Quando gli studenti fanno da prof ai compagni rimasti indietro
Data: Domenica, 04 maggio 2014 ore 06:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il liceo
scientifico-tecnologico Majorana-Giorgi di Genova, che non ha più soldi
in cassa per pagare i docenti, si affida ai ragazzi più brillanti per
tenere (gratis) i corsi di recupero pomeridiani - Sono le quattro di un
martedì pomeriggio qualsiasi. Al secondo piano del liceo scientifico
tecnologico Majorana-Giorgi, è in corso una lezione. Materia: fisica.
Alunni: Serena e Camilla, IV AST. Professore: Davide, IV AST. Tutto
regolare: Davide è un loro compagno di classe, e in questa classe gli
alunni più bravi fanno lezione, di pomeriggio e di sabato mattina, a
quelli che lo sono meno. Con il benestare del preside e dei prof.
La volontà di essere solidali
«L’idea è nata perché in classe si era creato un divario tra quelli che
studiavano e quelli che no. Si avvertiva tensione. I più bravi se la
prendevano con quelli rimasti indietro, che bloccavano. Potevamo
continuare a insultarci a vicenda: abbiamo deciso di aiutarci a vicenda
per andare avanti insieme». Chi racconta è Davide Venticinque,
promotore numero uno dell’iniziativa, a cui si sono presto uniti Elia e
Riccardo, e saltuariamente, alcuni altri tra i più bravi della classe.
Danno ripetizioni di matematica, fisica e chimica, le materie in cui si
arranca di più. A usufruirne, oramai, è almeno la metà della classe.
«Ci danno un aiuto enorme – dichiara Camilla Mazzotti –. Stiamo
imparando cose che prima non eravamo invogliati a studiare. Non è che
spieghino meglio dei prof, ma con loro c’è un rapporto diverso. E poi
siamo pochi alla volta, non c’è confusione». «I ragazzi mi hanno detto:
visto che ci sono problemi grossi, vogliamo fare qualcosa – racconta
Enrico Tacchino, loro professore d’italiano e coordinatore di classe –:
io ho allargato le braccia e li ho abbracciati. Mi hanno chiesto di
annunciare la loro iniziativa durante la mia ora: la classe era
commossa, ci sono stati gli applausi...».
A partire dai muri
Davide a febbraio ha scritto una lettera al preside, chiedendo di poter
usufruire dei locali della scuola fuori dall’orario delle lezioni, per
dare ripetizioni a chi è rimasto indietro. Qualche rallentamento
burocratico, ma il permesso è arrivato tutto sommato lesto. E così vari
pomeriggi alla settimana, e il sabato mattina dalle 8.00 alle 12/13.00,
gli spazi sono a disposizione per i piccoli gruppi di studenti –3 o 4
persone – che seguono il programma con costanza. Tenendo adesso anche
una sorta di registro delle presenze, richiesto dal preside. È la
stessa aula dove insegnano i veri prof al mattino, con la sua bella
parete gialla pitturata di fresco. Un’altra iniziativa di questi
ragazzi, che l’autunno scorso hanno ristrutturato la loro classe,
grazie all’aiuto del vice-preside, che ha messo i materiali di tasca
sua: «Era inguardabile, era proprio distrutta», spiegano. E così nel
primo trimestre, quando ancora il progredire dell’anno scolastico non
aveva diviso gli animi, il sabato mattina era stato dedicato a quello.
Poi la classe prende una brutta piega. «Si stava sgretolando il
rapporto umano tra compagni – spiega Tacchino –, questi ragazzi hanno
fatto da collante e ripristinato una condizione ottimale: al di là del
risultato didattico, dal punto di vista della relazione è perfetto».
Piccoli voti crescono
Tutti i professori sono contenti dell’iniziativa, spiega il
coordinatore, che sottolinea come, a differenza di quanto era successo
in un liceo romano arrivato alla ribalta delle cronache qualche mese fa
per un’iniziativa simile, stimolata però dai professori, nel caso della
IV AST genovese tutto sia partito dai ragazzi. E conferma che, anche
dal punto di vista dei risultati accademici, le ripetizioni stanno
dando dei buoni frutti. «Io in chimica sono passata dal 3 al 7 –
racconta Silvia Villa –. I nostri compagni ci chiariscono le idee,
perché ti parlano nello stesso linguaggio che parli tu. Poi però devi
studiare a casa. In un certo senso sono più severi dei prof: ti dicono:
“Se vieni per rompere, stattene a casa!” E i professori cercano di
mettersi al passo: quella di matematica, per esempio, adesso per
spiegare ci fa vedere i video su YouTube».
Bellissimi tappabuchi
Gli studenti-prof sopperiscono a quelli che sono i buchi
dell’istituzione-scuola: fino a un paio d’anni fa al Giorgi, come in
molti altri istituti scolastici che soffrono la medesima situazione, a
partire dalla seconda metà dell’anno i corsi di recupero pomeridiani li
facevano i professori veri. Il Consiglio di classe determinava le
materie più «delicate», e venivano attivati i corsi. «Non ci sono più
soldi nella scuola – spiega Tacchino –.In passato l’istituto pagava i
professori per fare ciò che ora i ragazzi fanno come volontariato».
Tacchino tiene un gettonatissimo laboratorio extrascolastico di teatro:
a corso già avviato ha capito che l’istituto sarebbe stato in grado di
pagargli 16 ore su 60. Il laboratorio va avanti. «Crediamo tantissimo
che la scuola debba andare oltre la didattica e sposare la vita»
racconta Tacchino. Chissà che, come una III ha copiato l’iniziativa
della IV AST e adesso sta ridipingendo i muri della sua aula, altre
classi copino anche l’iniziativa solidale degli studenti-prof. Dice
Serena Garofalo, una delle allieve: «È bello il fatto che ognuno mette
a disposizione quello che ha di suo per darlo agli altri». Bello.
Bellissimo. Una bellissima lezione.
Carola Traverso
Saibante
Corriere.it
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