Oralità e scrittura
Data: Sabato, 03 maggio 2014 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


La cultura dell'oralità e quella della scrittura non vanno poste in sequenza rigorosamente cronologica, perchè non sono concepibili come realtà che si susseguono l'una all'altra. La scrittura che nella civiltà occidentale sarà subito fatta propria dalla filosofia, ma anche dalla scienza e dalla storiografia, apre le porte della ricerca razionale, della problematicità e della dialettica; attività intellettuali che nel loro insieme si opporranno consapevolmente al sapere "sapienziale" dell'oralità.
La cultura dell'oralità è stata capace di trasmettere un ricco patrimonio di saperi, valori e tradizioni e ha regolato per la sua congenita stabilità fin quasi alle soglie del ventesimo secolo la totalità dei comportamenti quotidiani della quasi totalità delle persone. Una realtà storica che è durata oltre il tempo in cui la scrittura si è diffusa per l'accresciuta possibiltà di accesso ai testi, riproducibili in molti esemplari grazie alla stampa.
Nell'incontro con la potenza rivoluzionaria della tecnica la scrittura è diventata un possibile bene comune, accessibile a tutti e insieme alla scolarizzazione di massa ha decretato la morte della cultura orale nelle società industrializzate e moderne. Questa per necessità è conservatrice, la stabilità infatti è la condizione della sua trasmissione;è corale e familiare. La cultura della scrittura è invece profondamente legata all'individuo, alla solitudine della sua meditazione. Un testo si può leggere e commentare in pubblico ad alta voce,ma rende molto di più nella lettura silenziosa tra le pareti domestiche. La scrittura conserva, ma predispone per le avventure intellettuali più audaci.
Nella scrittura c'è il prima e il poi; come nel ragionamento c'è il prima e il poi; la premessa e la conseguenza, come nella storia. La scrittura é riflessività, è distanziamento, è alternativa all'immediatezza. Se tutto diventa immediato, visibile e presente a colpo d'occhio, scompare la logica e scompare la storia. Scompaiono la solidità e lo spessore delle varie identità: quella individuale e quella di comunità.
E' recente l'aggressione alla sovranità della scrittura da parte dei nuovi media che veicolano nello stesso tempo suoni, immagini, informazioni e consentono interazione e globalità; ne è venuta fuori un suo ridimensionamento, ma non la sua sostituzione per fortuna. I nuovi media, in cui prevalgono immagini e suoni, si impongono nella società di massa come gli eredi naturali della civiltà orale, senza averne però la stabilità e lo spessore etico-sociale.
La scrittura in virtù di questi cambiamenti rischia di tornare a ricoprire l'antico ruolo di fondamento e tutela dell'élite dominante. E dire che si era da poco democratizzata.

prof. Raimondo Giunta





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