Intervalli per tutti, studenti autonomi: che shock la scuola finlandese
Data: Domenica, 25 maggio 2014 ore 13:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


"Più intervalli nell'orario scolastico, pause di ristoro anche per gli insegnanti, più autonomia agli studenti". Ecco lo "shock" di un insegnante americano alle prese con la scuola finlandese. Cos'ha di particolare la scuola in Finlandia, dove si sfornano i migliori quindicenni d'Europa, tra i primi anche a livello mondiale? A darcene un assaggio è  Tim Walker, insegnante di scuola primaria americano, trasferitosi alcuni mesi fa con la famiglia nel paese nordeuropeo per insegnare in una scuola elementare. A riportare il resoconto - per la verità parecchio stupito - delle prime settimane di lezione del docente statunitense è l'Associazione docenti italiani. Walker si è da poco trasferito da Boston a Helsinki e si ritrova in un altro mondo. Tra il suo Paese e la Finlandia, a scuola, ci sono enormi differenze. Sono forse queste a creare la meglio gioventù, scolasticamente parlando, del Vecchio Continente?

"Non ho avuto nessun particolare shock - racconta Walker - nei confronti della loro cultura, probabilmente perché mia moglie è finlandese". "Ma uno shock - aggiunge - l'ho decisamente provato entrando in classe, una quinta primaria in una scuola pubblica finlandese, dove ora svolgo il mio lavoro di insegnante". Il trauma, positivo beninteso, riguarda la modalità del cosiddetto tempo-scuola. "Un capovolgimento totale della mia impostazione pedagogica, della mia mentalità di insegnante americano". Ecco perché: "Più intervalli nell'orario scolastico, pause di ristoro anche per gli insegnanti, più autonomia agli studenti". Roba che in Italia è pura fantascienza. Il maestro americano articola il suo resoconto in tre punti, quelli che lo hanno maggiormente colpito per le differenze con il sistema educativo da cui proviene. 

"Le scuole finlandesi - riferisce Walker - organizzano l'insegnamento in blocchi orari di 45 minuti di lezione, ciascuna seguita da 15 minuti di intervallo. Gli studenti non hanno quasi mai due lezioni consecutive senza intervallo e, nella scuola primaria, gli intervalli si svolgono all'esterno, all'aperto, sia che ci sia il sole sia che piova". Il maestro non nasconde il disorientamento per una modalità completamente diversa da quella alla quale è abituato. "Programmavo - continua - lezioni consecutive in modo da dare ai miei alunni meno intervalli, ma più lunghi. Nel bel mezzo di una lezione uno dei miei allievi mi ha detto: "Sento che sto per scoppiare. Quand'è che facciamo l'intervallo?" Questa frase ha segnato una svolta per me. Da quel momento ho cambiato il modo di organizzare le lezioni e ho cominciato a notare che gli studenti erano più freschi quando tornavano in classe dopo questi intervalli brevi ma frequenti. Gli intervalli aiutano i bambini a tenere il ritmo".

Ma non solo. Tim Walker lavora in un istituto dove gli alunni svolgono le nove classi di scuola dell'obbligo finlandese, che in Italia comprende l'intero primo ciclo - scuola primaria e media - e il primo anno delle superiori. E i docenti? "All'inizio - spiega - ero riluttante a entrare in sala insegnanti. Vedevo i 15 minuti di intervallo come tempo da dedicare all'organizzazione della lezione successiva  e rimanevo in classe. Ma alcuni miei colleghi finlandesi, dopo aver notato questo mio comportamento, cominciarono a preoccuparsi che io potessi "scoppiare". Mi incitarono a trascorrere più tempo in sala insegnanti, a bere un caffè con i colleghi". "I colleghi finlandesi - puntualizza Walzer - mi hanno insegnato che le pause consentono agli insegnanti di essere più efficaci. Mi hanno spiegato che l'insegnamento è una maratona, non è uno sprint di 100 metri".

Nel nostro Paese, non sono previste pause istituzionalizzate né per insegnanti di scuola dell'infanzia, né per quelli della scuola primaria. Per i docenti delle scuole medie e superiori non c'è modo di rilassarsi, perché è prevista la sorveglianza degli alunni anche durante la ricreazione. Solo qualche ora "di buco" nell'orario consente una pausa. Walker descrive poi il livello di autonomia dei bambini finlandesi. "In America, la mia filosofia, all'inizio di ogni anno scolastico, è sempre stata quella di prendere per mano gli alunni e di non lasciarli finché non fossero stati in grado di essere autonomi". E anche in Finlandia Walker si riprometteva di fare altrettanto. Ma ben presto si accorge che le cose sono diverse.

"Per esempio volevo insegnare ai miei alunni di quinta a camminare in silenzio in fila, ma durante la mia prima settimana di scuola mi sono reso conto che gli alunni si muovevano autonomamente da una classe all'altra fin dal primo anno della primaria. Inoltre quasi tutti gli alunni di questa scuola pubblica finlandese vengono a scuola da soli. Insegnare loro a spostarsi in fila non solo sarebbe stato inutile ma anche un po' offensivo. Sebbene i bambini finlandesi appaiano molto più autonomi di quelli americani, non è che possiedano il "gene dell'autonomia". Il fatto è che loro hanno, a scuola e a casa, molte più opportunità di fare le cose da soli senza essere continuamente controllati ed aiutati".

"I miei alunni di quinta - conclude - hanno voluto organizzare una vendita di dolci e di altri cibi per raccogliere fondi. Sinceramente all'inizio la cosa non mi ha fatto impazzire di gioia. Era un'altra incombenza da gestire. Alla fine mi sono arreso e loro mi hanno letteralmente impressionato. Hanno disegnato gli annunci pubblicitari, creato un banner della classe e hanno portato una quantità incredibile di cose da mangiare. Tutto è stato fatto assolutamente senza la mia direzione. Ho fatto un po' di supervisione, ma nulla più".

E in Italia? L'organizzazione della giornata scolastica è ancora quella dei primi anni del secolo scorso: campanella alle 8, alunni seduti per ore e ore e ricreazione, ma solo per gli studenti delle scuole medie e superiori. Alla materna e alle elementari la pausa è invece a discrezione - e sotto la responsabilità -  dell'insegnante che non si rilassa mai.

Salvo Intravaia - Repubblica.it





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