DM 356. Precari della scuola: il danno e la beffa assemblea venerdì 6 giugno a Palermo
Data: Venerdì, 06 giugno 2014 ore 07:30:00 CEST Argomento: Sindacati
La Scuola statale è sottoposta a un continuo
impoverimento: dall'a.s. 2007/2008 all'a.s. 2013/2014, nonostante gli
iscritti siano stati in lieve continua crescita (+ 2%) è diminuito sia
il numero delle classi (- 3%) sia, tragicamente, il numero dei posti (-
13% docenti “comuni”, di cui quasi 5 su 6 precari, e – 17% personale
A.T.A.). Quindi, ai nostri studenti si è dato sempre meno tempo scuola,
in un numero inferiore di istituti scolastici, in classi sempre più
affollate e con personale sempre più precario: nell'a.s. 2012/2013
risultavano oltre 140.000 i posti annuali a tempo determinato
attribuiti al personale docente e A.T.A., quasi un precario ogni 6
colleghi di ruolo, oltre il 14% sul totale degli occupati.
E se tutto questo non bastasse, il ministero in questi anni ha pensato
bene di complicare ulteriormente la situazione degli oltre 450.000
docenti precari, iscritti nelle Graduatorie ad Esaurimento - GaE (circa
170.000) e nelle graduatorie d'istituto.
Oltre al Tirocinio Formativo Attivo – T.F.A. (10.000 abilitati) e al
Percorso Abilitante Speciale – P.A.S. (55.000 abilitati), nel 2012
Profumo bandisce un concorso destinato solo ad assumere un numero
predeterminato di concorrenti, in massima parte già forniti di
abilitazione, un concorso che non tutti hanno potuto affrontare perché
destinato a occupare solo le eventuali necessità di organico nelle
varie regioni.
Quindi, lo scorso 23 maggio la Giannini emana il decreto n. 356, con
cui consente anche a coloro risultati non vincitori di concorrere per
il 50% dei posti disponibili alle immissioni in ruolo, posti che erano
destinabili ai precari delle GaE.
In questo modo, il ministero cambia le regole del gioco dopo che i
precari hanno già preso decisioni importanti per il loro futuro: il 17
maggio, infatti, si è chiuso l'aggiornamento delle GaE e tanti precari
si sono iscritti in province lontane, dove sembrava più probabile la
loro immissione in ruolo sulla base delle norme vigenti, prima del
decreto Giannini.
Che si sia trattato o meno di una maldestra manovra pre-elettorale,
questo decreto rischia di rinfocolare quella lotta a colpi di ricorso
tra i vari settori di precari così sapientemente creata in questi anni
e che ha concorso a impedire la costituzione di un'unitaria piattaforma
rivendicativa per il definitivo superamento del precariato.
Un altro effetto da non sottovalutare è l'indebolimento delle GaE (la
Fondazione Agnelli ne chiede addirittura l'immediata abolizione a
favore della chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici)
attraverso la svalutazione della professionalità dei colleghi che vi
sono inseriti e che non hanno potuto o voluto affrontare un'ulteriore
selezione, anche perché non ci sarebbe dovuta essere una graduatoria
valida oltre i posti messi a concorso!
Ma questi stessi docenti sono quelli che in questi anni hanno
contribuito a far funzione la Scuola, avendo tutti i titoli per farlo e
acquisendo sempre maggiore professionalità sul campo, e che,
all'improvviso, non risulterebbero più “meritevoli” di farlo.
Il decreto succitato insieme ai proclami di un futuro concorso ci
dicono che la copertura finanziaria non manca, deduciamo quindi che a
mancare sia la volontà politica, la stessa a cui però ha fatto e fa
molto comodo condannare al precariato permanente i suoi cittadini.
Se il governo avesse davvero intenzione di migliorare la condizione
della Scuola e di chi da anni in essa lavora, una cosa sola dovrebbe
fare: assumere tutte le migliaia di colleghi e colleghe sfruttati da
decenni su tutti i posti vacanti e disponibili, eliminando le classi
pollaio, ripristinando il turn-over e abrogando la “Fornero” per
svecchiare il più anziano corpo docente d'Europa.
Cobasscuolapalermo.wordpress.com
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