‘U zu Carmine e Ciccineddu ai Chiummìni
Data: Domenica, 23 febbraio 2014 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


E venne il tempo della semina, vinni lu tempu di la sìmina. Dopo le abbondanti piogge di fine novembre e di dicembre, il cielo, finalmente, si era rasserenato, allatinatu, e 'u zu Carmine, alzatosi di buon mattino, fici 'a matinata, dopo aver preparato le vettovaglie, li pruvisti cu lu cumpanàticu, che dovevano servire per un paio di giorni, e salutato i suoi cari, scese nella stalla, diede una zolletta di zucchero al suo fedele amico, Ciccineddu, gli mise il serraglio e lo condusse alla biviratura della vicina Gebbia. Poi, ritornato a casa, gli mise il basto, 'u varduni, le sacche, 'i vettuli, con i rifornimenti di vettovaglie, e caricò due sacche di frumento, 'u frummentu, che dovevano servire per la semina, 'a sìmina.
Poi, 'u zu Carmine e Ciccineddu, si avviarono verso l'uscita del paese nebroideo, costeggiarono il cimitero e si avviarono per la trazzera che conduce a Petralonga, lasciarono la deviazione per la contrada Vaccaro, attraversarono il torrente e giunsero in contrada Chiummìni.
All'arrivo, 'u zu Carmine aprì la casotta, rapiu 'a casotta, liberò Ciccineddu dalle vettovaglie e dalle sacche di frumento, depositandole dentro casa, e si avviò ai campi per constatarne il grado di umidità. Poi prese la sacchina, che si metteva a tracollo, 'a bandulera, preparò Ciccineddu con il basto, 'u varduni, leggero e con il serraglio adatto, attaccò, 'mpaiò, l'asino mediante due corde collegate al basto, la trave che doveva servire per pareggiare, allividdari, la terra dopo la semina.

E iniziò il "sacro rito" della semina! Immerse la mano destra nella sacchina piena di frumento che teneva a tracollo e, con passo marziale, sparse i chicchi di grano lungo il terreno dove vi erano i solchi impregnati d'acqua, con regolarità e precisione. Dopo aver seminato, 'u zu Carmine guidò Ciccineddu nel campo, facendo in modo che la trave leggera di legno che trainata livellasse il terreno per ricoprire il grano caduto dentro i solchi. Ai Chiummìni, 'u zu Carmine e Ciccineddu, stettero tre giorni e, oltre al terreno dietro la casotta, dedicarono un altro paio di giorni per seminare il podere di contrada Vaccaro, che si trovava nelle vicinanze. I due "amici", così, ebbero l'occasione di stare insieme, di giorno per il lavoro e di notte... per il letto! Ciccineddu, infatti, aveva la mangiatoia proprio dentro la casotta, vicina al giaciglio del padrone, li separava solamente una piccola apertura, chiusa da una tendina.

In quei tre giorni di solitudine, 'u zu Carmine "approfondì" il suo rapporto con la terra e con il suo giovane e fedele amico, Ciccineddu. Fu una... lieve solitudine che lo rinvigorì e lo ritemprò nell'animo e nel corpo!
E così fu... anche per Ciccineddu! E poi quel lavoro gli faceva gustare la gioia di vivere e l'aiutava a rinsaldare il suo personale rapporto con la natura, e con il suo asino. Ma gli faceva anche apprezzare il valore della famiglia, l'amore per la moglie Nunziata, per le figlie Maria e Concetta e il figlio Gaetano.

Finito il lavoro della semina nella contrada dei Chiummìni, 'u zu Carmine e Ciccineddu ritornarono al paesino nebroideo, sovrastato dalla Timpa Abate che pareva sorvegliasse il continuo via vai dei passanti, per ricongiungersi con la famiglia. Ma come era oramai abitudine, prima dell'imbrunire, prima di scurari, 'u zu Carmine condusse Ciccineddu verso la biviratura della Gebbia per farlo dissetare.
Poi tornarono a casa per concedersi il meritato riposo.

All'arrivo i due amici ebbero una gradita sorpresa: trovarono la famiglia di 'Gnaziu, con la moglie Santa, il figlio adolescente e la cagnola Titina, che li aspettavano per passare insieme la serata, per discutere i preparativi del pranzo della domenica che dovevano consumare insieme.
Ciccineddu fu molto contento di trovare la cagnola Titina, che lo accolse latrando gioiosamente, pregustando la giornata che avrebbero passato insieme! E anche 'u zu Carmine era raggiante di gioia per l'amicizia che lo legava alla famiglia di 'Gnaziu, ed alla cagnola Titina!
E così, tutti insieme, si sedettero attorno al tavolo... per preparare il pranzo della domenica...

Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it





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