto la sede di montagna e, quindi abbia preferito andare oltre i 1.200 metri di altezza.
E ancora, si annovera il caso di un' altra riservista con annessa "legge 104", cui va il diritto di priorità nella scelta della sede, che, intanto, ha preferito andare a 80 km di distanza, rinunciando al posto vicino casa.

Queste solo alcune storie. Dunque, sarebbe il caso di dire, un privilegio che viene usato a convenienza dai "malati immaginari", ma che lascia l'amaro in bocca agli onesti.

Adele Sammarro





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