La gestione dei rifiuti in Sicilia e le colline di Motta S. Anastasia, Misterbianco e Catania
Data: Domenica, 23 marzo 2014 ore 09:00:00 CET Argomento: Redazione
Gli organismi viventi ad un primo esame sembrano essere indipendenti
dall'ambiente in cui vivono, poiché l'informazione appare procedere dal
codice genetico o DNA sino alla composizione e struttura specifica.
Tuttavia ciò non è del tutto vero ed analisi più approfondite portano
alla conclusione che l'ambiente, cioè l'intorno o il luogo in cui si
vive e dove si è in interazione con gli altri viventi, è parecchio
determinante e fondamentale per ogni organismo, poiché da esso si
origina quel flusso di materia e di energia indispensabile per
scatenare nella materia "inerte" quelle trasformazioni che rendono il
cibo, l'aria, l'acqua e "perfino i
pensieri, le emozioni, le sensazioni e i sentimenti, corpo vivente
specifico" (A. Ceruti, 1986).
La cura e la difesa dell'ambiente naturale e della sua salubrità ed
integrità non è dunque qualcosa di astratto e che non ci appartiene,
perché è invero un impegno e un dovere per tutti e un atto
d'amore verso noi stessi, perché senza di esso è impossibile la vita e
il mantenimento del nostro corpo.
La Sicilia dal punto di vista ambientale e nei suoi vari contesti
naturali si ritrova, per le particolari vicende umane, storiche e
culturali, accadute nel corso del tempo, in fase di degradazione
ambientale, territoriale, paesaggistica, vegetazionale, che diventa di
conseguenza socio-culturale ed economica.
La gestione dei rifiuti è carente, improvvisata ed in una situazione di
continua emergenza, poiché non è il frutto di una reale ed attenta
pianificazione territoriale delle strutture e dei servizi, ed è
incentrata sul conferimento o l'isolamento dei RSU nella loro integrità
e quasi esclusivamente in discarica.
La discarica in effetti, quando interra i rifiuti indifferenziati, è un
metodo che genera emergenze di ogni tipo, ed è da considerarsi
sicuramente inidonea alla tutela dell'ambiente e dei sistemi viventi.
Infatti lo smaltimento in discarica della totalità dei RSU, anche se
più sbrigativo ed agevole, è inefficiente dal punto di vista ecologico
e dell'impatto ambientale per una serie di motivi (inquinamento del
suolo, dell'acqua e dell'aria, consumo di suolo, tempi lunghi (10-30
anni e anche più) per la trasformazione dei rifiuti, ecc.), in
particolare per la sottrazione della sostanza organica, che in questo
modo non rientra nel ciclo naturale e così predispone i suoli alla
desertificazione.
In aggiunta la gestione dei RSU dei singoli Comuni anche con le nuove
strategie del "porta a porta" e della raccolta differenziata, nella
maggioranza dei casi, nei fatti è piuttosto una dispersione dei
rifiuti, poiché una buona parte di essi si ritrovano lungo i margini
delle strade e quasi ovunque a causa della disorganizzazione del
servizio.
Sovente questo è da attribuire a cause diverse ma anche molto semplici
come, ad esempio, la mancanza dei contenitori adatti per la raccolta
differenziata ed indifferenziata, che in molti Comuni sono quasi del
tutto scomparsi e divenuti per molti cittadini un vero e proprio
miraggio.
Moltissimi luoghi dell'isola, le strade statali e provinciali, perfino
le strade di campagna, in tale situazione e con la disorganizzazione
derivata dalla sinergia di vari fattori ed elementi anche di tipo
socio-culturali, sono stati in tal modo trasformati in piccole e medie
discariche, con grave danno per il turismo e l'attrattività dei luoghi.
