Studentessa bocciata, genitori aggrediscono la vicepreside
Data: Domenica, 29 giugno 2014 ore 07:45:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
E’ successo in un
liceo di Cosenza, dove una donna ha preso a calci e pugni la
vicepreside che cercava di spiegarle i motivi della bocciatura -
Bocciano la figlia e loro aggrediscono la vicepreside. L’episodio è
avvenuto al liceo Telesio di Cosenza. I genitori della ragazza, che
dovrà ripetere l’anno scolastico, erano andati a scuola chiedendo di
parlare con il preside. Ma il capo d’istituto era impegnato come
commissario esterno in un altro istituto e così sono stati accolti,
dopo una lunga attesa, dalla vicepreside Rosanna Gallucci. Il confronto
sull’esito negativo del percorso scolastico è però velocemente
degenerato e la donna è stata presa a calci e pugni perché i genitori,
infuriati, contestavano la valutazione sulla ragazza. Sul posto è
giunta una Volante della Polizia che ha segnalato l’episodio alla
Procura della Repubblica. Un episodio «sconcertante», dice amareggiato
il preside dell’istituto, da cui però la ragazza, 14 anni, non prende
le distanze: anzi, su Facebook in queste ore sta continuando a
minacciare gli altri professori. «La Gallucci è stata sistemata -
scrive incurante delle possibili denunce nei suoi confronti - ora tocca
agli altri».
La donna ha picchiato, l’uomo ha fatto da «palo»
«Abbiamo aperto un’inchiesta su quanto accaduto, a seguito
dell’immediata segnalazione della squadra mobile di Cosenza» dice il
procuratore capo, Dario Granieri. L’aggressione è avvenuta martedì in
tarda mattinata, il giorno dopo la pubblicazione dei risultati di fine
anno. La docente, Rosanna Gallucci, è stata aggredita dalla madre
dell’allieva bocciata. Il marito della donna, secondo quanto
ricostruito dagli inquirenti, avrebbe fatto da «palo» sulla porta della
stanza in cui si svolgeva l’incontro. Ad aggredire fisicamente la
docente sarebbe stata la donna che ha procurato alla vicepreside traumi
e ferite giudicate guaribili in 25 giorni. La docente sarebbe stata
afferrata per i capelli e buttata a terra, e poi colpita più volte alla
testa e al viso con calci e pugni.Un’altra insegnante, che aveva
intuito il nervosismo dei genitori della studentessa, sentendo le grida
è intervenuta immediatamente, ma all’inizio è stata ostacolata proprio
dal marito che teneva la porta chiusa, mentre sua moglie dava alla
professoressa un calcio nel seno. Subito dopo sono stati chiamati
carabinieri e polizia, mentre l’ambulanza ha soccorso la vicepreside.
Entrambi i genitori devono rispondere di aggressione, lesioni personali
e violenza a pubblico ufficiale.
