Alternanza scuola-lavoro solo per il 9% degli studenti
Data: Mercoledì, 12 febbraio 2014 ore 07:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


L'alternanza tra scuola e lavoro, modello su cui la Germania ha costruito il proprio successo economico, in Italia stenta a decollare e gli ultimi numeri testimoniano la "marginalità" a cui questo strumento per ora è relegato. I dati, presentati a Lecco in occasione della seconda giornata nazionale sul tema dell'alternanza, mostrano una crescita del 20% nel numero di studenti coinvolti, saliti a quota 227mila nell'anno scolastico 2012-2013.
Crescita importante, che tuttavia non deve far dimenticare i livelli storicamente bassi di utilizzo dello strumento, in grado oggi di coinvolgere appena l'8,7% degli studenti italiani. L'alternanza, cioè lo svolgimento di periodi formativi all'interno di aziende, è realizzata nel 45,6% delle scuole secondarie ma all'interno di questo campione lo squilibrio è evidente, con il 44,4% di istituti professionali, il 34,2% di istituti tecnici, il 20% dei licei.
Come risultato, solo il 2,4% degli studenti liceali sperimenta concretamente la vita dell'impresa durante il proprio percorso di studio.
"C'è molto da fare - spiega il vice presidente per l'education di Confindustria Ivan Lo Bello - perché noi oggi subiamo un deficit di orientamento che provoca un forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. L'azienda ha una funzione formativa essenziale e noi dobbiamo provare a cancellare l'idea, molto diffusa in Italia, che la cultura tecnica sia di serie B. Il nostro sistema scolastico va innovato".
Il monitoraggio annuale di Indire evidenzia un utilizzo ancora residuale dello strumento, che al momento coinvolge in Italia 3177 istituti, con un impegno annuo limitato ad un centinaio di ore, (con risultati peggiori al sud e primato negativo in Basilicata con appena 74 ore all'anno) decisamente poche per poter parlare di un vero e proprio apprendimento all'interno dell'azienda.
"Eppure la strada è questa - aggiunge Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco - perché l'obiettivo finale per noi è sempre e comunque quello di trovare per i giovani un posto di lavoro: avvicinare i giovani alle imprese significa offrire maggiori chance e magari non costringerli ad emigrare". "In apparenza si tratta di cose semplici - aggiunge Marco Campanari, presidente della Fondazione Badoni - che tuttavia non si riescono a realizzare. Per noi si tratta di formazione sul campo, che dovrebbe avere pari dignità rispetto alle ore di lezione".
Altra difficoltà in Italia è quella di impostare un percorso che abbia una sua continuità: il 51,1% dei programmi di alternanza scuola-lavoro si sviluppa infatti nell'ambito di un percorso annuale, solo l'11,1% abbraccia un triennio di studi.
Tra gli ostacoli principali allo sviluppo dello strumento vi è la difficoltà delle scuole nel rivedere l'organizzazione degli orari, fondamentale per prevedere l'uscita degli studenti e la loro presenza in azienda: solo il 22,1% delle scuole lo fa, il restante 77,9% non modifica nulla.

Luca Orlando
Ilsole24ore.com





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