L’Unicobas proclama lo sciopero della scuola per mercoledì 17 settembre, primo giorno nel quale saranno aperte tutte le scuole del paese
Data: Sabato, 09 agosto 2014 ore 07:30:00 CEST Argomento: Sindacati
La scuola italiana
apre secondo le indicazioni dei calendari regionali. Il 17 Settembre la
scuola prende il via nelle due regioni che iniziano più tardi (Puglie e
Sicilia). Nel resto del Paese le lezioni avranno inizio dall’11 al 15
Settembre (tranne per il Trentino che apre l’8). Il 17 Settembre è
quindi il primo giorno nel quale tutte le scuole italiane saranno
contemporaneamente al lavoro, e sarà il primo giorno di sciopero
dell’anno. Un segnale forte contro la schizofrenia del Governo, fatta
di annunci ‘fattivi’ clamorosamente disattesi e proposte irricevibili
‘avanzate’, ritrattate e rilanciate.
Pura demagogia la boutade di Renzi sui 3,5 miliardi di euro per
ristrutturare gli istituti, per l’80% non a norma, boutade ridottasi
all’impiego di 150 milioni (gli stessi stanziati da Letta) per appalti
impropriamente scaricati sulle scuole (anziché sui comuni), che non
apriranno prima dell’estate 2015. Semplicemente vergognosa la bagarre
sui pensionamenti di quella ‘quota ‘96’, eredità di uno dei tanti
errori di Monti-Fornero, ‘errori’ riconosciuti ma mai corretti:
l’ennesima promessa di un provvedimento ‘a fine Agosto’ evidenzia come
un Governo politicamente ‘accattone’ (ma solo verso i cittadini)
intenda risparmiare così 40 milioni, dilazionando di un anno un
intervento resosi necessario dal 2011.
Poi, sul fronte delle ‘riforme’ annunciate, ci sono le parole in
libertà del sottosegretario Reggi. Da un lato si è scusato per aver
usato ‘parole mal meditate’ e di ‘non aver mai sostenuto di voler
aumentare l’orario dei docenti’. Dall’altro ha continuato a dichiarare
che ‘le supplenze le dovrà fare il personale di ruolo’. Ebbene, come si
può sostenere un progetto del genere senza un aumento d’orario per i
docenti stabilizzati? Come potrebbero ‘fare le supplenze’ senza alzare
l’orario di cattedra? A questo punto il Dicastero di Viale Trastevere è
destituito di ogni credibilità (e non ci incanta). Abbiamo capito qual
è il vero cruccio di Renzi sulla Scuola: è terrorizzato dal dover
applicare le sentenze europee sulla regolarizzazione delle migliaia di
precari con 36 mesi di servizio. Per questo i ‘suoi’ hanno insistito
tanto sull’aumento d’orario dei docenti e sul (vergognoso e
minimalista) taglio delle scuole Superiori a 4 anni. Altro che
‘interesse per la scuola’! Cercano l’escamotage per ridurre
drasticamente gli organici, onde dimostrare alla Suprema Corte di
Strasburgo che non ci sarebbero posti da assegnare.
E non c’incanta neppure il sindacato di riferimento del PD: la CGIL,
pronta a dare, ‘in prima persona’, una mano al partito: come
contropartita Mimmo Pantaleo chiede quell’ottantina di euro che
(eccezion fatta per una parte dei collaboratori scolastici e una
manciata di precari con poco servizio) alla scuola non è praticamente
mai arrivata. Non si sono accordati solo perché mancava la copertura.
In un Paese dove chi governa ha giurato su di una ripresa dello 0,8%
per poi scoprire che siamo a -0,2% ed in stagnazione, con un forte
rischio deflattivo. Prima hanno provato con le 36 ore settimanali, poi
hanno ‘ragionato’ sulle 24 / 30. Ora, non volendo certo toccare i
privilegi, eliminare la spesa per l’acquisto degli F16 (ieri rifiutati,
dopo il Canada, anche dal Giappone) o intaccare i regali fatti alle
banche, si stanno arrovellando per riproporre ai docenti meno
retribuiti del continente (e con contratto bloccato da più di 6 anni)
il diktat di una definitiva dequalificazione impiegatizia inesistente
nel mondo, a professionisti della didattica già impegnati in un lavoro
sommerso e mai riconosciuto che giunge ben oltre le 18 ore frontali (o
le 24 della Primaria e le 25 della scuola dell’Infanzia). L’idea è
sempre la stessa:
SUPERIORI A 4 ANNI E RELATIVO TAGLIO DI 60.000 CATTEDRE, ALTRETTANTI
ESUBERI REDISTRIBUITI A DETRIMENTO DELLA QUALITA’ DELLA SCUOLA E DELLE
SPERANZE DI ASSUNZIONE + AUMENTO OBBLIGATORIO DELL'ORARIO PER TUTTI
SENZA RETRIBUZIONE AGGIUNTIVA, A SPESE DELLE 'FERIE SOTTESE’
(L’EQUIVALENTE DI ALMENO 22 GIORNI L'ANNO DI LAVORO IN PIU') + AUMENTO
D'ORARIO FACOLTATIVO (MA CHI NON LO FACESSE RIMARREBBE A STIPENDIO
BASE) + VALUTAZIONI DI DOCENTI ED ATA E DIFFERENZIAZIONI STIPENDIALI
OPERATE DAI DIRIGENTI (CONTRATTO ‘FLESSIBILE’), ANCHE ATTRAVERSO
L’INCROCIO CON I RISULTATI DEI VERGOGNOSI TEST INVALSI + SPARIZIONE
GRADUATORIE DI ISTITUTO E SPARIZIONE (FISICA) DEI PRECARI (SUPPLENZE E
SOSTITUZIONI LE DOVREBBERO FARE GLI INSEGNANTI STABILI).
Questo progetto fa parte di un piano volto apertamente a fare della
scuola pubblica la copia di quei diplomifici privati che, come il
Ministro ben sa avendo ricevuto da tempo le dettagliate denunce
dell’Unicobas, non controllano profitto e frequenza degli alunni e non
pagano i docenti, ma li forniscono invece dei punti necessari per
superare i precari pubblici nelle graduatorie di merito. La Giannini
infatti, nonostante le interrogazioni parlamentari, non solo non è
intervenuta, ma ha preso le scuole private a modello, e s’è pronunciata
apertamente persino per l’assunzione diretta e discrezionale di docenti
ed ata e per l’abolizione degli organi collegiali, baluardo di
democrazia, libertà d’insegnamento e controllo nella scuola di tutti.
Tutto questo non passerà. L’unicobas si batte per un contratto
specifico per la scuola (Docenti ed ATA) fuori dal calderone indistinto
del ‘pubblico impiego’ e fuori dall’area di vigenza del Dlvo 29/1993,
che impedisce alla scuola meno retribuita della UE aumenti contrattuali
superiori all’inflazione ‘programmata’, la stabilizzazione degli
automatismi d’anzianità e la riconquista di un ruolo professionale e
disciplinare specifico, con l’istituzione del preside elettivo e del
Consiglio Superiore della docenza.
Stefano d’Errico - Segretario
nazionale
unicobas.rm@tiscali.it
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