Riforma Statali, Scivoli e Prepensionamenti. Sui Provvedimenti Referendum Online
Data: Martedì, 29 aprile 2014 ore 16:50:44 CEST Argomento: Rassegna stampa
L’annuncio, come
ormai d’abitudine, arriva via Twitter. «Mercoledì (domani, ndr) la P.A.
con un pensiero affettuoso agli amici gufi», ha cinguettato dal suo
account il premier Matteo Renzi, spiazzando tutti. Persino le struture
di Palazzo Chigi che, invece, complice il ponte del primo maggio, si
erano tarate per portare la riforma al consiglio dei ministri della
prossima settimana. Ma tant’è. Domani sarà il gran giorno per gli
statali e per i grand commis. Non è detto, tuttavia, che ci sarà
l’approvazione del decreto e del disegno di legge delega che dovrebbero
comporre la riforma. Sui testi si sta ancora lavorando. A Palazzo Chigi
le bocche sono cucite. Dopo le fughe di notizie dei giorni scorsi,
soprattutto sui tetti agli stipendi dei dirigenti, si vogliono evitare
altri contraccolpi che possano minare il progetto. Quello che trapela è
che Renzi e il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia,
presenteranno un’iniziativa che riguarderà non solo il merito, ma anche
il metodo della riforma.
ADDIO AI VECCHI RITI «L’idea che abbiamo avuto - ha spiegato il premier
ai suoi fedelissimi - è quella di rovesciare l’approccio, di cambiare
verso al modo con il quale si è affrontato finora il nodo della
Pubblica amministrazione». Cosa significa? Il metodo, per ora, di certo
è cambiato. I sindacati sono stati sentiti, ma senza avviare nessun
tavolo di trattativa. E ieri sia la Cisl che la Cgil hanno duramente
protestato per questa esclusione. La concertazione, insomma, non c’è
stata e non ci sarà. Le opinioni dei sindacati, come quelle di tutti
gli altri soggetti interessati dalla riforma, potrebbero essere
raccolte con una modalità innovativa, una consultazione on line sui
contenuti della riforma della pubblica amministrazione.
I CONTENUTI Contenuti che in parte sono già trapelati nelle scorse
settimane. Di certo ci sarà una riforma della dirigenza pubblica. La
distinzione in fasce (prima e seconda) sarà eliminata e arriverà un
ruolo unico. I dirigenti saranno a termine e dovranno ruotare. Dai
ministeri scomparirà la figura del Capo dipartimento. La parte
variabile della retribuzione sarà ridotta (a Palazzo Chigi è già stata
tagliata del 15 per cento), e i premi di risultato saranno corrisposti
non più a pioggia ma dopo un’attenta valutazione delle performance. Una
parte sarà anche legata all’andamento dell’economia. Se il Paese va
male niente premi ai dirigenti pubblici. Secondo il piano Cottarelli
dalla riforma della Pa dovranno arrivare in tutto 3 miliardi di euro di
risparmi. Solo dalle nuove norme sulla dirigenza sono previsti 500
milioni di risparmi.
La parte più sensibile politicamente, tuttavia, resta quella degli
esuberi. Cottarelli ne ha conteggiati 85 mila. Il ministro Madia ha
aperto ad una staffetta generazionale, prepensionare o garantire degli
scivoli per il lavoratori più anziani per favorire l’ingresso dei
giovani. Ci sarà una centralizzazione delle assunzioni (tutti saranno
dipendenti della Repubblica e non di un singolo ministero) e la
mobilità obbligatoria. Bisognerebbe sbloccare il turn over, attualmente
fissato al 20 per cento: ogni cinque lavoratori che escono ne può
essere assunto solo uno.
C’è il problema del rischio disparità con i privati, soprattutto gli
esodati, che senza scivoli verso il ritiro sono rimasti senza pensione
e senza stipendio. L’altro meccanismo è già previsto dalle norme
vigenti anche se poco utilizzato: l’esonero dal servizio. Il dipendente
pubblico viene lasciato a casa a circa metà stipendio quando manca poco
alla pensione. Questo sistema, che potrebbe essere applicato
soprattutto per i dirigenti, potrebbe essere migliorato prevedendo un
impegno «part time» in alcuni settori dello Stato particolarmente
carenti. Infine ci sarà la parte di semplificazione amministrativa, con
l’arrivo di un «Pin» unico per accedere a tutti i servizi della Pa.
Andrea Bassi
Leggo.it
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