
Il ministro Stefania Giannini, un pesce fuor d’acqua
Data: Sabato, 29 marzo 2014 ore 07:00:00 CET Argomento: Opinioni
Il
ministro Giannini ha illustrato alla commissione cultura del Senato la
strategia che intende adottare per collocare “l’istruzione al centro dell’agenda
politica del paese”. Una finalità enunciata che, per il punto di
vista inadeguato, evapora: non è stata identificata l’origine della
crisi del sistema educativo.
Leggiamo tre paragrafi cardine delle linee programmatiche del Miur.
“Prendiamo la normativa scolastica
nel suo complesso, dove l’ultimo Testo Unico risale al 1994 –
esattamente venti anni fa. Da allora il corpus giuridico è tornato
velocemente ad assomigliare a quelle sezioni della Terra che si trovano
nei libri di geografia: ere geologiche stratificate, norme su norme
sedimentate, sovrapposte e interpretate da una giurisprudenza senza
fine. Se vogliamo dare certezze alla scuola, e siamo tenuti a darne, è
tempo di ridare certezze a tutti coloro che nella scuola lavorano e
vivono, nell’esercizio quotidiano dell’insegnamento e dell’apprendimento”.
Si tratta di un indirizzo formulato in spregio alla GERARCHIA DELLE
FONTI, principio cardine del nostro sistema giuridico: una norma
di fonte inferiore non può porsi in contrasto con norme di fonte
superiore.
Tutte le norme aventi pari livello
gerarchico del TU del 94 ne hanno confermato lo spirito e gli indirizzi.
La questione che il ministro avrebbe dovuto porsi è: perché la volontà
del legislatore non ha prodotto i risultati attesi?
“Di strumenti snelli e di
semplificazione c’è bisogno ovunque. Prendiamo ad esempio la governance
della scuola e la revisione degli organi collegiali, dove sembra utile,
anzi necessario, garantire la piena funzionalità dell’organo consultivo
a livello nazionale, nonché degli organismi necessari ai diversi
livelli di intervento locale”.
Revisionare per garantire la piena funzionalità degli organismi
collegiali?
Il buon padre di famiglia, prima di revisionare o di modificare un
dispositivo, ricerca e identifica l’origine di funzionamenti
anomali.
Perché il ministro prima di enunciare le sue linee programmatiche non
ha interrogato i POF per conoscere come
- La finalità del sistema educativo, che consiste nella promozione
di capacità e di competenze, sia perseguita;
- La valutazione periodica, prescritta dall’art. 7 lettera d) del
tu 297/94, sia praticata;
- La progettazione formativa/educativa/dell’istruzione, sostanza
dell’autonomia delle scuole, condizioni la gestione scolastica;
- Gli organigrammi siano concepiti in conformità alle disposizioni
di legge e al dettato delle scienze dell’amministrazione e abbiano
superato gli inefficaci modelli gerarchico-lineari;
- Il concetto di sistema abbia portato a unità la vita della scuola;
- …..
“Il terzo principio è quello della
VALUTAZIONE, che significa eliminare i colli di bottiglia, e sostituire
i controlli ex ante con la valutazione ex post. Significa assegnare le
risorse sulla base dei meriti e dei demeriti”.
La dottrina afferma che i controlli, intesi come rilevazione
dello scostamento obiettivi-risultati, devono essere temporalmente
differenziati:
a) la valutazione della fattibilità di un progetto è la necessaria
premessa a ogni attività (controllo antecedente);
b) l’osservazione dell’evolversi dei processi è essenziale al loro
monitoraggio (controllo concomitante);
c) la verifica dei risultati conseguiti conduce alla determinazione
dell’efficacia dell’attività svolta (controllo susseguente);
d) l’esame della coerenza e della persistenza nel tempo della validità
degli obiettivi e della struttura di un progetto fornisce un
riscontro al disegno complessivo dell’intervento (controllo
dell’evoluzione).
Si tratta della scansione delle fasi di cui si sostanzia la
progettazione, fondamento del DPR sull’autonomia delle istituzioni
scolastiche. Sembra che l’unica preoccupazione del ministro sia
l’assegnazione delle risorse .. non è così che si assicura la
centralità e l’incisività della scuola.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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