Il rifiuto in pratica è il derivato da difetto della produzione,
dall'uso di materiali poco degradabili e della disorganizzazione, e la
discarica in cui poi termina è un sistema di smaltimento, che quando
interra l'intera quantità dei rifiuti indifferenziati, ha un impatto
ambientale negativo, sia per il percolato (liquido derivato dalle acque
meteoriche che attraversando i rifiuti si infiltrano nel suolo e può
inquinare le acque sotterranee anche a distanza dal luogo e sia per il
rilascio del biogas in atmosfera con la diffusione di sostanze volatili
nocive, che nonostante le incertezze dei dati scientifici e
sperimentali, probabilmente create ad arte allo scopo di non
creare allarmismo, di sicuro predispongono il corpo a patologie varie
molte delle quali sconosciute.
La legislazione europea ed anche quella italiana per tali motivi
prevedono l'abbandono dello smaltimento dei RSU non differenziati in
discarica, che determina una forte degradazione territoriale,
ecologica, ambientale, che si riverbera poi in un impoverimento
economico e socio-culturale del territorio.
Una delle più grandi discariche siciliane è situata a Motta S.
Anastasia, al centro di un vasto sistema collinare di circa 1200 ha,
delimitato in parte dalla SS 121 e compreso proprio tra Motta S.
Anastasia, Misterbianco e Catania, che nel tempo si è impoverito della
vegetazione ed è stato abbandonato dall'agricoltura.
La discarica è in funzione da più di 30 anni e gli Enti territoriali si
preoccupano poco degli effetti sanitari ed ambientali, che col
trascorrere del tempo derivano e/o deriveranno dal percolato e
soprattutto dall'esposizione prolungata alle sostanze volatili nocive
del biogas rilasciato in atmosfera, in specie alla luce dell'estrema
vicinanza dei popolosi centri urbani e per l'interramento nel tempo di
una notevolissima quantità di RSU indifferenziati, molti dei quali
provenienti da città e paesi anche al di fuori della Sicilia.
L'ampliamento della discarica proposto per accogliere un ulteriore ed
elevato quantitativo di RSU, in considerazione della legislazione e che
l'altrove da sporcare non c'è più, dell'inquinamento ulteriore che
inevitabilmente produrrebbe e dell'accumulo di rifiuti già esistente, è
del tutto fuori da ogni logica ed incauto ed avrebbe effetti devastanti
per l'intera area che invece, proprio per la situazione e la
degradazione in cui versa, ha necessità d'essere bonificata e
riqualificata dal punto di vista soprattutto vegetazionale, proprio per
temperare quanto più è possibile l'alterazione e l'inquinamento
ambientali sinora prodotti.
Tanto per dare un'idea e comprendere meglio la situazione che ogni
discarica di RSU indifferenziati determina al livello più diretto e
cioè del decadimento della qualità dell'aria, di seguito si elencano i
costituenti rilasciati in atmosfera col biogas:
Costituenti
tipici del biogas da discariche di RSU
Componenti
Frazione percentuale
Metano
45-60
Biossido di
carbonio
40-60
Azoto
2-5
Ossigeno
0,1-1,0
Solfuri, disolfuri, mercaptani, ecc, 0-1,0
Ammoniaca
0,1-1,0
Idrogeno 0-0,2
Monossido di
carbonio
0-0,2
Gas in
traccia
0,01-0,6
Caratteristiche
Temperatura, °C 38-50
Contenuto di umidità saturo
Potere calorifico superiore, kcal/Nm3
3500-5000
Quando il metano supera il 5-15 % può formare una miscela esplosiva
possibile nel sottosuolo. Il Metano è un potente gas serra molto più
efficace della CO2, che ha notevoli effetti per l'aumento della
temperatura a livello planetario.
Col biogas inoltre vengono rilasciate
in atmosfera i SOC ovvero le Sostanze Organiche Volatili o VOC che sono
potenzialmente tossici e rischiosi per la salute e l'ambiente, sia
originati da IDROCARBURI DI ORIGINE NATURALE con diversi composti
aromatici derivati da reazioni biochimiche all'interno della massa dei
rifiuti oppure già presenti tal quali (aromi, solventi), e sia
originati da IDROCARBURI DI ORIGINE ANTROPICA derivati da sostanze
presenti nei rifiuti speciali, sono idrocarburi saturi e insaturi.
