Si afferma la scuola dei giochi indipendenti italiani: ecco chi sono i nuovi game designer
Data: Domenica, 23 marzo 2014 ore 08:45:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Paragonare i migliori videogiochi italiani a capolavori stranieri dai budget milionari come «The Last of Us» e «Gta V» non è più il solito esercizio di cattiveria di maniera. Alla serata del Drago D'Oro, l'Oscar del videogioco giunto alla seconda edizione e organizzato da Aesvi, la consegna della statuette (quattro: miglior gioco, miglior realizzazione tecnica, artistica e gameplay) è arrivata alla fine ma è stato il momento più atteso. Per la prima volta gli indipendenti italiani selezionati hanno espresso tecnica e determinazione in grado di competere con i rivali stranieri.
Bene inteso, il discorso va circoscritto al mercato degli emergenti, quello appunto degli indie game. Nessuno potrebbe o vorrebbe guardare agli inarrivabili giochi a tripla A, figli di una industria e di una scuola che in Italia non c'è.
Tuttavia la partita sembra un pochino più aperta quantomeno rispetto ad anni in cui la nostra scena indipendente sembrava una sperduta periferia povera dell'impero. «Joe Dever's Lone Wolf» che si è aggiudicato il premio come miglior videogioco indipendente e miglior gameplay è un videogioco di ruolo ambizioso, non lineare e ben realizzato. L'autore Joe Dever ha collaborato in prima persona alla produzione, scrivendo una storia inedita che si sviluppa in quattro atti. Il segreto, hanno suggerito a bassa voce altri game designer italiani rimasti a bocca asciutta, è aver avuto alle spalle una azienda come Reply che avrebbe investito non poco in questo progetto. Forge Reply è una società del gruppo di Tatiana Rizzante. Un gruppo di quindici tra sviluppatori e game designer che in tredici mesi ha realizzato la prima parte e a breve, tra due settimane uscirà con il seguito. Per loro le prossime mosse sono incontrare publisher e padroni delle piattaforme videoludiche come Microsoft, Sony e Nintendo perché, se è vero che telefonini e smartphone sono le console del futuro, oggi i soldi veri circolano ancora sulle macchine da gioco tradizionali. Serve quindi viaggiare, andare per fiere incontrare gente.
I ragazzi di Santa Ragione non hanno potuto ritirare la statuetta di miglior realizzazione artistica perché erano in blocco a San Francisco alla Game Developers Conference. Il loro «MirrorMoon Ep» è un gioco ambientato in uno spazio geometrico ricco di citazioni per chi ha conosciuto i videogiochi già a partire dagli anni Ottanta. È un gioco pretenzioso ma i game designer di Santa Ragione hanno mostrato coraggio e personalità e hanno ragione a crederci fino in fondo. Più tecnici e figli in qualche modo di una scuola tutta italiana sono quelli di Kunos Simulazioni. La simulazione di guida «Assetto Corsa» (premio miglior realizzazione tecnica) non ha molto da invidiare alle produzione faraoniche californiane, giapponesi e canadesi. Se non i soldi messi a disposizione per questi studi di sviluppo.
Visti dall'alto nel loro insieme i tre giochi premiati non hanno un filo rosso che li tiene uniti. Non c'è ancora una ossessione stilistica, una eccellenza tecnica o carismatica. Non c'è una scuola. C'è però un approccio culturale aperto e curioso. È il momento della contaminazione, come dimostra Ovosonico fondata nel varesotto da Massimo Guarini, ex game designer di Grasshopper Manufacture che a breve darà alla luce il suo bellissimo «Murasaki Baby». La scena indie italiana non è la Grande Bellezza di Sorrentino ma la fame e la follia di chi ha l'urgenza feroce di imparare. E anche velocemente.

Luca Tremolada
Ilsole24ore.com





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