Religiosità e ragione
Data: Mercoledì, 26 marzo 2014 ore 08:30:00 CET Argomento: Redazione
Non ho la
fede in un Dio rivelato, ma ogni volta che sollevo lo sguardo al
cielo stellato resto sgomento, sento in me una forte
e naturale religiosità che mi richiama alla consapevolezza del
limite, della precarietà, finitezza e inadeguatezza del mio
essere, di fronte alla formidabile immensità dell’universo. Non tutto
può la ragione! Bisogna avere il coraggio di riconoscerlo questo
senso del mistero. Stare ai limiti della nostra ragione non significa
volere sminuirne il valore, mortificarla per renderla
"ancilla fidei", rinunciare alla verità di scienza, ma bensì
usare con religiosa umiltà, e responsabilmente, le nostre facoltà
intellettuali, ricordandoci che siamo intelligenze discorsive legate
ineludibilmente al tempo e allo spazio, che sono forme "a priori" di
ogni nostra esperienza possibile: oltre questi limiti ogni sapere
sarebbe illusorio e ogni affermazione arbitraria. Di ciò che non
si conosce, è meglio tacere.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com
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