Il quinto anno dei Licei un 'anno ponte' o 'anno zero'? Cosa accade il quinto anno nei Licei?
Data: Domenica, 23 febbraio 2014 ore 07:30:00 CET
Argomento: Redazione


Dibattito sul liceo in QUATTRO anni
Facendo un'attenta riflessione sul come trascorrono l'ultimo anno che dovrebbe essere "curriculare" gli studenti nella maggior parte dei Licei si constata che, già dal quarto anno, molti ragazzi, i più volenterosi cominciano i corsi di preparazione ai test universitari e non si comprende perche tali competenze le debbano acquisire fuori dalla scuola e non a scuola con i propri docenti.

L'anno scolastico conclusivo del ciclo di formazione inizia con le tradizionali giornate di occupazione, gli scioperi, le assemblee d'istituto e le assemblee sindacali dei professori. Quest'anno a Catania, per esempio, i ragazzi del quinto anno dell'Istituto Alberghiero, perché più grandi, nel mese di dicembre sono stati dirottati nella nascente succursale a Librino, perdendo tre mesi di scuola e per fortuna adesso sono ritornati alla base.
Molti ragazzi dedicano il quinto anno alla preparazione dei test di selezione universitarie e presso le accademie militari che si svolgono nei mesi di febbraio, marzo, aprile e, una volta conseguita l'idoneità e l'ammissione alla Bocconi, alla LUISS, alla Lumsa, all'Università Cattolica, al Politecnico, al Centro Biomedico, si dedica allo studio delle quattro materie di esame senza eccessiva preoccupazione, se non quella di ottenere d un voto alto per aumentare il punteggio conseguito nelle prove di ammissione.

A queste legittime e primarie preoccupazioni degli alunni si aggiungono le pause nel ritmo scolastico, segnate dalla preparazione del viaggio d'istruzione di fine corso, tanto atteso e meritato a conclusione del ciclo.
L'ultimo periodo dell'anno si svolge mediante la simulazione dei test della terza prova e lo studio delle materie sorteggiate per gli esami. Le interrogazioni sono programmate e la frequenza è alquanto saltuaria.
Tutto il programma e il "curriculare" del quinto anno, quindi, resta soltanto scritto tra le carte e nei programmi di esame del documento del 15 maggio.

Nell'attuale architettura del sistema scolastico sono previsti, infatti, per il primo ciclo d'istruzione: tre bienni con un anno iniziale (prima elementare) ed un anno ponte conclusivo (terza media), mentre nel secondo ciclo (scuola secondaria di secondo grado) sono previsti due bienni ed un anno ponte.
L'impianto dei cinque bienni (3+2) prevede, infatti, che il percorso formativo possa essere completato e negli "anni ponte" si sviluppi l'azione orientativa di guida alla scelta del proseguimento negli studi, in vista della vita professionale futura.

Concludendo il ciclo di scuola superiore in quattro anni, e conseguendo la maturità a 18 anni si offre agli studenti una maggiore opportunità e serenità nella scelta: i più pronti potranno accedere subito all'Università e agli altri si potrà offrire l'opportunità di svolgere un "anno zero" di studi universitari con l'opportunità di meglio maturare il percorso da seguire, acquisendo anche dei punteggi e crediti spendibili per il proseguimento futuro nei corsi universitari.

Nel progetto sperimentale presentato al Liceo Don Bosco di Catania si prevede (essendo sperimentale) la formazione di una classe di 25 alunni "eccellenti", con la media alta agli esami di terza media e nelle prove Invalsi e quindi, grazie all'omogeneità del gruppo classe, si ritiene di rendere più agevole il lavoro di sviluppo delle competenze nella direzione del potenziamento.
Il corso di studio non assomma, né comprime i programmi, ma consente uno svolgimento sereno di conoscenza dei contenuti disciplinari, favorendo una solida preparazione di base, un valido metodo di studio, lo sviluppo delle competenze di ricerca e di approfondimento, utilizzando tutti gli strumenti informatici a disposizione.

Oltre alla Lim in classe e alle esercitazioni sui tablet gli studenti a casa potranno svolgere i compiti e collegati al blog della classe, potranno avere aiuto e sostegno dai docenti anche a casa e lo studio sarà potenziato e ampliato.
Il tempo scuola sarà prezioso per l'approfondimento culturale, evitando i tempi morti delle correzioni, del ripasso, delle verifiche alle quali sarà dedicato uno spazio definito.
Le verifiche e la valutazione saranno organizzate sul modello delle prove Invalsi e dei test a domande a scelte multiple, abituando e preparando gli studenti alla tecnica dei test selettivi di accesso alle facoltà universitarie e, una volta acquisita la tecnica, sarà più agevole superare i test di ammissione.

L'aumento delle ore da 29 a 33 favorirà una maggiore opportunità d'incontro anche con discipline non curriculari quali il Diritto, l'Economia, la Finanza, la conoscenza del mondo industriale e commerciale, consentendo ai ragazzi di aprire gli occhi sul mondo e cominciare a conoscere la realtà sociale nella quale potersi inserire.
E' questo un percorso formativo che punta sulla qualità e non sulla quantità degli anni e dei giorni di scuola.
Com'è stato ben detto, il progetto del Liceo in quattro anni prevede inoltre la necessità di risorse aggiuntive: tutor formativo di guida alla metodologia dello studio; guida alla scelta orientativa della facoltà universitaria e della professione; ampliamento dell'offerta formativa:diritto, economia, finanza, altra lingua straniera.
Queste nuove figure professionali costituiscono la risorsa indispensabile per la scuola di domani che punta sulla qualità e sull'efficienza.

A quanti ritengono che la sperimentazione riguardi soltanto le cinque scuole del Nord e la scuola di Bari, si fa presente che il progetto del Liceo in 4 anni è stato adottato già da dieci anni e con positivi successi nell'Ontario in Canada, dove il sistema scolastico rivela e documenta apprezzabili segni di miglioramento e di sviluppo rispetto al precedente ordinamento, che prevedeva cinque anni d'istruzione secondaria.
Si auspica che anche il nuovo Ministro possa seguire il percorso tracciato e favorisca tale progettazione, almeno nella fase sperimentale, consentendo una maggiore flessibilità nell'organizzazione scolastica, superando anche i vincoli contrattuali del personale docente.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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