Le scuole vanno a pezzi, l'allarme del Censis
Data: Domenica, 01 giugno 2014 ore 07:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Preoccupano
i dati sullo stato dell'edilizia scolastica - Roma, 31 mag. - Intonaci
che crollano, rubinetti che perdono e vetri rotti. Ma anche seri
problemi strutturali. Preoccupano i dati sullo stato della nostra
edilizia scolastica. Degli oltre 41mila edifici scolastici statali, il
Censis stima che in più della metà (24mila) gli impianti (elettrici,
idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a
norma. Sono 9mila le strutture con gli intonaci a pezzi. In 7.200
edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture. Sono 3.600 le sedi che
necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura
580mila ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2mila le
scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio
amianto. Edifici malandati e vetusti: più del 15% è stato costruito
prima del 1945, altrettanti datano tra il '45 e il '60, il 44% risale
all'epoca 1961-1980, e solo un quarto degli stabili è stato costruito
dopo il 1980. E' quanto denuncia il Censis nel quinto numero del suo
"Diario della transizione".
ANCHE LA MANUTENZIONE ORDINARIA È UNA PRIORITÀ Secondo i 2.600
dirigenti scolastici consultati nell'ambito di una indagine del Censis,
per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione
straordinaria. Ma nella maggioranza dei casi (il 57%) l'esigenza è dare
continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Nonostante il
patrimonio immobiliare scolastico sia vetusto, e benché si tratti
generalmente di strutture che corrispondono a modelli oggi non più
funzionali, anche quando sono state progettate dal principio come
scuole e non ricavate da caserme o conventi, solo nel 7% dei casi si
ritiene fondamentale la costruzione di un edificio più adeguato o il
trasferimento della scuola in un'altra sede.
IL GIUDIZIO NEGATIVO SUGLI INTERVENTI REALIZZATI Di lavori se ne fanno
pochi, e quando si fanno sono fatti male. Secondo le valutazioni dei
dirigenti scolastici, che hanno considerato la qualità degli interventi
realizzati in più di 10.000 edifici scolastici pubblici negli ultimi
tre anni, sono più di un quarto le strutture in cui sono stati
effettuati lavori ritenuti scadenti o inadeguati. Si tratta del 20,5%
delle scuole in cui gli interventi hanno riguardato l'abbattimento
delle barriere architettoniche, del 22,5% degli edifici in cui sono
stati realizzati lavori di manutenzione ordinaria, del 32,8% delle
opere di manutenzione straordinaria, del 33,7% delle strutture in cui
sono state realizzate reti o introdotti servizi per la didattica
digitale.
SPESE INSUFFICIENTI E TEMPI BIBLICI La recente assegnazione del 95,7%
dei 150 milioni di euro stanziati con il Decreto del fare per l'avvio
immediato di 603 progetti di edilizia scolastica rappresenta
sicuramente un cambio di passo rispetto alle lunghe e farraginose
procedure degli anni passati.
Sulla base delle risorse stanziate e dei ritardi di spesa accumulati,
alla fine del 2013 il Ministero delle infrastrutture stimava in 110
anni il tempo necessario per mettere in sicurezza tutti gli edifici
scolastici italiani. Gli interventi straordinari che via via sono stati
programmati dopo il tragico crollo della scuola di San Giuliano hanno
mobilitato poco meno di 2 miliardi di euro rispetto a un fabbisogno
stimato di 13 miliardi. Notevoli i ritardi nell'attuazione. Dei 500
milioni di euro attivati con le delibere Cipe del 2004 e del 2006, a
metà del 2013 ne erano stati utilizzati 143 milioni, relativi a 527
interventi sui 1.659 previsti. Per gli stanziamenti successivi, tutti i
progetti sono ancora in attuazione o addirittura in fase di
istruttoria. Va meglio l'impiego dei fondi strutturali. Il Programma
operativo 2007-2013 gestito dal Miur e relativo al Fesr (Fondo europeo
di sviluppo regionale), attivo nelle regioni Campania, Calabria, Puglia
e Sicilia, ha assegnato più di 220 milioni di euro a 541 scuole per
interventi nell'ambito della sicurezza degli edifici, del risparmio
energetico, per l'accessibilità delle strutture e le attività sportive.
Nel frattempo è scattata l'Operazione edilizia scolastica del Governo,
per censire le priorità d'intervento e le risorse necessarie, cui per
ora hanno aderito 4.400 Comuni.
ACCELERARE LE PROCEDURE Per garantire la tempestività della
manutenzione ordinaria e accelerare la realizzazione dei piccoli
interventi necessari è stata prospettata recentemente la possibilità di
dotare le scuole di un budget specifico. La maggioranza dei dirigenti
scolastici interpellati dal Censis (il 54%) si dichiara favorevole,
anche se il 45% condiziona tale eventualità alla semplificazione delle
procedure per l'affidamento dei lavori.
TMNews
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