Il quinto anno dei Licei un 'anno ponte' o 'anno zero'? Che cosa accade il quinto anno nei Licei?
Data: Giovedì, 03 aprile 2014 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


I giornali riportano in questi giorni il calendario e le statistiche in merito alle prove di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso e come gli studenti di quinto anno sono distratti dal normale svolgimento delle lezioni. I docenti curriculari vedono un'interferenza dell'Università nella scuola e considerano "snobbata" la maturità e gli esami finali.

I professori sono costretti a fermare lo svolgimento del programma, a sospendere i compiti in classe per le numerose e "giustificate" assenze" per lo studio intensivo in preparazione alle selezioni.
Dopo ci saranno le vacanze di Pasqua e l'anno scolastico si conclude con la simulazione dei test della terza prova e lo studio delle materie sorteggiate per gli esami. Le interrogazioni sono programmate e la frequenza è alquanto saltuaria.

Tutto il programma e il "curriculare" del quinto anno, quindi, resta soltanto scritto tra le carte e nei programmi di esame del documento del 15 maggio.
Questa considerazione pone la questione della valenza scolastica dell'ultimo anno che in un precedente dibattito si riterrebbe opportuno trasformare in "anno ponte" per l'Università, favorendo il conseguimento della maturità a 18 anni.

Alcuni dirigenti evidenziano, inoltre, la difficoltà di gestione degli studenti "maggiorenni", che si autogiustificano e non si sentono legati alle regole della scuola, né possono essere rimproverati.

L'impianto attuale della scuola italiana prevede cinque bienni (3+2) ed il percorso formativo è scandito dagli "anni ponte", di accesso alla scuola primaria, di passaggio alla secondaria e di accesso all'Università e al lavoro, sviluppando in maniera intensiva l'azione orientativa di guida alla scelta del proseguimento negli studi, in vista della vita professionale futura.

Terminando il ciclo di scuola superiore in quattro anni, e conseguendo la maturità a 18 anni si offre agli studenti una maggiore opportunità e serenità nella scelta: i più pronti potranno accedere subito all'Università e agli altri si potrà offrire l'opportunità di svolgere un "anno zero" di studi universitari con l'opportunità di meglio maturare le scelte sul percorso da seguire, acquisendo anche dei punteggi e crediti spendibili per il proseguimento futuro nei corsi universitari.

La proposta del Liceo in quattro anni che sta per essere avviata in fase sperimentale in alcune scuole d'Italia tende, appunto, a verificare l'attivazione di tale idea funzionale al miglioramento del servizio scolastico.
Il nuovo Ministro Stefania Giannini nelle sue prime interviste ha salutato come positiva la proposta dei Licei in quattro anni, considerandola in linea con l'Europa, definendola: "un modello internazionale".

Si tratta di un percorso formativo che punta sulla qualità e non sulla quantità degli anni e dei giorni di scuola ed il progetto del Liceo in quattro anni, che intende offrire una formazione essenziale e completa per affrontare con responsabilità e competenza la carriera universitaria, prevede la necessità di risorse aggiuntive: tutor formativo di guida alla metodologia dello studio; guida alla scelta orientativa della facoltà universitaria e della professione; ampliamento dell'offerta formativa: diritto, economia, finanza, altra lingua straniera.
Queste nuove figure professionali, da formare, costituiscono la risorsa indispensabile per la scuola di domani che punta sulla qualità e sull'efficienza.

A quanti considerano il progetto solo nella riduzione della spesa pubblica e taglio di posti per i docenti, si fa presente che il progetto del Liceo in quattro anni è stato adottato già da dieci anni e con positivi successi nell'Ontario in Canada, dove l'intero sistema scolastico rivela e documenta positivi segni di miglioramento e di sviluppo rispetto al precedente ordinamento, che prevedeva cinque anni d'istruzione secondaria.

Gli studenti sono più pronti, più preparati e i programmi resi flessibili e funzionali favoriscono lo sviluppo delle competenze conoscitive e culturali degli studenti, anche grazie all'uso dei moderni strumenti tecnologici e informatici.
Le due parole chiavi del ministro Giannini: "Impegno e premialità", in questo progetto innovativo potranno facilmente essere attuate e consentire visibili risultati di miglioramento per tutta la scuola.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2485682.html