Nuovo contratto scuola: premio stipendio. E arriva la settimana corta
Data: Domenica, 06 luglio 2014 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Continua  far discutere la possibile riforma del contratto degli insegnanti. Se dal ministero non arrivano particolari smentite riguardo alle anticipazioni di qualche giorno, fa, adesso arrivano nuovi dettagli per il prossimo anno scolastico che si preannuncia denso di novità. Qui tutti i dettagli della riforma.
Non solo, infatti, sembra confermata l’ipotesi della settimana lavorativa di 36 ore per gli insegnanti, ma addirittura prende corpo l’idea di un premio per premiare i docenti e i lavoratori più virtuosi nel mondo scolastico.

L’unico aspetto che rappresenta, in qualche modo, una frenata riguarda la scelta del provvedimento che verrà portato alle Camere: si tratta di una legge delega, che non dovrebbe, dunque, avere effetti per l’anno 2014/2015, ma potrebbe dispiegare i suoi effetti tra poco più di dodici mesi. Non basterà, infatti, l’approvazione parlamentare per rendere effettive le modifiche eventualmente approvate, ma si dovranno attendere i decreti legislativi. Una riforma in piena regola, dunque, proprio come avvenuto, in tempi recenti, per le professioni e, in particolare, per gli stessi avvocati.

Ricapitolando, dunque, i premi che sarebbero nella bozza di riforma del contratto docenti riguardano il mantenimento invariato degli scatti di anzianità, più il 30 percento bonus per quegli insegnanti che ricoprano incarichi nell’organigramma scolastico, come i vicepresidi, o, ancora per attività specializzate al pari di lingue o informatica.

Riguardo, invece, l’orario settimanale, le 36 ore dovrebbero riguardare  i livelli dalla scuola per l’infanzia fino alle elementari. Tra le possibili novità, poi, c’è quella che potrebbe vedere gli istituti aperti fino alle ore 22.

Una piano rivoluzionario, dunque, che, però, cozza con la situazione attuale della scuola, alle prese con problemi cronici di organico e di risorse, con finanziamenti governativi che latitano. Al punto che, anche in una città come Genova, si cerca di ovviare alla carenza di fondi con rimedi drastici. E’ di queste ore, infatti, la notizia secondo cui dal prossimo anno scolastico 2014/2015 gli istituti superiori del capoluogo ligure saranno chiusi il sabato visto il “perdurare della crisi finanziaria determinata dai pesanti tagli ai trasferimenti agli Enti locali e aggravata dai provvedimenti governativi”. Davvero un altro mondo rispetto a quello prefigurato dalla possibile riforma contrattuale.

Leggioggi.it





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