La rabbia di un prof 'Quota 96' rimasto 'prigioniero' a scuola
Data: Venerdì, 08 agosto 2014 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Rabbia e delusione per i "Quota 96". Ancora una fumata nera per loro. Votato l'emendamento che boccia i pensionamenti per i "Quota 96". Pare che il Parlamento non sia riuscito a trovare la soluzione per la copertura finanziaria dei 4mila pensionamenti. Dovranno essere spremuti fino al 2018. "Il Governo ci ha illusi, ci hanno fatto respirare l'uscita imminente dalla scuola - dice il professor Mario, che da tempo aspettava di andare in pensione, con oltre 40 anni di anzianità di servizio, dopo aver girato l'Italia in lungo e in largo. Cosentino, era partito, a 22 anni, con un sogno nel cassetto: fare il professore. Dopo tante peripezie e anni di precariato, finalmente arriva il ruolo. Ma dopo 40 anni di "onorato lavoro" è rimasto "prigioniero" a scuola per via della "Riforma Fornero".
"Questo è il patto con il diavolo" - dichiara Mario - e fino all'espletamento della legge Fornero, così potranno ancora fornire alla Casta e all'apparato di potere tecnico/amministrativo liquidità per tutelare ed incentivare gli sporchi privilegi.
Un diritto acquisito e calpestato fin dall'origine con consensi unanimi - allora ed oggi - di tutti i partiti e i sindacati rappresentativi e non solo.

Sono parole di rabbia da parte di chi vagheggiava un sogno: la pensione.
Ma torniamo alla storia di questi giorni, dopo aver illuso i "Quota 96" ed aver fatto respirare loro l'imminente uscita dalla scuola, mentre dappertutto si leggeva: "Restituita giustizia ai Quota 96", sono stati beffati ancora una volta, l'ennesima.
Ma chi sono costoro? Sono docenti e Ata della scuola che hanno attualmente "quota 102", ed oltre: Tradotto in lavoro effettivo equivalgono a 40 anni di servizio e 62 di età anagrafica e questo ancora non basta.
"Vergognatevi !" grida il prof.
A questa generazione del 1952 per ben tre volte, lungo tutto l'arco della carriera, hanno cambiato le regole mentre acquisivano i maturati diritti. "Il Governo e i mass-media (asserviti) - incalza ancora il prof - continuano il loro gioco sporco e indecente. Non riconoscendo ai docenti che hanno fatto la scuola con la lettera maiuscola (con i loro 40 anni di servizio, di sacrificio e solo per il bene dei propri alunni), ricevendo stipendi mortificanti, mentre dall'altra parte, sempre più, la politica ha aizzato la società civile contro di loro (docenti), facendo passare un servizio onesto come lavoro ridotto in orario e vacanze, più volte etichettati come fannulloni".

Tanta l'amarezza e l'indignazione, dunque. "Continuano a chiamarlo errore tecnico - dice Mario - e, invece, è un massacro politico voluto dal Governo. Tutti i sindacati erano saliti sul carro della vittoria, ora ritornano a dormire sonni tranquilli".
"Ci sentiamo abbandonati - dichiara ancora - dal mondo etico e professionale".
In questi anni ci hanno costretti a lavorare con classi numerose. E' divenuta prassi che, quando manca un docente e non può esser sostituito, gli alunni vengano smistati nelle varie classi come se fossero oggetti, talvolta anche per l'intera giornata; tutto ciò in barba all'espresso divieto sbandierato solo sui giornali". "Si chiede - conclude Mario - l'immediata abolizione dei progetti/formazione e varie che riguardano la legalità nel nostro amato Paese, poiché questa è garantita solo a pochi eletti, per gli altri niente da fare, anzi togliamo loro il diritto di andare a votare, lo facciamo Noi (potere) per loro!"
Dunque, tutto ciò sta a dimostrare come ancora la scuola sia la componente sociale più penalizzata, vittima sempre di questioni economiche.

Adele Sammarro
adelesammarro@tiscali.it





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