La pazienza è finita: andate in pace
Data: Martedì, 11 febbraio 2014 ore 08:15:00 CET
Argomento: Opinioni


Lettera aperta al Presidente della repubblica italiana da parte di una Insegnante del '52
Da Italiana, da insegnante, da anziana e da giornalista, reputo questa lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, degna di essere letta da lui e degna di una riflessione sulle tante situazioni drammatiche in cui l'Italia attuale fa vivere i suoi cittadini. Tanto anche in base al fatto che occorre lasciare spazio alle realtà italiane che altrimenti non riuscirebbero a raggiungere la cronaca. Occorre che i nostri politici si rendano conto che una buona parte degli Italiani è davvero stanca di essere governata in modo da fare sì che la ricchezza di una nazione sia nelle mani di pochi, così come il potere. La pazienza è finita, andate in pace.

Bianca Fasano

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Portici, 10 febbraio 2014

Al Sig. Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
ROMA
Esimio Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano,
sono Veneruso Agnese, nata ad Ercolano (NA) il 3/03/1952, residente a Portici (NA), in Via Emanuele Gianturco n.21.
Le scrivo perché vorrei condividere con Lei (che "avverto" come persona di famiglia con la quale si può parlare di tutto) il mio stato d'animo contro la classe politica (Lei mi dirà "e qual è la novità!": le rispondo "nessuna", ma sento di doverlo fare).
Dunque: insegno nella Scuola elementare dall'1 ottobre del lontano 1973, di ruolo, come vincitrice di concorso magistrale. A marzo prossimo compirò 62 anni, quindi conto che questo, in corso, sia il mio quarantunesimo anno di servizio, eseguito sempre senza soste e senza interruzioni, in quanto non mi sono mai sposata, non ho avuto figli e sono stata sempre in servizio anche da ammalata!
Povera scema !! Mio padre, buonanima, mi diceva sempre: "Guarda che lo Stato non ti premierà!" Parole sante!!
Sì, perché lo Stato, non solo non mi ha premiato, ma mi ha rimandato sicuramente di due volte il collocamento a riposo, e forse anche tre.
Mi spiego: la prima volta sarei dovuta andare a 57 anni di età e 35 anni abbondantissimi di servizio, ma ...ci fu la Riforma Maroni, che mi "costrinse" ad aspettare il raggiungimento dei fatidici 60 anni, conseguiti i quali nel 2012, quando "avrei dovuto smettere di lavorare" il primo settembre subentrò la Riforma Monti-Fornero, della quale (dico della Fornero) lì per lì non seppi spiegarmi le lacrime, poi (però) capii!!
Codesta riforma mi "costringeva" a rimanere ancora tre anni in servizio fino al primo settembre del 2015. E qui subentrerà, spero di no, il terzo rinvio, ma Le comunico che le circolari a riguardo che sono arrivate a scuola (Istituto Comprensivo "Ungaretti" di Ercolano) da qualche giorno, non sono per niente chiare, nessuno ci capisce nulla:
sembra però che io debba andare in pensione nel 2016, oltretutto con lo stesso stipendio bloccato da diversi anni e con circa 1.000 euro di ritenute.

Cosa dirLe, caro mio Presidente: ho presentato anche ricorso e ci è stato fatto fare anche un sondaggio (che "sembrava" democratico) per conoscere la nostra volontà.
Come non detto ... Non è servito a niente!!
Sono molto molto arrabbiata! E i motivi per i quali sono arrabbiata sono tantissimi, ma sarò breve;
Lei ha già tanti problemi e tante responsabilità: sono stanca! Sono stanca di lavorare, di mantenere un ritmo obbligato che ormai non reggo più, della mia vita e dei tanti lutti che mi hanno colpita, sono stanca perché i giovani non hanno futuro, perché l'Italia non ha futuro!!
Sarebbe molto più semplice inserire i giovani precari nel mondo del lavoro e collocare a riposo i vecchi e stanchi lavoratori, che non riescono a tenere più il passo con i tempi!
Ma certo, lo so, costerebbe molto di più ... e come farebbero i nostri politici, la "Casta", ad essere così immensamente privilegiata, a godere delle pensioni e degli stipendi d'oro! Alla povera gente che non sa nemmeno come sbarcare il lunario, non è consentita nemmeno una "catenina in oro" anzi, semmai la vende per etc. etc. etc.

Concludo, gentile Presidente, facendoLe una piccola confidenza: oggi nientedimeno devi "sperare" di diventare anziano, devi sperare che passino in fretta gli anni per poter accedere alla condizione di collocamento a riposo, ma poi, diventata ormai così anziana, forse anche settantenne, e già io non sono una sessantaduenne d'assalto, ti tocca andare di qua e di là per cercare di risolvere "il" e "i" problemi che affliggono l'Italia. Povera Italia !!!
Le comunico che semmai volesse in qualche modo darmi una risposta, io sono la negazione dell'informatica: questo è uno dei tantissimi motivi per cui non mi sento più a mio agio nella scuola. So solo usare benino il cellulare. Allora Le invio i numeri di cellulare e di casa e le invio l'indirizzo e-mail di una mia amica.

P.S. A proposito, i miei amici dicono che non devo essere triste e depressa ...!
Lei, dall'alto della sua "statura morale ed intellettuale" mi sa dire perché non dovrei esserlo? E qui potrei scrivere un libro perché il mio Stato, con tutte le sue ingiustizie, mi deprime!
Con stima e molta simpatia, La saluto e La ringrazio.

Agnese Veneruso





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