Le scuole che crollano. Emergenza nazionale
Data: Giovedì, 27 febbraio 2014 ore 07:30:00 CET Argomento: Rassegna stampa
"C'è chi come me ha
insegnato in edifici con l'amianto, in altri senza
porte, senza riscaldamento, zoppicanti su sedie sghembe, incastrati
dentro aule cieche, che sembravano stanze d'albergo di un film di
Lubitsch dove gli alunni chiusi in una specie di largo sgabuzzino
transitavano attraverso banchi della stanza a fianco per andare in
bagno...". Metteva malinconia, ieri mattina, leggere su "Il Mattino" il
commento di Daniele Mirganti sotto il titolo : "Noi insegnanti nelle
classi che crollano". Una testimonianza in linea coi racconti
degli
scolari del maestro Marcello d'Orta raccolti nel libro "Io speriamo che
me la cavo".
Dove tutto, comprese le scuole, le aule, i corridoi, i
bagni, è sgarruppato e dove i bambini, se piove, si sentono addosso "la
puzza dell'acqua".
Spiega il rapporto Ance-Cresme 2012 che, tra gli edifici scolastici,
"6.415 sono stati realizzati prima del 1919, 6.026 fra il 1919 e il
1945, 28.127 tra il 1945 e il 1971.
Il 62% del patrimonio ha quindi più
di 40 anni e spesso è stato sottoposto male e poco a manutenzione
straordinaria. Ma è l'esposizione al rischio a rendere la situazione
seria: il 37% degli edifici scolastici si trova in aree ad alto rischio
sismico e il 9,6% a elevato rischio idrogeologico.
Delle 24.073 scuole
localizzate in aree ad alto rischio sismico,
4.894 si trova in Sicilia,
4.872 si trovano in Campania,
3.199 in Calabria".
L'ultimo dossier di
Cittadinanzattiva accusa: "Il cattivo stato di manutenzione fa sì che
in un'aula su quattro (25%) siano presenti segni di fatiscenza, come
umidità, muffe, infiltrazioni di acqua oltre che distacchi di intonaci
visibili in un'aula su cinque (20%). Barriere architettoniche (13%) e
pavimenti sconnessi (12%), ostacolano la vita agli studenti con
disabilità presenti in numero sempre crescente nelle nostre scuole.
(...)
e il 51% di esse è senza tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre
rotte".
Alessandro Martelli, presidente di Isso (International sismic
safety organization), si sgola da anni nelle sue denunce sui 47.313
edifici scolastici: "Il 55,6% (pari a 26.290 edifici) non è stato
progettato con normativa antisismica, lo è stato solo il 7,9% (3.745
edifici); del restante 36,5% degli edifici non si hanno dati. Il 54,1%
(pari a 25.582 edifici) non dispone del certificato di conformità, né è
in possesso solo il 3,4% (1.614 edifici); del restante 42,5% degli
edifici non si hanno dati.
Il 53,3 (pari a 25.229 edifici) non possiede
il certificato di relazione geotecnica, lo ha solo il 4,2% (1.967
edifici); del restante 42,3% non si hanno dati. Infine, le verifiche
sismiche: nel 30,7% (pari a 14.520 edifici) la verifica non è stata
fatta, mentre è stata realizzata nel 9,5% (pari a 4.479 edifici); del
restante 59,8% non si hanno dati...".
Eppure, la decisione di Matteo
Renzi di citare la sicurezza degli edifici scolastici come una delle
emergenze, per la salute dei nostri stessi figli, agli occhi di chi
vede solo il Pil, lo spread, le borse euroasiatiche, è apparsa una
scelta in qualche modo eccentrica. Mah...
Gian Antonio Stella - Corriere della
Sera
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