Renzi ha stravinto. Occorre portare rapidamente il paese fuori dal guado - Proposte di politica scolastica
Data: Lunedì, 26 maggio 2014 ore 14:00:00 CEST Argomento: Redazione
Le elezioni
europee, annunciate quasi come un referendum tra Renzi e Grillo, hanno
dato ragione al vincitore che guida il Paese con tenacia e
determinazione.
Si consacra così una nomina ed una carica che appariva usurpata.
Occorre adesso dare rilanciare l'Europa e ancor più rilanciare l'Italia.
Il quadro politico che emerge dalle urne, segna una vittoria netta
dello schieramento europeista su quello contrario: Lega Nord, Lista
Tsipras e Fratelli d'Italia.
I venti euroscettici che avrebbero minato alla radice lo spirito
unitario e di competitività positiva che tiene insieme i 28 Stati
aderenti all'attuale Unione Europea, si diradano nell'aria e si auspica
che la nuova Europa possa mettere in agenda i temi di politica
scolastica sui quali il nostro Paese dovrebbe intervenire con urgenza
per non restare alla periferia dell'Europa più evoluta.
Come ha scritto autorevolmente Tuttoscuola tre sono i temi più
scottanti e prioritari: Il primo è la durata della scuola. 13 anni sui
banchi di scuola sono troppi da ogni punto di vista (costi, rapporto
costi/benefici, età di accesso all'università). Andrebbero quindi
incoraggiate e rapidamente estese tutte le sperimentazioni tese a far
completare il percorso scolastico secondario a 18 anni, da quella già
avviata (taglio di un anno a curricolo invariato) ad altre (quinto anno
'ponte', abbreviazione per merito, due bienni anziché monoennio più
triennio ecc.), sfruttando al massimo le potenzialità dell'autonomia.
Il secondo tema è quello della dispersione e qui ci vorrebbe un atto di
coraggio: meglio tenere un giovane, anche impreparato in più materie,
dentro un circuito formativo, almeno fino a 16 anni (e aiutarlo a
ridurre il gap), piuttosto che bocciarlo, se questo significa
consegnarlo a un destino di marginalità sociale e professionale. La
strada da percorrere è quella della personalizzazione, infrangendo il
totem dello standard minimo al di sotto del quale si boccia.
Una scuola che boccia non è scuola. I docenti che non si sentono tali,
perché "non hanno il piacere di bocciare" non dovrebbero stare a scuola.
Ciò non corrisponde alla promozione facile, bensì ad un lavoro di
didattico di aiuto e di accompagnamento nello sviluppo di competenze
funzionali al vivere civile.
La dispersione scolastica potrà essere superata, tenendo le
scuole aperte di pomeriggio, realizzando percorsi più flessibili, con
insegnanti dedicati, una didattica digitalizzata che favorisce la
personalizzazione degli itinerari.
I Fondi europei potrebbero essere ben spesi se indirizzati su questo
filone, producendo un efficace miglioramento dell'azione didattica e
formativa della scuola.
Il terzo tema, secondo Tuttoscuola, è la mancanza di una carriera
professionale per i docenti. Che penalizza la scuola italiana rispetto
a quella di quasi tutti gli altri Paesi europei.
Il problema della formazione iniziale, la laurea abilitante, le
questioni del reclutamento e della progressione di carriera, dovrebbero
dar luogo a percorsi e figure professionali intermedie, con compensi
legati agli incarichi e alle competenze, e solo in minima parte
all'anzianità. Un proficuo servizio di valutazione a pieno regime di
attività è il presupposto necessario per un percorso di qualità della
scuola.
"Occorre far uscire al più presto il Paese dal guado per mettere
finalmente a tacere chi vorrebbe tornare indietro - come ha scritto
Pietro Ichino - Occorre mettersi alle spalle il più in fretta possibile
questa troppo lunga transizione dalla stagione della politica
inconcludente a quella di una politica capace di compiere scelte
incisive rispondenti a un disegno strategico preciso, quindi più
autorevole anche in Europa".
Se il governo tiene, e viste le posizioni assunte, non è da escludere
che sulla scuola possano maturare convergenze che favoriscano la
ripresa degli investimenti, così da avvicinare sempre di più la
scuola italiana ai sistemi e alle esperienze educative europee di
maggior successo.
L'attuale maggioranza, che esce dalle elezioni europee rafforzata per
lo straordinario successo personale del Capo del Governo, ha adesso il
compito di gestire con competenza ed efficacia il semestre europeo,
forte del successo elettorale e di una rinnovata politica europea.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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