La Rete: grandi potenzialità, ma anche grandissimi condizionamenti!
Data: Mercoledì, 05 marzo 2014 ore 07:00:00 CET Argomento: Redazione
Nella banda
larga gli italiani siamo agli ultimi posti, ma per
diffusione di cellulari teniamo il primato, come anche per l'utilizzo
di Internet. Oltre il 95% delle famiglie possiede un cellulare;
più di dodici milioni sono i possessori di smartphone, e circa sette
milioni quelli di tablet. Anche se, poi, si scopre che la
diffusione delle nuove reti sopra i 10 mega in Italia è ferma al
15% quanto a sottoscrizione, contro quella europea che va oltre
il 60; e che il clabaggio arranca con molta lentezza e
difficoltà. Ma questi ultimi rilievi riguardano solo i paradossi
all'italiana, more solito.
Per il resto, bisogna ammettere che ormai nessun uomo mortale
sfugge più , ahimè, nel mondo, allo stress digitale. Siamo tutti ormai
assediati e intossicati da squilli, sms, mail, tweet: la "digital addiction" è la droga
del terzo millennio. Sottoposti, come siamo, a questo costante
bombardamento vibrante di suoni e icone, bippeggiante, notificante,
lampeggiante, interagente, se non ci attrezziamo alla
difesa in tempo, dandoci una regolata d'uso, finiremo per perdere
definitivamente la testa, rischiando pure un pauroso
instupidimento collettivo, un nuovo imbarbarimento culturale!
E allora, attenti, bisogna tenere la guardia alta. Nulla di
troppo!: sia questa la vera regola di saggezza che deve ammonirci a non
cadere negli eccessi e ad avere il senso della misura. L'oltranza
del digitale tecnologico può produrre disturbi mentali
irreversibili! E dipendenze fatali, anche, se è vero che in
America, secondo dati di Google, l'85% di possessori di uno
smartfhone non è mai uscito di casa lasciandoselo alle spalle! C'è
la paura di non esistere se si è disconnessi; ci coglie l'ansia,
il panico, al solo pensiero di potere smarrire o di
dimenticare a casa il cellulare.
Grandi potenzialità offre la Rete, ma anche grandissimi
condizionamenti!
E' vero. Ma, si sa, lo strumento di per sé è neutro; sta solo a noi
decidere l'uso che ne vogliamo fare: demonizzare la Rete non si
può, né serve; come non servono ostilità preconcette circa l'utilizzo
nella didattica, per es., dei nuovi device; non è affatto vero che le
tecnologie digitali nell'istruzione "promuovono ignoranza", al
contrario, esse facilitano ricerche e condivisioni. Nulla di
estremo; senza integralismi bisogna convincersi che ci
serve Internet, ma senza farci usare, senza cedere alla
malattia del multitasking , e, soprattutto, senza "perdere - come dice
Marino Niola (antropologo della contemporaneità) il senso ultimo
del silenzio, che è ridare alle parole il loro peso" e, aggiungiamo
noi, il loro valore di riflessiva autenticità.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com
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