Tecnicamente .... ci vuole un tecnico!
Data: Giovedì, 01 maggio 2014 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Una delle accuse che ormai sovente viene rivolta alla scuola è quella di essere, usando un eufemismo, "disconnessa" dal contesto del territorio, ciò indipendentemente dalla capacità e dalla volontà dei propri allievi. L'accusa è ancor più infamante quando viene rivolta agli istituti tecnici ed ai professionali che dovrebbero invece essere realmente radicati nel territorio. In un contesto socio-economico da sempre disagiato come quello del mezzo giorno d'Italia, questa condizione getta discredito sul ruolo della scuola, tanto che, usando un eufemismo più erudito, potremmo definire la scuola quasi "pleonastica" se non fosse per la funzione di posteggio custodito dove lasciare la mattina, per ritirare comunque quando si vuole, i propri ragazzi.

Da qui discende una scelta della scuola "superiore" da parte delle famiglie, più di comodo che di sostanza. Ci si inscrive in quell'istituto perché è vicino casa, perché fanno la settimana corta, perché è più semplice, perché lo frequenta il compagnetto, il cugino, il fratello ecc. ed è già tanto se si sceglie un tipo di istituto invece di un altro in base ai risultati di profitto della scuola media. Chi sta risentendo in modo critico di queste scelte scellerate sono gli istituti tecnici, al punto tale che forse qualcuno in alto deve aver percepito finalmente che qualcosa non va nel verso giusto e sta provando a mettere qualche pezza (anche se in effetti per ora sembra più che altro vedere uscire conigli dal cilindro).

In effetti però perché iscrivere proprio figlio in un istituto tecnico industriale se non ci sono industrie? Tanto vale scegliere allora un istituto professionale ad indirizzo tecnico, almeno si dovrebbe imparare un mestiere, ma anche in questo caso se si opta per un professionale si intraprendono altre strade più modaiole. Allora il problema non è il termine “industriale” o “professionale”, ma la parola “tecnico” dalla quale si rifugge.
Eppure il termine “tecnico”, fuori dal contesto scolastico, è molto usato, anzi abusato! Per qualsiasi problema chiediamo sempre l’intervento di un tecnico: <<conosci un tecnico per ……… >>; <<devo rivolgermi ad un tecnico …….. >> e quindi giù una lista di specialisti: il tecnico della lavatrice, della caldaia, il tecnico delle radiografie, un tecnico per aggiustare gli occhiali, il tecnico logopedista ecc.; anche nel calcio l’ allenatore della squadra oggi è diventato il “Commissario Tecnico” o il “Preparatore tecnico”.
Questa parola è così permeata nel  linguaggio comune che anche quando ci si ferma ad un ciospo a bere un selz al limone si sente bofonchiare due persone a lato: <<…..m’pare è una questione tecnica……….>> e l’altro rispondere <<si m’pare, però tecnicamente parlando ………>>.
Ma allora mi domando dopo un sonoro sproloquio <<perché tutti voglio diventare cuochi, parrucchiere ed estetiste?>>

prof. D. Crudo





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