La ciotola 2.0 che fa felici gatti e cani
Data: Domenica, 27 aprile 2014 ore 08:15:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Gli studenti
dell’istituto Antonio Monaco di Cosenza hanno inventato InterPet, un
distributore di cibo per piccoli animal connesso a Internet e dotato di
telecamera. - Giornate frenetiche, riunioni infinite e il
cucciolo di casa resta solo: per zittire i sensi di colpa e mantenere
il contatto, almeno virtuale, con il proprio animale da compagnia, gli
studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Antonio Monaco di Cosenza
hanno inventato InterPet, «un distributore di cibo per piccoli animali
domestici, comandato in remoto tramite Internet e dotato di telecamera,
con connessione audio-video, per una interazione reale con il proprio
animale».
«Genitori» non più ansiosi
Una startup in piena regola, con la quale i nove studenti della 3A
Informatica e Telecomunicazioni partecipano al concorso promosso da
Sistemi Formativi Confindustria «latuaideadimpresa». «Abbiamo messo a
frutto i nostri studi», sottolineano i ragazzi, che hanno ideato e
sviluppato il progetto dalla A alla Z, compreso il software, realizzato
da loro, che dà la possibilità «da qualsiasi luogo nel mondo connesso a
Internet, di ricevere immagini e suoni dal dispositivo e azionare il
dispensatore di cibo per il tempo e la quantità desiderati». In questo
modo, i proprietari potranno «verificare lo stato dei propri animali
domestici quando sono fuori casa».
Le esigenze di Fido
Proprio questa interazione caratterizza la loro invenzione rispetto
agli attuali modelli in commercio. «La distribuzione del cibo non
avviene a tempi prefissati, secondo timer, ma nei momenti voluti,
rispettando le esigenze dei propri animali», in modo da «vedere,
‘coccolare’ e dare del cibo al proprio gatto anche quando si è fuori
casa». E per coloro che una scrivania con un pc non sanno cos’è e sono
sempre in giro, ci sarà la possibilità di usufruire delle stesse
funzioni tramite smartphone. Un bel progetto, che ha visto anche la
costruzione di un prototipo, «funzionante» sottolineano gli studenti,
soddisfatti dalla possibilità di tradurre nella realtà »competenze e
studi svolti».
Fantasia e rischi imprenditoriali
Partendo proprio «dalle competenze acquisite e dalle cose apprese nel
periodo della formazione»”, si sono messi in gioco «con fantasia,
passione e senso del rischio», avvertendo tuttavia «una
sottovalutazione dell’importanza della formazione scolastica e la
mancanza di una sistematica relazione tra scuola e mondo produttivo».
Soddisfatto anche il preside, Ennio Guzzo, che vede in questo progetto
«la finalizzazione concreta delle competenze didattiche acquisite» ma
anche l’attuazione di “un metodo innovativo, sempre più utilizzato nei
processi formativi, basato sull’apprendimento cooperativo,
sull’’imparare facendo’ e sulla responsabilizzazione degli studenti
nella costruzione di una esperienza”. Lo scambio di esperienze è molto
importante per i ragazzi, per «non farli sentire ‘soli’ nei loro
auspicabili tentativi di inserimento nel mondo produttivo». Anche per
questo, sottolinea il preside, «in questi ultimi anni sono state
attivate numerose iniziative di alternanza scuola-lavoro, stages,
tirocini, con importanti aziende locali e con multinazionali che hanno
filiali nel nostro territorio».
Lavoro in team
Uno sforzo raccolto e sostenuto in pieno da Confindustria Cosenza. Come
conferma il Presidente dell’Associazione, Natale Mazzuca, «grazie a una
serie di progetti e a molteplici intese, stiamo lavorando per favorire
l’incontro tra scuole e imprese in modo da ridurre la distanza che
separa domanda delle imprese, e offerta di capitale umano, formato
nelle scuole e nelle università». Per Mazzuca, titolare dell’impresa di
costruzioni MA.CO., i giovani di oggi hanno «entusiasmo, voglia di
integrazione, tenacia, intelligenza, capacità di saper lavorare in
team. Sono più pronti a mettere in gioco idee nuove osando, sapendo di
poter anche sbagliare, ma misurandosi con gli altri». Ma non basta, c’è
bisogno di sensibilizzarli ulteriormente «verso l’acquisizione di
cultura d’impresa: è per questo che sempre più spesso apriamo le porte
delle nostre aziende ai ragazzi, per far vedere loro i luoghi dove le
competenze e la cultura della creazione di valore danno vita a prodotti
e servizi che danno eccellenza e forza alla nostra economia». Mazzuca
ne è convinto, “occorre far cogliere loro l’importanza dei fattori
della produzione: senza imprese non c’è sviluppo».
Roberto Costantini
Corriere.it
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