Molto importanti gli idrocarburi aromatici quali benzolo, xilolo.
Costituenti
delle Sostanze Organiche Volatili (SOC-SOV) nel biogas da discariche di
RSU e rifiuti industriali. Da misure effettuate su 66 discariche in
California
Composto rintracciabile in quantità
varia e in ppm (v/v):
Benzene
Toluene
Stirene
Etilbenzene
Xileni
Acetone
Metietilchetone
Metil-mercaptano
Diclorometano
1,1-Dicloroetano
trans-1,2-Dicloroetene
1,1-Dicloroetene
Dietilene cloruro Cloroformio
1,1,1-Tricloroetano
Tricloroetilene
1,1,2,2-Tetracloroetano
Tetracloroetilene
Clorobenzene
Cloruro di vinile
Acetato di vinile
Acidi: cloridrico, solfidrico,
fluoridrico
POP ovvero FURANI, DIOSSINE E PCB -
Policlorobifenili o PCB in misura inferiore a 0.66 mg/Nm 3
* (* 1000 litri) -
I composti
più pericolosi emessi da una discarica sono: il
vinil-cloruro (cancerogeno), oltre ai tossici benzolo e
metil-mercaptano.
Riguardo ai POP (Persistent Organic
Pollutants) e ai PCB anche se la quantità può essere estremamente
ridotta e trascurabile bisogna considerare, che tali sostanze sono
molto persistenti (per la loro trasformazione, a seconda delle
condizioni ambientali, occorrono da un decennio a 100 anni) e che non
si degradano facilmente. L'emissione continua e protratta nel tempo e
quindi l'esposizione prolungata a tali sostanze determina gli
effetti nocivi, con l'accumulo e la diffusione nell'ambiente
circostante e negli organismi viventi. I PCB, come gli le diossine e i
furani ed analoghi, sono estremamente tossici per l'uomo e l'ambiente,
sono insolubili in acqua e liposolubili e quindi si rintracciano
nel sangue, nel latte materno, ed infine si accumulano nei
tessuti grassi, predisponendo il corpo alle malattie molte delle quali
sconosciute, endocrine e all'insorgenza di varie formazioni
tumorali in specie nel fegato e nel sistema nervoso.
L'esposizione a tali sostanze è
pericolosa specialmente per coloro che
lavorano nelle Discariche di RSU (Edizione 2005 e successive INAIL:
La
Sicurezza per gli operatori degli impianti di trattamento e di
stoccaggio dei Rifiuti Solidi Urbani - Consulenza Tecnica -
Accertamento rischi e prevenzione-).
La discarica di Motta S. Anastasia ha una capacità potenziale di
ricezione di 1500/1600 tonnellate di RSU giornalieri e considerando che
l'emissione di biogas è direttamente proporzionale alla quantità di RSU
interrati e che nei primi cinque anni è variabile da 10-15 a 45-50 m3
per tonnellata e per anno, si comprende bene come il rilascio in
atmosfera del biogas, nonostante la captazione teorica dei pozzi e
delle pipeline che non è totale (dal 30% al 50%), sia abbastanza
rilevante e di conseguenza ha degli effetti negativi certi
sull'ambiente circostante e su tutti gli esseri viventi, compreso
l'uomo che vivono nell'intorno. Per capire poi gli effetti sul nostro
organismo è sufficiente riflettere al volume d'aria giornalieri (circa
12.000 litri), che ognuno di noi inspira e certamente si converrà,
almeno, che respirare dell'aria più o meno inquinata non è la stessa
cosa che respirare l'aria normale.
Occorre quindi una efficiente gestione regionale del territorio e dei
rifiuti per garantire la salubrità vera dell'ambiente e la salute umana
e giungere ad un ammodernamento del sistema, con l'adozione di
materiali degradabili insieme alle tecnologie innovative, tendenti a
ridurre quasi del tutto l'interramento in discarica dell'intera massa
dei rifiuti indifferenziati.