Le minacce su Facebook e la scuola blindata
La studentessa bocciata era iscritta al primo anno del liceo, che è un
liceo classico europeo: «Ma il suo percorso scolastico era già stato
abbastanza travagliato- spiega il preside, Antonio Iaconianni, che
ricostruisce l’episodio - La studentessa infatti si era iscritta a
settembre prima al liceo scientifico, poi all’istituto alberghiero e
solo a febbraio era approdata al nostro liceo europeo, che è
particolarmente impegnativo. Fin dall’inizio ha mostrato diverse
difficoltà, ma l’abbiamo aiutata in tutti i modi: addirittura
mettendole un insegnante per corsi specifici per aiutarla a prepararsi
nelle materie che le risultavano più difficili. Ma non ha mai mostrato
grande voglia di studiare». Ciò che appare strano, nella reazione dei
genitori, è il comportamento rabbioso, tipico di chi non si aspetta una
brutta notizia: «E invece no. L’ultimo colloquio col padre l’ho avuto
agli inizi di giugno, quando gli ho spiegato la situazione e gli ho
detto che se la ragazza avesse provato a recuperare almeno in un paio
di materie avremmo potuto aiutarla. Ma così non è stato, si è
presentata agli scrutini con gravi insufficienze in tutte le materie,
non potevamo far altro che respingerla». Ma la decisione non è piaciuta
ai genitori: «Sono una coppia sconsiderata, è evidente - spiega ancora
il preside - vivono ai margini della periferia della città, in un
contesto sociale difficile, e non hanno evidentemente altri modi per
esprimere il proprio disappunto: il vero problema è che noi ci
aspettavamo che la ragazza prendesse le distanze, e invece ha iniziato
anche lei a minacciare attraverso Facebook. Stiamo stampando i suoi
post e valutando se denunciarla: intanto abbiamo rafforzato le misure
di sicurezza, chiuso i cancelli durante gli esami, fatto entrare i
professori uno a uno attraverso la segreteria». Frasi come «Ora tocca a
voi», oppure «L’anno prossimo tornerò per darvi fastidio», e cose di
questo genere potrebbero infatti causarle una denuncia della polizia
postale per minacce e stalking attraverso il social network. «Anche se
il bicchiere è mezzo rotto, cerco di vedere quello mezzo pieno-
conclude il preside- Passerà anche questa, siamo tutti molto
dispiaciuti, ma se la ragazza vorrà iscriversi di nuovo qui non potremo
impedirglielo e cercheremo di accoglierla nella miglior maniera
possibile: in fondo lei è solo il sintomo di una società malata, dove
la violenza è prassi. Non possiamo aspettarci niente di diverso».
Il sindaco: «Un’azione grave che lede il rispetto»
«Quanto è successo non può passare sotto silenzio perché altrimenti
saremo tutti condizionati dalla paura nell’esprimere valutazioni», dice
la sorella della donna aggredita, Silvana Gallucci. Sua sorella non può
parlare, dovrà portare il collare per almeno 25 giorni, e allora è lei,
insegnante in un altro istituto professionale, a esprimere lo sdegno:
«Superato lo choc inizieremo una battaglia puntando sull’educazione. Il
ministero dell’Istruzione dovrebbe creare un angolo di ascolto per i
giovani problematici. C’è chi ha problemi di autostima e chi fa uso di
droghe leggere e alcol». Ma tutta la comunità cittadina è scossa dalla
vicenda. «Quel che è accaduto ieri al «Telesio è sconcertante e non può
che suscitare reazioni di sdegno e riprovazione. L’episodio desta
grande preoccupazione perché si fa specchio di un clima in cui la
serenità di giudizio degli insegnanti e l’accettazione degli esiti
degli scrutini da parte di chi fa parte della prima cellula educativa,
vengono, in questo modo, minati alle fondamenta», sottolinea il
presidente della Commissione cultura del Comune di Cosenza, Claudio
Nigro. «Un episodio inaudito e sconcertante che ci porta a interrogarci
non solo sulla vulnerabilità dell’istituzione-scuola quanto sulla crisi
che ha investito la famiglia»: così commenta invece il sindaco di
Cosenza, Mario Occhiuto. Secondo il primo cittadino, l’episodio
riguarda la coscienza civile di tutta la comunità: «Esprimo la mia
vicinanza umana alla professoressa vittima di una cieca violenza. Alla
signora Rosanna Gallucci - ha dichiarato - comprensibilmente sotto choc
per le ferite fisiche e psicologiche subite, giunga il mio affettuoso
pensiero di solidarietà. La vicenda sarà certamente indagata nel suo
aspetto giudiziario, ma a mio parere va anche approfondita sul piano
del disagio sociale e familiare, dell’arroganza, della prepotenza che
dilagano sempre più spesso a scapito di chi svolge un delicato ruolo
educativo. Si tratta - conclude il sindaco - di un’azione grave che
lede soprattutto il principio fondamentale del rispetto per le persone».
Valentina Santarpia
Corriere.it
|
|