Antonio Ingroia incontra gli studenti del Liceo 'M. Cutelli'
Data: Sabato, 29 marzo 2014 ore 07:45:00 CET
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Riflessioni sul libro-intervista dei giornalisti Lo Bianco e Rizza, nel quale l’ex magistrato rielabora criticamente vent’anni della nostra storia, a partire dalle stragi di mafia del ’92.     
Io so”: un titolo che suona come un nuovo “J’accuse”.
Dalle pagine del suo libro, Antonio Ingroia parla di una verità senza prove, di pasoliniana memoria, delle responsabilità di uno Stato che non ha mai voluto veramente sdradicare il fenomeno mafioso, né fare chiarezza sulle stragi, alle quali piuttosto ha risposto con una politica di contenimento, di compromesso, che ha inquinato i principi della democrazia. Il giudice Borsellino - ricorda Ingroia - viene ucciso perché percepito come ostacolo alla trattativa Stato-mafia.

Questo, e molto altro, è stato oggetto di riflessione nell’Aula Magna del Liceo “M. Cutelli” il 27 marzo 2014, per un folto gruppo di studenti che negli anni delle stragi di mafia non erano ancora nati, ma ai quali va consegnata questa memoria. Più volte nel suo libro Ingroia si rivolge ai giovani per ricordare loro l’assassinio di “uomini che rappresentavano un modello di cittadino diverso e un’Italia diversa” e per invitarli a recuperare, con il nostro aiuto, il patrimonio storico, etico e morale, che le stragi del ’92 hanno tentato di cancellare. “Da lì, da quel patrimonio, bisogna ricominciare”.

E’ intervenuta al dibattito la prof.ssa Caterina Liberti, docente di Filosofia Teoretica all’Università di Catania. Ha coordinato i lavori la prof.ssa Ermelinda Majorana, del Liceo “Cutelli”.

Agata Maria Pennisi
agatamariapennisi@gmail.com





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