Imparare a parlare e a scrivere
Data: Martedì, 06 maggio 2014 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


La società oggi affida alle immagini gran parte della propria comunicazione, perchè è un sistema più rapido,più efficace, più convicente. Le immagini accompagnate dalla musica mettono insieme contenuto e seduzione... A scuola, invece, si comunica quasi sempre con la parola scritta o verbale. Anzi la scuola è rimasta l'unico luogo specializzato dove si impara a scrivere e a trascrivere esperienze vissute e a decifrare la scrittura. Testo scritto e scuola fanno alleanza da secoli; sono una stessa cosa e fare lezioni voleva dire e ancora per certi aspetti vuol dire "leggere" testi scritti. Non vi si dovesse insegnare a scrivere e a leggere, si potrebbe fare a meno della scuola e tornare all' apprendimento per imitazione, come avveniva nelle antiche forme di apprendistato.
Anche in questo luogo consacrato alla scrittura, separato ma non estraneo al mondo, si è aperta una lotta per l'egemonia tra modelli comunicativi: quello dei nuovi media e quello tradizionale della scuola. E' una lotta impari come lo è quella tra gli armamenti nucleari e quelli delle truppe di fanteria. Lotta impari, ma che va combattuta; lotta tra il formato emozionale dei media e quello razionalistico dei testi e della parola "scolastica".
C'è una frattura tra gli adulti che si identificano nel secondo e i giovani che crescono nel primo. L'apprendimento multimediale si sviluppa per immersione, l'apprendimento dell'era Gutemberg si sviluppa per astrazione e distanziamento.
I media post-gutemberghiani attivano forme nuove di procedimento logico: contemporaneità, contaminazione, logica mostrativa, ragionamento analogico (Maragliano). Per i giovani i media rappresentano il primo e naturale ambiente per la formazione della coscienza e della conoscenza e si collocano a distanza sempre crescente dalla comunicazione scolastica,perchè propongono ciò che essa non dà: interattività, intimità, piacere .
"Quando la scrittura dominava la società la scuola giustamente ha introdotto l'oralità e gli audiovisivi; oggi deve reintrodurre la scrittura per compensare l'invasione dei suoni e delle immagini"(Ph.Meirieu). Il mondo virtuale rassomiglia alle ombre della caverna platonica, non è la verità delle cose, ma da esso oggi può cominciare l'elaborazione dei concetti. Fino all'invenzione della stampa l'insegnamento era prevalentemente orale e l'apprendimento era legato alla memoria; la discussione era la forma possibile di laboratorio; il testo scritto e riproducibile crea le condizioni di un altro tipo di insegnamento/apprendimento. E' evidente che la multimedialità non può lasciare indenne la forma scuola elaborata dai Gesuiti con la Ratio Studiorum.
La competenza linguistica ad ogni buon conto rimane fondamentale nella formazione delle nuove generazioni ed è propedeutica a qualsiasi apprendimento, perchè attraverso la parola i concetti vengono a formulazione e possono essere diffusi, comunicati. La sua padronanza apre tutte le porte dei saperi e al suo sviluppo vanno dedicate tutte le energie possibili.
Imparare a parlare, ad esprimere con chiarezza e forza le proprie idee, rappresentare nei luoghi specifici i propri interessi è il fondamento del diritto di cittadinanza e non casualmente i santuari dove si dovrebbero celebrare i riti della democrazia si chiamano ancora oggi "Parlamento".
Imparare a scrivere è necessario per dare forza argomentativa e fondamento di ragione ai propri convincimenti, alle proprie richieste, ai propri progetti, alle proprie riflessioni. E' importante imparare a scrivere ed è importante imparare a parlare. E' immotivata, però, la prevalenza della scrittura data a scuola, se non altro perchè vi si dedicano poche energie e poco tempo (quanti scritti in un quadrimestre? e di che genere?) Bisogna insegnare a parlare, perchè a tanti ragazzi dà coraggio e sicurezza.
La competenza linguistica non è solo quella della scrittura, anche se la sua importanza formativa non puo essere sminuita; si deve far chiarezza sulla sua identità: il linguaggio parlato è contestualizzato e negoziato; Quello scritto è specializzato, astratto e dimostrativo; il primo è il linguaggio della presenza, dell'immediatezza, della fisicità, delle emozioni, dei sentimenti e dei risentimenti. (cfr il Fedro di platone)
Si impara a star con gli altri in condizione di parità, sapendo parlare e l'uomo ha comunicato per millenni senza scrittura. Attraverso l'oralità ha tramandato patrimoni di cultura e di saperi. Il linguaggio scritto è più professionale, più riflessivo e va insegnato metodicamente conoscendone la condizione di maggiore difficoltà per un certo tipo di alunno; quello orale va invece disciplinato, riportato per quanto è possibile all'ordine e alla conseguenzialità di quello scritto. Bisogna possedere il linguaggio vivo e sanguigno delle emozioni e dei sentimenti, ma anche quello freddo e calcolato dell'analisi e dell'argomentazione.

prof. Raimondo Giunta





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