
#Vincitorisenzacattedra #vifaremosapere
Data: Giovedì, 17 luglio 2014 ore 07:45:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Precari storici
inizia ad essere una di quelle espressioni che poi perde dimensione.
Storici in che senso? Anni, certo. Anni di contratti a tempo
determinato, che scadono a giugno e riprendono a settembre. E storici
fino a quando? Silenzio. La teoria vorrebbe una dimensione finita, ma
per i docenti delle scuole italiane il tempo si dilata. Si stanno
facendo sentire anche sui social. Su Facebook è nato il gruppo Vincitori
senza cattedra che è anche un hashtag
#vincitorisenzacattedra. Chi sono? Sono i vincitori del concorso del
2012 con cui dovevano essere assunti 11.542 docenti tra l’anno
scolastico 2013/2014 e il 2014/2015. Per il primo anno ne sono stati
assunti 3255. Ora quindi i precari della scuola temono che le
assunzioni di settembre non basteranno per tutti. Le promesse ci sono.
Il ministro Giannini aveva dichiarato 7mila assunzioni tra i vincitori
del concorso del 2012 ma poi ci sono i problmei con cui confrontarsi.
Come quelli che i delegati dei precari hanno scoperto durante
l’incontro al ministero con Alessandro Fusacchia, capo di gabinetto del
Miur, e Luciano Chiappetta, capo dipartimento dell’Istruzione:
“Dall’incontro è emerso che il Miur ha preso atto di alcune criticità
legate all’espletamento delle succitate procedure concorsuali,
riconducibili essenzialmente a ritardi nel loro svolgimento e a
sproporzioni, molto evidenti nel caso di alcune regioni, tra numero di
posti messi a concorso e numero di immissioni in ruolo effettuate
nell’anno scolastico 2013/2014″, riferiscono i precari. Che aspettano.
E aspetteranno.
Non è l’unica battaglia della scuola che cerca spazio e voce sui
social. C’è anche #quota96scuola. Un’altra partita, che potrebbe in
parte sbloccare posti per i precari. I “quota 96″ sono i docenti che
hanno 36 anni di servizio e 60 anni di età. Novatasei, dunque. Con la
legge Fornero non possono andare in pensione. Anche se vorrebbero, e
soprattutto anche se prima del 2012 avrebbero avuto le carte in regola
per lasciare il mondo del lavoro. Sono 4mila, circa. Nel 2012 era
partito un primo ricorso con 1971 persone coinvolte (di queste 41 anche
in provincia di Pavia). Secondo loro i 400mila euro necessari per
mandarli in pensione subito sarebbero in parte compensati dal minor
costo dei neo assunti (che prendono circa il 30% in meno di
stipendio). Aspettiamo, ministri. Aspettiamo. Ma cerchiamo di
porre fine al “vi faremo sapere”.
Marianna Bruschi
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