Una scuola, ma per quale società?
Data: Domenica, 11 maggio 2014 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Redazione


La scuola deve aprirsi alla società perché educare è un'attività sociale. Giusto. Cosa vuol dire ciò? Semplicemente: che la scuola deve essere concepita come integrazione della società, e viceversa; che l'una ha bisogno dell'altra, e che entrambe devono interagire in un accordo di intenti se si vuole veramente il bene di tutta la comunità civile, e la crescita dei giovani in quanto futuri cittadini. E' chiaro, perciò, che non possa esistere una buona scuola a fronte di una società non buona, come non cresce bene un seme circondato dalle sterpaglie e costretto a germogliare su terra arida e non coltivata. Le condizioni sociali hanno forti ricadute sulla scuola, e se il mondo "esterno" risulta essere disorganizzato, sbandato, smarrito o incerto nei valori fondamentali, è la scuola, sono i giovani che vivono" dentro" la scuola, i primi a risentirne, e a soffrirne!

Ha senso, infatti, parlare di valori, proporre ai giovani studenti parametri educativi se , poi, questi vengono puntualmente e sistematicamente contraddetti dalla realtà che li circonda? Ha senso educare alla tolleranza, al rispetto della dignità della persona umana, alla giustizia, all'onestà, all'amore del prossimo, ai valori della libertà e della democrazia, alla civiltà del discorso e della interlocuzione civile e rispettosa delle idee degli altri, quando tutto questo non trova riscontro nella vita concreta, reale di tutti i giorni? Quale credibilità i giovani possono accordare a principi morali che vedono fatalmente disattesi dalle pubbliche amministrazioni, dalla politica che ci governa, e persino dalla famiglia? Quante sopraffazioni restano impunite, quanto è profonda la crisi degli organi di giustizia, quanto corrotti i costumi, quanto dilaganti la violenza e i comportamenti illegali e disonesti!

Che fare, allora?
Forse che la scuola può abdicare all'educazione dei valori, di certi valori, fra l'altro, che non sono storicizzabili, in quanto assoluti e assolutamente propri dell'uomo come entità e come essere sociale? Assolutamente no! Bisogna fortemente , e urgentemente, risanare questa sfasatura tra scuola e società, riallacciare il rapporto , perché, malgrado tutto, l'educazione costituisce un'attività sociale da cui nessuno , tantomeno la scuola, può rimanere estraneo.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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