Nel Nord-Est il 3D entra nelle scuole. Stampanti hi-tech accanto a libri e dizionari
Data: Domenica, 16 marzo 2014 ore 08:15:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Quattordici scuole
superiori – alcuni istituti tecnici, dalla meccatronica al
vitivinicolo, ma anche un liceo artistico e un classico – in Veneto,
Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige: parte da qui il progetto
pilota «Un FabLab in tutte le scuole», firmato dalla Fondazione Nordest
per puntare sulla formazione e dare nuovo impulso all'innovazione
manifatturiera.
Nelle aule, accanto a manuali e vocabolari, entreranno stampanti
tridimensionali, frese a controllo numerico e laser cutter: non un kit
predefinito, ma una dotazione da mettere a punto insieme alle scuole
stesse, a seconda degli argomenti che vorranno sviluppare, che siano
affreschi digitali o prodotti di consumo.
La partnership finanziaria è con Unicredit, da tempo impegnata nello
sviluppo dell'«ecosistema Nordest»; le tecnologie sono quelle di
aziende già radicate nel territorio. La prima è la vicentina DWS, che
ha portato la stampa 3D ai massimi alti livelli di precisione e
definizione, aiutando le aziende ad abbassare i costi e rendendole più
competitive; oggi esporta il 95% della produzione in oltre 60 Paesi del
mondo ed è divisa in unità che spaziano dalla gioielleria al dentale.
La seconda, Roland DG, che ha creato anche una community sul web per
migliaia di aziende e di persone che si scambiano informazioni e
richieste di aiuto, ha nel proprio simbolo un mouse unito a una mano: è
il simbolo degli "artigiani tecnologici" ai quali mette a disposizione
una serie di strumenti.
Con questo progetto «la Fondazione Nordest assume un ruolo più
concreto, da pensatoio a vero dipartimento di ricerca e sviluppo per il
territorio – dice il presidente Francesco Peghin – Una struttura capace
di inventare nuovi approcci al business, studiarne l'efficacia e creare
prototipi come quelli che si realizzeranno nelle scuole, per offrire
modelli applicabili ovunque e testati». Un approccio che richiama
quelli che il presidente Usa Obama ha definito manifacturing hub, con
il vantaggio che il Veneto ha già una rete di hub – i distretti – da
cui partire.
«Crediamo fortemente in questa rivoluzione – spiega Stefano Micelli,
direttore di Fondazione Nordest – In altri Paesi si dibatte sui posti
di lavoro tradizionali che scompariranno, noi agiamo per rendere le
persone protagoniste di un cambiamento che potrà trasformare il modo di
produrre, ma anche di comunicare, di vendere. E il Nordest può
candidarsi a modello di questa nuova realtà che entra nella vita di
tutti: di qui la scelta di lavorare con i giovani di scuole di ogni
genere, non solo tecniche. Nel loro futuro potranno esserci assunzioni
più facili grazie alle capacità apprese, ma anche la voglia di aprire
nuove imprese basate sulle proprie idee».
Le scuole pronte a partire sono Itis Rossi e Fondazione ITS
Meccatronico a Vicenza; Itis Marconi a Padova; Itis Ferraris, Ipsia
Giorgi e Fondazione ITS Last (logistica) a Verona; Isiss Cerletti e
Fondazione ITS agroalimentare-vitivinicolo a Conegliano Veneto, Itis
Segato a Belluno, Itis Malignani e liceo artistico Sello a Udine,
Istituto di istruzione delle Arti Vittoria Bonporti Depero e Cfp
Centromoda Canossa a Trento; liceo classico Foscarini a Venezia.
Dopo l'avvio del piano "Un fablab in ogni scuola", per ampliarne le
possibilità verrà lanciato anche un crowfunding territoriale: sarà
affidato a Ginger (Gestione idee nuove e geniali in Emilia Romagna),
una startup tutta al femminile che ha già maturato esperienza nella
raccolta fondi "civica". Un esempio è unpassopersanluca.it, progetto di
restauro del portico più lungo al mondo che ha raccolto finora 142mila
euro (47% del necessario) e oltre 900 sostenitori che, dopo la
donazione, vengono coinvolti e resi riconoscibili dalla comunità per la
quale si sono impegnati.
Barbara Ganz
Ilsole24ore.com
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