La Gilda degli Insegnanti di Parma ha formalizzato la rivendicazione di avviare una contrattazione territoriale con l’ente di ricerca Invalsi
Data: Sabato, 22 marzo 2014 ore 07:00:00 CET
Argomento: Sindacati


Da tempo l’ente di ricerca Invalsi, per il tramite dei dirigenti scolastici, pretende dal personale della scuola statale delle prestazioni lavorative, anche se coloro ai quali si rivolge (personale docente ed amministrativo) non  hanno instaurato alcun rapporto di lavoro con esso. Una formale richiesta è stata notificata al Presidente dell’Invalsi, al Direttore Scolastico dell’Emilia Romagna, al Dirigente Scolastico Provinciale di Parma, all’Aran, ai responsabili locali dei partiti politici della maggioranza di governo e per conoscenza ai dirigenti scolastici.

Purtroppo i docenti spesso vengono minacciati dai dirigenti scolastici di sanzioni disciplinari le quali, anche se di dubbia legittimità, per evidenti problemi anche inerenti alle costose spese legali, non vengono impugnate dagli interessati, costretti così a subire un’evidente situazione di tipo ricattatorio, che assume aspetti di maggior  gravità visto che avviene all’interno di una pubblica amministrazione qual è quella scolastica.

Una sorta di  “caporalato” al quale viene preposta la dirigenza scolastica, che nel caso di specie viene demandata a reclutare manodopera intellettuale a costo zero all’interno delle scuole. Solo in alcuni casi si riesce a compensare il lavoro svolto, attingendo dal Fondo d’Istituto delle scuole.

Su una vicenda di questo tipo avvenuta in una scuola di Parma è in itinere anche un’interrogazione parlamentare presentata dalla Sen Adele Gambaro, iniziativa a suo tempo richiesta della Gilda di Parma.

Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda Unams di Parma, sulla vicenda interviene precisando: “I preposti dell’Invalsi e i politici che li appoggiano, se vengono sul nostro territorio cercando di poter disporre a loro piacimento del personale scolastico senza contrattare alcunchè con noi, non credano che ciò sia una passeggiata, devono imparare che la gente che lavora dev’essere pagata”.

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