Tutto quello che sparirà dal prossimo anno scolastico
Data: Lunedì, 21 luglio 2014 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Tutto quello che sparirà dal prossimo anno scolastico: uso del mio tablet, del mio computer, della mia linea adsl - computer, tablet e linea me li deve fornire la scuola.

Acquisto di apps necessarie al mio lavoro, di tasca mia – me le deve comprare lo Stato.

Portare da casa riduttori e prese triple – non c’è il riduttore? pazienza…. quando lo comprerete userò la LIM.

Andare in soccorso ai colleghi per far ripartire un PC - lo fa il tecnico informatico Non c'è? Pazienza non so cosa farci.

Uso del mio materiale e del mio personale database di materiali digitali – pretendo di trovare tutto ciò che mi serve sul luogo di lavoro, altrimenti, pazienza, programmerò le lezioni con quello che c’è a scuola.

Telefonate varie da Dirigente, colleghi e genitori fuori dall’orario di lavoro – se avete bisogno, mi contattate a scuola.

Gite scolastiche, ovviamente e da sempre gratis – non se ne parla proprio.

Fare la psicologa, l’assistente sociale, la fisioterapista, l’infermiera – mi spiace, ma io faccio didattica, questa è la mia mansione. Le altre le svolga chi di dovere.

Partecipare a qualunque riunione in corso d’anno che non sia prevista dal piano delle attività – il contratto parla chiaro: le attività devono essere programmate dal Dirigente PRIMA dell’inizio delle lezioni. Se non sa programmare il problema non è mio.

Avallare progetti e progettini vari, in collaborazione con gli Enti del territorio, Comune in primis, a costo zero – vuoi la mia partecipazione? Mi paghi.

Sbrigare pratiche amministrative varie per gli alunni – non fa parte delle mie mansioni, le faccia chi di dovere.

Procurare libri e quant'altro per alunni in difficoltà - lo facciano le assistenti sociali.

Fingere interesse per proposte e progetti di una noia mortale proposti da Enti esterni alla scuola, con la pretesa di venirci a suggerire "come insegnare" (i famosissimi “orto e cucina”, ad esempio, propagandati come progetti altamente qualificanti) - non mi interessa, potete avere la mia presenza fisica, se devo, non la mia partecipazione mentale. Vedete di alzare il tiro, piuttosto, che siete noiosi e ripetitivi.

Andare al lavoro con due linee di febbre, emicrania, malesseri vari, “per non mettere in difficoltà la scuola” – scordatevi anche questo.

Chiedere a mio marito di stare lui a casa dal lavoro quando mio figlio è malato – sto a casa io, perché è un mio diritto.

Fare foto, documentazione e quant’altro con i miei mezzi – vuoi le foto? Mi procuri una fotocamera digitale e, soprattutto, mi paghi il tempo che impiego sia a fare le foto che a scaricarle e ordinarle.

Pagarmi la formazione, di qualunque tipo – me la paga la scuola, altrimenti arrivederci e grazie.

Sopportare, da fine maggio in poi, 30-35° senza condizionatore, e nemmeno un ventilatore a soffitto – o mi crei condizioni di lavoro umane, o io incrocio le braccia.

Fare a proprie spese le fotocopie per la verifica in classe - se la fotocopiatrice è rotta oppure non c'è carta, non si fa la verifica.

Stampare con la mia stampante tutto ciò che riguarda avvisi e materiale scolastico - non c'è il toner? Pazienza il materiale non si stampa.

Correzione delle verifiche di sabato pomeriggio e domenica - le verifiche si correggono A SCUOLA. Ci vogliono tempi troppo lunghi? Pazienza aspetterete.

Correggere le prove invalsi facendole rientrare come ore di programmazione pur non essendo d'accordo sulla loro validità didattica - pazienza le correggerà il ministro di turno mai stato insegnante.

Compilare a casa il registro elettronico perché a scuola non c'é connessione e fare l'appello la mattina col tuo smartphone perché il preside vuole controllare gli assenti - Non c'è il Wi-Fi? Non funziona? peccato, l'appello salta.

Fermarsi a fine lezione o durante intervallo per spiegare ancora a chi ti fa qualche domanda e farlo volentieri! - fine dell'orario di lavoro? A casa. Subito.

Vediamo, poi, come sarà la qualità della scuola... voglio proprio vedere... Altro che "ammortizzatore sociale"! Siamo noi insegnanti l'ammortizzatore sociale della scuola... Ma adesso basta. Che ciascuno si assuma le proprie responsabilità.

Annachiara Piffari





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