Questo è ottenibile con vari sistemi e col trattamento a freddo dei RSU
o TMB (Trattamento Meccanico Biologico), il cui costo d'impianto è
oltretutto relativamente modesto ed intorno ai 5 milioni di euro, in
ogni caso inferiore del 60/65 % rispetto a quello occorrente per un
termovalorizzatore, che ha molti risvolti negativi ambientali per le
emissioni in atmosfera di sostanze pericolose per l'uomo.
In sintesi oggigiorno le discariche devono essere non ampliate ma molto
ridotte, mentre quelle esaurite bonificate e in ogni caso trasformate
in risorsa per il territorio, nel senso della loro integrazione
all'ambiente e al sistema vivente, mediante la riduzione drastica della
quantità dell'interramento dei rifiuti indifferenziati e l'adozione dei
sistemi a freddo per il recupero, il riciclo e il riutilizzo della
materia e dell'energia.
E pensare che se le discariche fossero di proprietà comunale o comunque
statale avrebbero di certo arricchito a dismisura la Regione Siciliana
e i siciliani, annullando come primo effetto il deficit attuale di
circa 0.5 miliardi di euro degli ATO e il bilancio dei Comuni.
Ma così non è perché col sistema sociale e politico che ci ritroviamo e
la propaganda che innalza il privato come il rimedio per tutti i mali e
il pubblico come inefficiente, accade che quando c'è da guadagnare per
la collettività ciò è praticamente reso impossibile.
In tal modo nella nostra società si realizza il prevalere dei pochi che
hanno il capitale, che sovente danneggiano l'ambiente, la collettività
e perfino loro stessi. L'abbandono dello smaltimento integrale in
discarica dei rifiuti solidi urbani (RSU), indicato anche dalle
direttive europee, indirizza a vari sistemi alternativi come
l'attenuazione dei rifiuti con l'incenerimento e la trasformazione in
CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti).
Tuttavia tali sistemi, per il rilascio di sostanze volatili nocive e
cioè delle polveri sottili e delle nano-particelle, determinano diversi
inconvenienti che ne sconsigliano l'impiego.
Il TMB ovvero il Trattamento Meccanico Biologico o a freddo dei
RSU invece è un metodo valido, perché col recupero, il riciclo e il
riutilizzo riesce da un lato ad abbattere l'inquinamento dell'ambiente
e dall'altro a trasformare i rifiuti in risorsa.
IL
TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO
Nonostante la discarica sia necessaria essa dovrebbe essere ridotta al
minimo, cioè accogliere al massimo il 5 % della massa totale dei RSU
raccolti. Il suo impiego per lo smaltimento dell'intera quantità di RSU
indifferenziati è da considerarsi con effetti assolutamente negativi
per la salute e l'ambiente. Un valido sistema per ridurre drasticamente
la quantità di rifiuti indifferenziati da interrare in discarica è dato
dalla raccolta differenziata abbinata al TMB (Trattamento Meccanico
Biologico), anche se il TMB possa essere un metodo proprio per
differenziare i rifiuti non differenziati.
Infatti la differenziazione dei RSU compiuta dagli utenti e il TMB
tendono ambedue al recupero, al riutilizzo, al riciclo della materia e
dell'energia. I rifiuti indifferenziati possono essere separati o
differenziati nei loro vari componenti tramite il TMB, mediante il loro
trattamento meccanico e biologico.
Col sistema TMB, adottato in molti luoghi dell'Europa e in particolare
a Vedelago (TV), è possibile la separazione delle due parti che
compongono i rifiuti e cioè della parte organica da quella inorganica,
impedendo così quella serie di trasformazioni anaerobiche all'origine
delle diverse problematiche.
Il primo intervento meccanico o la cernita manuale consentono di
selezionare i RSU e di recuperare molti rifiuti, che così possono
essere impiegati nuovamente nei diversi settori. I rifiuti con il
trattamento a freddo vengono in tal modo trasformati in una risorsa.
