Una legge per cambiare la didattica e la cultura: così gli errori diventano disturbi
Data: Giovedì, 10 luglio 2014 ore 08:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Egr. Direttore,
sono rimasta sbigottita: "Oltre
90 mila alunni con DSA tra gli anni scolastici 2010/ 2011 e
2011/2012 , 24.811 certificazioni in più (+37 per cento).
L'incremento più significativo alle superiori, il numero più alto di
studenti alle medie." [1]
Un trend in salita come si evince anche
dall'allarme che è stato lanciato a Pisa :
" ... la dislessia rischia
di diventare un'emergenza sociale .. nel 2013 all'
ASL 5 sono arrivate 530 richieste di valutazione per DSA
che hanno confermato 343 diagnosi. In pratica, si è
registrata una richiesta di diagnosi ogni circa 641 persone e un caso
di Dsa ogni 990 abitanti (...)."[2]
Da quando è stata approvata la legge 170/2010 sui Disturbi
Specifici dell'apprendimento, i DSA sono entrati ufficialmente nella
scuola segnando una svolta nella didattica, e questi ne sono i
risultati.
Sono aumentati i corsi di aggiornamento ai docenti per indottrinarli
sull'esistenza e individuazione di questi disturbi, così la
soluzione agli errori commessi dagli alunni in fase di
apprendimento, non è individuarne la causa, correggerli e
far fare esercizio, come facevano i nostri insegnanti, ma
indirizzare il genitore dell'alunno dal
neuropsichiatra per una valutazione di DSA sul figlio e
questo alla fine della seconda elementare, quando non viene fatto
già nei primi anni della scuola dell'infanzia.
Attribuire gli errori dell'alunno ad un "disturbo" dovuto ad
ipotetici "difetti di migrazione
cellulare" secondo gli esperti, ma poi fare diagnosi attraverso
test di lettura, scrittura che ben poco hanno di
scientifico, dire ad un bambino che il suo cervello non è come quello
di tutti gli altri sulla base della lettura di una lista di
parole, lista di non parole , di un dettato, di risposte alle
tabelline, calcolandone i tempi di esecuzione, non sono cose da poco.
Dire che di questi disturbi non si guarisce, che non sarà mai in grado
di leggere e/o scrivere e fare i calcoli correttamente significa
inculcargli l'idea di incapacità, significa negargli la vera
istruzione: non insegnargli a leggere, scrivere e far di conto,
che è la funzione primaria della scuola elementare.
Basta che un'insegnante non sappia insegnare per creare un
alunno DSA.
Non si va ad indagare sui metodi didattici utilizzati dall'insegnante.
Una delle cause di così tanti errori e difficoltà degli alunni è
stata individuata, ad esempio nel Metodo Globale, ora utilizzato da
molti maestri nella scuola elementare; le classi pollaio vanno bene: è
l'alunno che è affetto da "disturbi".
Nel Manuale Statistico e Diagnostico, il testo utilizzato
per le diagnosi delle malattie mentali, dove tra l'altro sono riportati
anche i DSA, tutte le malattie sono indicate come disturbi, quindi di
che cosa stiamo parlando?
Nel solo 2011 sono stati erogati ben 705.308,81 Euro da Enti
Pubblici (istituti scolastici, ASL) all'Associazione Italiana Dislessia
per attività formativa . [3]
(...) "presso strutture private
alcuni
genitori hanno speso anche 1000 Euro per una diagnosi DSA."
[4]
Una seduta dallo psicologo o logopedista costa circa 80 Euro, in alcune
regioni viene anche riconosciuta agli alunni DSA un'INDENNITA' DI
FREQUENZA, un disborso mensile di 238,00 Euro più 10 Euro per
ogni corso riabilitativo frequentato, oltre all'aumento degli assegni
familiari. Che cosa sta venendo finanziato? In che cosa sta
investendo la scuola? In 90 mila alunni certificati DSA
esclusi dalle prove INVALSI, perché la loro partecipazione avrebbe
abbassato la media nazionale dei risultati delle prove?
IL PROBLEMA E' DIDATTICO E LA SOLUZIONE E' NELLA DIDATTICA.
Se 20, 30 ,40 anni fa qualcuno avesse acceso i fari sui nostri errori e
comportamenti, a quanti di noi e dei nostri compagni
sarebbero stati diagnosticati DSA o ADHD? Eppure ce
l'abbiamo fatta, le nostre carriere non sono state stroncate, i nostri
sogni non sono stati buttati nella spazzatura.
Quella che è stata fatta è una Riforma strisciante della Didattica,
studiata astutamente, e supportata da un accurato piano di
marketing. Come è stato apertamente dichiarato dagli stessi artefici di
campagne mediatiche che hanno portato all'approvazione di questa legge
in uno dei tanti convegni sul soggetto: (...) "in realtà siamo indietro con la
comprensione di quelli che sono i disturbi specifici
dell'apprendimento ... la teoria che aiuta a capire è ancora tutta da
costruire tuttavia la legge ci ha dato questa opportunità cioè di
cambiare la cultura ... ci sono sicuramente poche scuole che giudicano
bene il cambiamento della didattica ma sono convinto ... che con il
contributo di tutti questo percorso di cambiamento culturale sarà
rapido e non ci vorranno troppe generazioni ." [5]
Bisogna fare un passo indietro su questa legge se non vogliamo creare
un generazione di incapaci, insicuri, ignoranti e facilmente
manovrabili, come ha scritto Frank Furedi, Professore di Sociologia: "
Se l'attuale tendenza continua, presto ci sarà poca differenza tra una
scuola e una clinica per malattie mentali... se consideriamo le
sfide della vita come un'esperienza cui i bambini non possono far
fronte, i ragazzi raccoglieranno il messaggio e le considereranno con
terrore. Tuttavia, se la finiamo di giocare a fare il dottore ed il
paziente e aiutiamo invece i bambini a sviluppare la loro forza
attraverso l'insegnamento creativo, allora i piccoli inizieranno a
tener testa alle situazioni... proteggere i bambini dalla pressione e
dalle nuove esperienze rappresenta una mancanza di fiducia
nel loro potenziale di sviluppo attraverso nuove sfide". [6]
Prof.ssa Margherita Pellegrino
marg.pellegr@gmail.com
[1] Ministero
dell'Università, dell'Istruzione e della Ricerca
http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/5a6a1ca2-9464-4cf6-b709-a62cb91b0deb/alunni_dsa.pdf
[2] http://regioni.orizzontescuola.it/2014/04/15/a-pisa-la-dislessia-rischia-di-diventare-unemergenza-sociale/
[3] http://www.aiditalia.org/upload/BilancioAID.pdf
[4] http://www.aiditalia.org/it/comunicato_stampa_del_21_03_2012_1.html
[5] 2° convegno
nazionale scuola e DSA:
riflessioni e proposte
[6] Frank Furedi "Leader - As Concern
is Raised Over Formal Lessons for
Five- Year- Olds; Even Our Youngest
Pupils Can Cope with Challenge" The Express,
20 May 2004.
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