Manoscritto 'Infinito' va all'asta
Data: Sabato, 21 giugno 2014 ore 07:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Appello Regione Marche
allo Stato, non cada in mani private - MACERATA, 19 GIU - La Regione
Marche busserà alle porte del ministero per i Beni culturali per
evitare che il terzo manoscritto dell'Infinito di Leopardi cada in mano
ai privati. Lo ha detto l'assessore alla Cultura Pietro Marcolini,
durante la presentazione pubblica del documento autografo del poeta,
tenutasi all'Università di Macerata.
Ritrovato dal direttore degli Istituti culturali del Comune di Cingoli
Luca Pernici fra le carte di una collezione privata, proveniente
dall'archivio disperso dei conti Servanzi Collio di San Severino
Marche, l'Infinito sarà messo all'asta a Roma, al prezzo di base di 150
mila euro. La cifra è stata fatta dal manager della Minerva Auctions
Massimo Bertolo: "I documenti di Leopardi sono i più costosi in termini
commerciali - ha detto - perché la domanda è altissima. Una lettera del
poeta al fratello Carlo sui Sepolcri del Tasso è stata battuta per 42
mila euro".
L'autografo, il terzo dopo quelli conservati a Napoli e Visso, è
identico al primo. "All'apparenza - ha spiegato la prof. Laura Melosi,
docente della cattedra Leopardi presso l'ateneo maceratese - la copia è
così conforme all'originale da aver destato sospetti circa la sua
autenticità''. ''I dubbi sono stati sciolti con la misurazione delle
dimensioni dei caratteri, che ha escluso la possibilità del ricalco, e
un accurato esame delle caratteristiche fisiche del supporto cartaceo,
corrispondenti a quelle in uso nella prima metà dell'Ottocento''. Ma,
soprattutto, ''sono stati cancellati dal raffronto visivo con altri
manoscritti leopardiani".
L'esame grafico è stato compiuto da Marcello Andria, per molti anni
conservatore delle Carte Leopardi della Biblioteca Nazionale di Napoli,
tra i massimi esperti di autografi leopardiani. Sul retro
dell'autografo, probabilmente redatto tra il 1821 e il 1822, figurano
l'indirizzo del destinatario, il 'Priore Comunale di S. Vittoria', un
bollo prefilatelico di Montefalcone Appenino, un piccolo quadrato verde
sbiadito, residuo consunto di un sigillo, e la nota di assunzione al
protocollo.
Secondo Melosi, lo scritto probabilmente accompagnava una sorta di
"raccomandazione" per la carriera militare di Luigi, uno dei nipoti di
Giacomo Leopardi. "Ma dobbiamo continuare a lavorare, insieme a Casa
Leopardi, per ricostruire con maggiore sicurezza le circostanze della
'fuoriuscita' di questo documento".
Ansa.it
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