Meccanicamente i rifiuti
possono essere ridotti nelle loro
dimensioni con trituratori e successivamente separati in base
alle loro proprietà fisiche mediante diverse tecniche o la vagliatura
(vagli a tamburo, etc.), che determina due flussi uno di sottovaglio e
uno di sopravaglio. La separazione dei vari componenti può avvenire con
separatori gravimetrici, magnetici ed a ciò si affianca la
compattazione del materiale. Il materiale
organico, invece, viene
sottoposto a seconda del tipo al trattamento
aerobico biologico o al
trattamento anaerobico biologico o ad
entrambi, in riferimento alla
presenza o meno nel processo dell'ossigeno.
Col trattamento biologico aerobio si ottiene il compost, mentre con
quello anaerobio la produzione di metano e quindi il ricavo di energia.
EPILOGO
In Natura niente muore realmente e niente viene perso e sprecato e,
ogni cosa e ogni essere seppure immersi nell'apparente incompletezza
dell'esistenza che origina la sofferenza e il dolore, entrano in una
ruota (samsara) o in un ciclo naturale (geologico, biogeochimico) per
trasformarsi e divenire altro, poiché gli organismi sono
nell'impermanenza e solo la Vita e l'Amore sono perenni, inarrestabili
ed invitte. Conseguentemente se fossimo capaci di aderire perfettamente
alla Vita e all'Amore diverremmo immortali.
L'uomo nei confronti dei cicli naturali ha una grande responsabilità
essendo capace di interagire con tutti, ma non può continuare nella
strada dell'alterazione degli stessi, dello sfruttamento e
dell'impoverimento biologico e vegetazionale pena la propria scomparsa,
proprio perché per ogni vivente lontano e separato dalla Vita e dalla
Natura non c'è altro che la fine.
Se nel passato il sistema collinare compreso
tra Motta S. Anastasia,
Misterbianco e Catania fosse stato difeso con un imboschimento e una
pianificazione davvero aderente alla Vita, all'uomo e ai bisogni della
collettività, al posto di una terra spoglia di alberi, dove
incautamente si svolgono ancora escavazioni ed attività estrattive di
ogni tipo, il moto cross, che amplificano l'erosione e causano
l'alterazione ambientale e paesaggistica e la variazione altimetrica
negativa delle colline, oggi avremmo visto una grande isola di verde
piena di alberi e di bellezza, in funzione di elemento di connessione e
di armonia tra l'ambiente antropico e l'ambiente naturale.
Questo non è successo e purtroppo continua a
non succedere, perché la
politica privilegia l'effimero con spese inutili per ogni tipo di festa
e quasi nulle per gli alberi e l'ambiente, anche perché molti di noi
considerano ancora ed erroneamente, che la propria vita sia
indipendente dall'ambiente circostante.
Ma ciò non è affatto vero e quindi se vogliamo vivere ed assicurare la
prosperità e la permanenza dei cittadini in questi luoghi è necessario
restituire al più presto queste colline alle piante e alla Natura ed
invertire sollecitamente il catastrofico cammino, perché esse hanno
subito oltre ogni misura ogni tipo di azione regressiva. La visione
integrale e inclusiva dei vari aspetti della vita deve presto
sostituire quella separativa e considerare il ruolo cruciale svolto
dall'ambiente naturale nello sviluppo umano, economico, sociale e
culturale, perchè i rifiuti, il deterioramento ambientale e
vegetazionale e il conseguente inquinamento pregiudicano gravemente sia
tutti i sistemi naturali e sia tutti i settori della vita umana e
civile, che proprio per tali motivi non riescono ad essere
sufficientemente umanizzati e a progredire come dovrebbero.
Marcello Castroreale
mcastroreale@alice.it
Discarica di Motta S. Anastasia (CT),
sullo sfondo il P.go Guardia e il paese omonimo
Le piogge, il moto cross e la
presenza di una scarsa vegetazione determinano un deflusso superficiale
delle acque con erosione incanalata e la formazione nel tempo dei
calanchi ( Gully erosion)
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