Elena Cattaneo, accademica italiana, e senatrice a vita dal 2013, terza donna dopo Camilla Ravera e Rita Levi Montalcini, ha incontrato professori e studenti alla Scuola Superiore di Catania
Data: Lunedì, 14 luglio 2014 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Cosa ricordo di quanto ha detto Elena Cattaneo? Ha descritto il ricercatore come l'esploratore di un mondo sconosciuto, uno che si inoltra in un deserto nel quale non riconosce nessuna traccia, perché lui è il primo essere umano che vi mette piede; uno che deve inventarsi la strada da prendere per giungere alla meta. Anzi, il ricercatore è uno che spesso non sa neppure quale sia la meta della sua esplorazione perché la meta, più spesso di quanto non si creda,  si va definendo "in corso d'opera". Elena Cattaneo ha parlato di quell'indefinibile fenomeno (chiamiamolo "intuizione", senza con questo pretendere di sapere di cosa stiamo parlando) per il quale un modello di "verità" si fa strada nella mente del ricercatore quando ancora i dati sperimentali sono del tutto insufficienti a supportare la sua nuova visione. E qui è tutto il fascino del mestiere più bello del mondo: cercare la prova che quell'idea un po' bislacca, un po' ridicola che ti è venuta in mente - e che molti tuoi colleghi rigetterebbero subito come un'eresia - forse spiega molte cose davvero, forse è più vicina alla verità - parola troppo grossa; correggo - forse, è aderente ai risultati dei tuoi esperimenti e delle tue osservazioni più delle interpretazioni che trovi accreditate nella letteratura. Allora, devi impegnarti sfidando lo scetticismo universale (compreso il tuo: "chi sono io per pretendere di avere capito questa cosa meglio di tutti ?"), come quel biologo che ha impiegato decine di anni per convincere la comunità scientifica del fatto che dalle cellule della pelle si possono ottenere cellule staminali. E poi ? Poi forse qualcuno ti dirà che avevi ragione. Ma non è quello il momento magico. Il momento che non cambieresti con nessun altro è fatto di quelle ore passate ad aspettare che da una stampante o da un monitor prenda forma quel grafico, escano i risultati di quel test dal quale tu aspetti una risposta che sia quella che tu intuisci e se quella risposta non ti arriva con la nitidezza che vuoi, torni a presentare il tuo quesito alla natura finché non riesci a esprimerti nella forma che la costringerà infine a uscire dalla sua ambiguità e a rivelarti quella verità - quel minuscolo frammento di verità - che tu ossessivamente vuoi che lei ti riveli. E sai che la natura ti concederà una risposta solo se saprai rivolgerti a lei con il garbo, con l'intelligenza, con il rispetto che useresti con la donna più sfuggente, più intelligente, più desiderabile che tu possa conoscere.

P.S. Forse Elena Cattaneo non ha detto tutto quello che c'è scritto qui. Ma i brividi, mentre lei parlava, li ho sentiti davvero.

Prof. Maurizio Ternullo
astronomo presso Istituto Nazionale di Astronomia - Osservatorio di Catania





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