È sabato, non si va a scuola
Data: Sabato, 05 luglio 2014 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Genova - Si chiude il sabato, per favorire la vita delle famiglie e dei docenti ma anche le casse della scuola. Molti istituti superiori, a iscrizioni chiuse, scelgono per il prossimo anno la settimana corta , che però non sempre appartiene ai tempi dell’apprendimento. La pensano così alcuni presidi, soprattutto dei licei, la pensa così anche la Unione degli Studenti che manifesta la sua disapprovazione via Facebook. Scrivono: "Ma per fare posto al risparmio la scuola diventa un carcere!". Non si tratta certo di "lavori forzati" rimanere fra i banchi un’ora in più al giorno, sforando nel primo pomeriggio.

«Certo è che spiegare a dei sedicenni Hegel fra l’una e le due magari a stomaco vuoto, non è una impresa per tutti» riflette qualche docente di liceo. Dunque scelgono la settimana corta scuole che comprendono complessivamente almeno settemila studenti quali il liceo linguistico Deledda, l’istituto Duchessa di Galliera, il liceo Gobetti (tranne il coreutico, l’indirizzo musicale) il Bergese, il Rosselli, anche il liceo D’Oria avvia una sperimentazione di una classe, apprezzata dalle famiglie e sostenuta dal preside (in delega) Benedetto Montanari che già l’ha provata con alto indice di gradimento (e replica il prossimo anno) nell’istituto Vittorio Emanuele II di cui è a sua volta dirigente.

Sta valutando l’opportunità l’“Einaudi Casaregis Galilei” che ha affidato ad una commissione appositamente istituita la penultima parola, l’ultima sarà del consiglio d’istituto. Continua questo metodo già applicato lo scorso anno in alcune classi il liceo King. Vorrebbe far lezione il sabato ma non può Mario Pridieri, preside del liceo Mazzini. Costretto alla settimana corta solo nella succursale di Sestri Ponente (a indirizzo linguistico) perché in coabitazione appunto con il Rosselli e il Bergese che il sabato chiudono. Tenere aperto un complesso così vasto per poche classi ha provocato la reazione negativa del padrone di casa, la Provincia. Che a sentire genericamente i dirigenti non ha fatto un pressing palese per incentivare al risparmio ma va da sé che apprezza la sospensione del sabato, quindi un giorno in meno di luce, di pulizia, di riscaldamento, di generale utilizzo di edifici molto grandi e impegnativi. «Certo è che si tratta di una razionalizzazione anche in termine di docenti organizzati in modo tale che al sabato stanno tutti a casa- dice Benedetto Montanari- e non che sono presenti a intermittenza durante la settimana».

«Non solo, è una operazione che interviene anche sui trasporti, sul traffico, in un altro paese sarebbe stata di competenza di un responsabile a livello territoriale, perché si entra nel campo della gestione della vita dei cittadini su larga scala, insomma sono i tempi della città»ragiona Ignazio Venzano che dirige Duchessa e Deledda (1300 studenti) la cui Fondazione ha deliberato la settimana corta. Il preside Venzano sa di essere davanti alla dura prova di una riorganizzazione radicale. «Ripenseremo la school-life, il clima, l’affiatamento, perché si tratta quasi di una mutazione genetica rinunciando probabilmente ad alcune attività extrascolastiche pomeridiane, molto seguite dagli studenti, per far posto alle ore di lezione sottratte al sabato. Non sottovalutando la ricerca degli spazi da mettere a disposizione anche per una eventuale mensa».

Per ora “non mollano” altre superiori fra cui lo scientifico Cassini, i classici Colombo e Mazzini (esclusa appunto una succursale) il liceo Pertini. All’unisono i presidi Bado, Pridieri e Cavanna sostengono la stessa tesi: «Un conto la didattica di laboratorio, un altro una lezione teorica frontale: insomma il rendimento può essere messo in gioco da una concentrazione di ore fra i banchi»

Donata Bonometti - Ilsecoloxix.it





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