Una mostra a
Rovigo approfondisce, ripercorrendo le scelte delle prime Biennali,
l’influenza esercitata sui pittori italiani dall’arte di area tedesca e
scandinava (e in generale del Nord Europa) tra la fine dell’Ottocento e
l’inizio del Novecento,
Si intitola “
L’ossessione nordica.
Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana” la prima grande
mostra incentrata sull’arte scandinava, baltica, scozzese e tedesca
(nelle sue varie componenti) riletta alla luce dell’influenza
esercitata in Italia. L’esposizione, curata da Giandomenico Romanelli
con la collaborazione di Alessandra Tiddia, è in programma a Rovigo, a
Palazzo Roverella, fino al 21 giugno.
Il percorso muove dalla presenza dell’arte nordica nelle prime edizioni
della Biennale di Venezia, nata nel 1895: un elemento di novità e
svolta verso linguaggi e sensibilità “
moderni”.Vittorio
Pica, il critico italiano forse più aggiornato e internazionale
dell’epoca, che fu anche segretario generale della Biennale, osservò in
occasione della quarta edizione, nel 1901, che parecchi dei nostri
pittori, specie veneti o lombardi, apparivano “profondamente
influenzati dall’arte nordica”, intesa nel senso più ampio possibile.
Il racconto delle prime Biennali evidenzia la successiva attenzione
alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt e alle conseguenze
sull’arte italiana, specie nei territori di frontiera come il Trentino,
il Friuli e l’area triestina. Della selezione “
nordica” di quelle Biennali la
mostra offre alcune opere fondamentali di riconosciuti capiscuola, tra
i quali spicca Arnold Böcklin. Insieme a Böcklin, Ferdinand Hodler,
Gustav Klimt, Max Klinger, Franz von Stuck, Fernand Khnopff e gli
scandinavi di varie tendenze come Anders Zorn, Carl Larsson o Edvard
Munch.
Dal punto di vista tematico è protagonista il paesaggio, con tutte le
sue valenze interiori e le sue coloriture. Poi uno sguardo agli interni
domestici e, infine, il capitolo “Maschere e ritratti”, sulla figura
umana, fra tradizione accademica e indagine interiore.
Quanto ai pittori italiani, i nomi presenti vanno da Adolfo De Carolis
e i dannunziani a Mario De Maria, il “
pittore
delle lune”, per restar con D’Annunzio; da Giulio Aristide
Sartorio a Cesare Laurenti, fino a Luigi Bonazza a Wolf Ferrari.
www.culturaitalia.it