Il volto del potere
Data: Giovedì, 24 aprile 2014 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


La lotta per il potere quasi sempre non conosce, regole, scrupoli e limiti; la lotta per qualsiasi tipo di potere. Chi la intraprende trova mille giustificazioni per non fermarsi davanti a nessun ostacolo: è una lotta che non può finire in parità. Il potere crea gerarchie e subordinazione; c'è chi comanda e c'è chi subisce e obbedisce. Chi detiene il potere non vuole perderlo, costi quel che costi. E' connaturato alla logica del potere il desiderio di dividere, annientare, umiliare, offendere gli avversari. Spesso è stato il terrore la sua unica necessaria strategia di sopravvivenza. L'intreccio con la violenza, con la morte è stata la sua storia, è stata la sua identità e pochi sono riusciti a scioglierlo sia che detenessero il potere sia che aspirassero ad averlo soprattutto se riguardava popoli e città.

Il potere vuole essere unico, indivisibile, non delegabile e raramente ammette la sua rinuncia; l'attaccamento ad esso per chi lo possiede è l'unico modo in situazioni difficili per garantirsi la sicurezza.
Quando il potere sulle persone e sui popoli era dinastico e individuale il suo possesso e la sua gestione toccavano ogni abisso di malvagità. Niente era proibito e non c'era remora alcuna a ricorrere alla peggiori forme di crudeltà. Le vicende più orribili si consumavano nelle successioni dentro gli stessi nuclei familiari, tra parenti, tra padri e figli. ERA QUESTO IL VOLTO DEMONIACO DEL POTERE che nelle storie bibliche e vocava la maledizione dei giusti e dei profeti. Potere necessariamente irredimibile, da condannare, da subire, ma non da sovvertire...
Ci sono voluti millenni di difficili, dolorose, disperate lotte contro gli abusi, le sopraffazioni, le crudeltà le ingiustizie, la violenza di chi comandava per contenere e civilizzare la natura del potere, per renderla nei limiti del possibile sopportabile.

Nel corso della storia con le leggi (comprese quelle morali) si è cercato di contenere lo spazio della potenza del male, si è cercato di delimitare la volontà di dominio e di sopraffazione che scaturisce naturale dalla detenzione del potere. Si sono imposte limitazioni, regole e procedure di alternanza e di reversibilità. Si è inventata la democrazia, al cui sostegno sono necessari sia la divisione del potere sia un sistema di equilibri e di contrappesi, che se non devono impedire di prendere decisioni, devono essere in grado di neutralizzare scelte arbitrarie, pericolose per la comunità e ogni genere di avventure personali.
Una conquista mai al riparo dai tentativi di stravolgimento, di limitazione, di mutilazione da parte di uomini e di partiti di potere.

prof. Raimondo Giunta





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