Il vaso di Pandora
Data: Giovedì, 06 marzo 2014 ore 06:30:00 CET
Argomento: Redazione


Pithovirus sibericumLa scoperta del nuovo virus "Pithovirus sibericum" rimasto in letargo per 30.000 anni congelato e intrappolato all'interno di una cellula di ameba del genere Acanthamoeba castellanii nel permafrost della Siberia è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) dai ricercatori Jean-Michel Claverie e Chantal Abergel del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (Cnrs) di Marsiglia. In seguito all'inquinamento causato dall'uomo che ha determinato l'innalzamento della temperatura del nostro pianeta e il conseguente scioglimento dei ghiacciai, è stato possibile riesumare questo virus ancestrale parassita all'interno delle cellule.

I Pithovirus, dal greco pithos  l'anfora donata dagli dei alla leggendaria Pandora, appartengono alla famiglia dei virus giganti. La prima famiglia di virus giganti detti Megavirus fu scoperta circa 10 anni fa e successivamente nel 2013 fu scoperta anche la famiglia "Pandoravirus", il Pithovirus ha caratteristiche intermedie tra i virus appartenenti alle due famiglie citate e ha dimensioni enormi di circa 1,5 micrometri con un capside similicosaedrico e con un genoma a DNA che codifica oltre 2000 proteine.

La notizia sembra essere degna di una storia di un libro di fantascienza e ricorda ancora la possibilità di far rivivere la specie estinta in seguito al rilevamento di pezzi di DNA come si racconta nel film "Giurassic park". Il ritrovamento di questo virus cristallizzato all'interno dell'ameba che scongelato è ancora attivo e infettante in cellule coltivate in laboratorio farebbe pensare alla realizzazione di una "ricetta di un disastro" di enormi dimensioni sul nostro pianeta. Il virus scoperto, però, non infetta le cellule eucariotiche delle specie animali superiori e quindi il parassita non può infettare l'uomo.

Pithovirus sibericum è il prototipo di una nuova famiglia, la cui struttura genetica ed il ciclo di riproduzione sono simili a quelli di altri grandi virus alcuni molto pericolosi per l’uomo e per gli animali. Infatti, ciò non esclude che altri microrganismi patogeni rimasti per tanti anni nelle zone circumpolari in seguito al cambiamento climatico e allo sfruttamento delle risorse del sottosuolo in quelle regioni del pianeta potrebbero determinare, mediante un adattamento alle nuove condizioni ambientali, una reale minaccia per l'umanità.

Prof.ssa Francesca Condorelli
profcondorelli@hotmail.it





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