È morto a 90 anni Manlio Sgalambro, scrittore, filosofo e poeta
Data: Venerdì, 07 marzo 2014 ore 07:30:00 CET
Argomento: Redazione


Nato a Lentini il 9 dicembre del 1924, era  noto al grande pubblico soprattutto per la ventennale collaborazione artistica con il musicista Franco Battiato, suggellata da brani amatissimi, primo fra tutti "La cura". Raggiunto dai cronisti, Battiato non ha voluto commentare la notizia della morte del suo grande amico: "Non ho nulla da dire, è una cosa privata, è un dolore personale molto forte".
L'opera filosofica di Sgalambro ha un netto orientamento nichilista e risente delle influenze, fra gli altri, di Friedrich Nietzsche ed Emil Cioran. Dopo alcuni saggi in piccole riviste negli anni '50 e '60, Sgalambro ha esordito nel 1982, in tarda età con quella che probabilmente è la sua opera più rappresentativa: "La morte del sole". A partire da questo libro, il filosofo ha raggiunto una notorietà sempre più vasta, anche grazie a una serie di apparizioni televisive. Negli anni successivi, Sgalambro ha pubblicato molti altri volumi (alcuni dei quali tradotti in tedesco, francese e spagnolo), fra i quali "Trattato dell'empietà", "Del pensare breve", "Dell'indifferenza in materia di società", "La consolazione", "Trattato dell'età", "De mundo pessimo" e altri. L'ultimo è "Variazioni e capricci morali", pubblicato nel 2013.
A partire dal 1994, Sgalambro ha collaborato a gran parte dei progetti di Battiato, e proprio questa collaborazione gli ha regalato una grande popolarità. Per il musicista siciliano Sgalambro ha scritto libretti d'opera, testi di canzoni (a lui si devono le parole del brano "La cura", considerato uno dei migliori dell'intera produzione di Battiato) e sceneggiature per film. Il primo album firmato in coppia con Battiato è stato "L'ombrello e la macchina da cucire", pubblicato nel 1995. I due hanno poi lavorato insieme su una lunga serie di album ("L'imboscata", "Gommalacca", "Ferro battuto", "Dieci stratagemmi", "Il vuoto", "Inneres auge", "Apriti sesamo", oltre ai tre volumi della serie "Fleurs"), oltre che per i libretti delle opere "Il cavaliere dell'intelletto", "Socrate impazzito", "Gli Schopenhauer" e "Telesio" e al balletto "Campi magnetici". Sgalambro ha scritto anche le sceneggiature dei tre film realizzati da Battiato come regista, "Perduto amor", Misikanten" e "Niente è come sembra". Divertito dal suo ruolo di rockstar, che ha sempre interpretato con grande ironia e senso della teatralità, nel 2001 Sgalambro ha anche inciso un album a suo nome, "Fun club", prodotto dallo stesso Battiato e da Saro Cosentino, che contiene insolite cover di classici come "La vie en rose" e "Moon river" oltre che brani contemporanei come "Me gustas tu" di Manu Chao. Nello stesso anno ha anche partecipato al "Ferro battuto tour" di Battiato.
Dal 1998, Sgalambro ha scritto testi di canzoni anche per Patty Pravo, Alice,per Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano. Sgalambro ha scritto anche i testi di canzoni per bambini quali "Madama Dore", "Fra Martino campanaro", "Il merlo ha perso il becco", su musiche di Giovanni Ferracin.
I funerali saranno celebrati domani alle 15:30 nella chiesa Crocifisso dei miracoli di Catania.
Andrea Silenzi - La Repubblica

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Il ricordo commosso di Cacciari: "Con lui incontro straordinario"

"Mi è difficile parlare di Manlio, è stato per me uno degli incontri più straordinari, anche umanamente". Sono le parole di Massimo Cacciari che, ospite de "L'aria che tira", su La7, ha appreso in diretta la morte del filosofo Manlio Sgalabro. L'ex sindaco di Venezia, che a stento trattiene le lacrime, traccia un breve ricordo dell'intellettuale siciliano: "Manlio era molto isolato, non era un professore, non aveva fatto nessuna carriera accademica. Era anche molto polemico nei confronti di qualsiasi forma di ufficialità, ha scritto anche dei libri molto duri e molto veri". E aggiunge: "La sua filosofia era molto leopardiana: dolorosa, ma vera. Il suo sguardo era molto disincantato nei confronti delle nostre miserie, delle miserie della nostra natura. Ma alla fine il suo ero uno sguardo pietoso. Era un grande autore" - continua - "e un grande saggista, un importante filosofo, molto meno apprezzato e noto di quanto merita. Fa parte di quella corrente filosofica del pensiero italiano anti-idealistica, che non ha mai avuto grande ascolto ma che pure è così importante: i Tilgher, i Rensi, i Marinetti". Cacciari, visibilmente commosso, conclude: "Ciao Manlio"





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