Liceo in quattro anni. Controvento
Data: Marted́, 04 marzo 2014 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


La canzone di Arisa con testi e musiche di Giuseppe Anastasi che ha vinto il festival di San Remo 2014, bene si presta all’idea di andare controcorrente e "controvento" per segnare il nuovo percorso del Governo che annuncia una nuova stagione per la scuola italiana.
Le numerose espressioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla priorità della scuola e la formazione dei giovani, sulla dignità e professionalità dei docenti, espressioni mai così presenti e ripetute nei discorsi ufficiali di programmazione di un Governo, segnano un nuovo percorso politico e si spera che le attuazioni concrete, in collaborazione con i Sindaci, diventino effettivamente espressione di concretezza per una scuola migliore che cresce e si sviluppa.

Il nuovo Ministro, Stefania Giannini, ha affermato, inoltre, con saggezza e prudenza che il progetto del Liceo in quattro anni "E’ una sperimentazione su cui ho bisogno di approfondire, ma non ho nulla di pregiudizialmente in contrario, perché se i ragazzi escono prima e ben preparati, va bene".
Sugli stipendi dei docenti ha inoltre dichiarato: "Sarebbe un bel passo avanti equipararli a quelli medi europei".
Queste due dichiarazioni del nuovo Ministro fanno ben sperare che le sperimentazioni messe in cantiere possano partire per il prossimo settembre e le scuole che hanno presentato l’istanza di attuazione del progetto siano autorizzate a farlo, entrando a far parte del gruppo delle scuole pilota da monitorare nella realizzazione del progetto.

Già nell’idea di riforma del Ministro Luigi Berlinguer era presente la necessità di un percorso di studio di 12 anni, anziché di 13 anni, accorciando il ciclo primario a sette anni, ma poi non se ne fece nulla. L’idea fu ripresa, dopo la riforma Moratti dal Ministro Maria Stella Gelmini, con la proposta di portare le scuole superiori in quattro anni.   In Italia le cose si dicono e non si fanno
Il progetto del Liceo in 4 anni è stato adottato già da dieci anni e con positivi successi nell’Ontario in Canada, dove il sistema scolastico rivela e documenta apprezzabili segni di miglioramento e di sviluppo rispetto al precedente ordinamento, che prevedeva cinque anni d’istruzione secondaria.
L’impianto dei Licei europei è di quattro anni e non si comprende perché in altri Paesi ciò è possibile e in Italia non si debba almeno sperimentare.

Quel che più serve alla scuola, ha scritto Tuttoscuola, è un cambiamento di mentalità, un respiro più grande, qualcosa che permetta di non restare ancorati al proprio particolare. Guardare il contesto e progettare dei miglioramenti è segno di vera innovazione e garanzia di ripresa.
Constatando, infatti, che spesso il tempo scuola subisce rallentamenti e interruzioni, oltre che per fattori esterni alla didattica, anche per la non sempre funzionale organizzazione del gruppo classe, s’intende provare la formazione di una classe omogenea con la possibilità di seguire un ritmo costante nel percorso formativo.

Nel progetto del Liceo Don Bosco di Catania la formazione di una classe di eccellenza con ragazzi che hanno riportato la media del 9/10  o 10/10 agli esami di  stato finali del primo ciclo, costituisce un vincolo di garanzia per il progetto sperimentazione. La prova di ammissione mediante test e quesiti più che una valenza selettiva ha un valore funzionale per verificare i livelli di partenza e le potenzialità degli studenti e, svolgendo questa prova nel mese di luglio consentirà ai docenti di essere pronti a settembre per un regolare avvio dell’azione didattica, utilizzando in modo proficuo il tempo scuola.

Spesso il mese di settembre è utilizzato soltanto per le operazioni di analisi del gruppo classe, test d’ingresso e conoscenza degli alunni e le attività didattiche vere e proprie iniziano a ottobre inoltrato.
Si registra nella composizione dei programmi, detti “ministeriali”, la prevalenza della logica sommatoria dei contenuti, mentre si ritiene più funzionale l’acquisizione delle conoscenze e lo studio dei periodi e delle correnti letterarie, o le fasi essenziali dei processi culturali dalle quali scaturiscono i diversi “particolari sviluppi”.
Il corso di studio del liceo dei quattro anni non assomma, infatti, né comprime i programmi, ma consente uno svolgimento sereno di conoscenza dei contenuti disciplinari “essenziali”, favorendo una solida preparazione di base, un valido metodo di studio, lo sviluppo delle competenze di ricerca e di approfondimento, utilizzando tutti gli strumenti informatici a disposizione.

Oltre alla Lim in classe e alle esercitazioni sui tablet gli studenti a casa potranno svolgere i compiti e collegati al blog della classe, potranno avere aiuto e sostegno dai docenti anche a casa e lo studio sarà potenziato e ampliato.
Il tempo scuola sarà prezioso per l’approfondimento culturale, evitando i tempi morti delle correzioni, del ripasso, delle verifiche alle quali sarà dedicato uno spazio definito.
Le verifiche e la valutazione saranno organizzate sul modello delle prove Invalsi e dei test a domande a scelte multiple, abituando e preparando gli studenti alla tecnica dei test selettivi di accesso alle facoltà universitarie e, una volta acquisita la tecnica, sarà più agevole superare i test di ammissione.
L’aumento delle ore da 29 a 33 favorirà una maggiore opportunità d’incontro anche con discipline non curriculari quali il Diritto, l’Economia, la Finanza, la conoscenza del mondo industriale e commerciale, consentendo ai ragazzi di aprire gli occhi sul mondo e cominciare a conoscere la realtà sociale nella quale potersi inserire.

E’ questo un percorso formativo che punta sulla qualità e non sulla quantità degli anni e dei giorni di scuola.
Com’è stato ben detto, il progetto del Liceo in quattro anni prevede inoltre la necessità di risorse aggiuntive: tutor formativo di guida alla metodologia dello studio; guida alla scelta orientativa della facoltà universitaria e della professione; ampliamento dell’offerta formativa: diritto, economia, finanza, altra lingua straniera.
Queste nuove figure professionali costituiscono la risorsa indispensabile per la scuola di domani che punta sulla qualità e sull’efficienza. Ecco perché si ritiene opportuno che la sperimentazione sia guidata soltanto in alcune scuole e gradualmente avviata nelle altre, consentendo anche la formazione e la qualificazione delle nuove figure professionali da utilizzare per la qualità del progetto d’innovazione.
Sperimentare, inoltre, l’efficacia dei benefici della “didattica breve” e, applicando la flessibilità organizzativa delle lezioni, così da favorire il percorso didattico “compatto” e “intensivo” di alcune discipline, aiuterà certamente gli studenti a rendere efficiente e produttivo lo studio e l’apprendimento.
Se tutto ciò è possibile ed è dimostrato che è efficace e produce miglioramenti nella qualità della scuola,  perché non metterlo in pratica?

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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