Corte Europea dei diritti dell’uomo – Sentenza Montalto del 14 gennaio 2014
Data: Lunedì, 10 febbraio 2014 ore 08:30:00 CET
Argomento: Giurisprudenza


Lo Stato Italiano non può più ignorare ciò che è accaduto a 70.000 lavoratori italiani della scuola, gli ATA-ITP che nel lontano gennaio 2000 transitarono allo Stato, a malincuore, perché costretti dalla l. 124/99 che all’art, 8  prometteva di riconoscere loro tutta l’anzianità maturata nell’Ente Locale di provenienza, garantendo,  quindi, ad essi l’equiparazione ai colleghi dello Stato, rispetto ai quali avevano, comunque e da sempre svolto le stesse mansioni e compiti anche se alle dipendenze di due Amministrazioni Pubbliche diverse.
Ebbene dopo una scellerata alleanza Governo-Sindacati  protrattasi per  14 anni durante i quali si sono orchestrate le più turpe trame tese da tutti i governi che si sono succeduti (Prodi, D’Alema, Berlusconi, Monti, Letta ) finalizzate ad affossare le legittime speranze ed aspettative  di questi sfortunati lavoratori, continuano a pervenire, dalle Grandi Corti della Giustizia Europea, a cui si sono visti costretti rivolgersi per dei diritti in Italia negati,  pesanti condanne  per lo Stato Italiano.

Sono diverse ormai le Sentenze con le quali “il Giudice di Berlino” ricorda allo Stato Italiano, ed ai sindacati che hanno taciuto, girandosi dall’altro lato per non vedere e tappandosi le orecchie, che certi comportamenti vergognosi e squallidi sono degni dei paesi del terzo mondo e non certo di un paese che si vuole definire a tutti i costi “Europeo”.
Infatti, con la sentenza Montalto la Cedu ha rafforzato quanto già enunciato nella sentenza Agrati sulla violazione dell’art.6 della Convenzione, rigettando tutti gli argomenti del Governo italiano. Secondo la Corte europea non vi era alcuna necessità di una norma interpretativa che andasse a ridurre il contenzioso, che anzi è stato alimentato, non vi erano ragioni imperiose di carattere generale per giustificare a distanza di oltre cinque anni la modifica dell’art.8 della legge n.124/1999 che riconosceva la piena anzianità di servizio e professionale al personale ATA transeunte, perché non vi era alcun vide juridique, nessun vuoto normativo da colmare, ma solo gli interessi “egoistici” dello Stato (e dell’Avvocatura erariale) da tutelare contro i sacrosanti diritti degli ATA-ITP ex EE.LL.
Insomma, la Corte di Strasburgo con la sentenza Montalto ha espresso con durezza le stesse valutazioni di censura agli abusi dello Stato italiano sulle regole e sui processi e alla slealtà nei rapporti con le Corti sovranazionali.

Lo Stato italiano “di diritto” dovrà prendere atto di queste posizioni delle Corti europee e cominciare a ricostruire le fondamenta della tutela dei diritti fondamentali, coniugandole con le reali esigenze della finanza pubblica, senza inventarsi nuove manipolazioni o cattive interpretazioni della giurisprudenza comunitaria e/o convenzionale.
Per questo motivo la C.E.D.U. ha dichiarato la violazione dell’art. 6 § della Convenzione  essendo stato non garantito   il diritto dei lavoratori interessati all’equo processo.
Ancora più deludente e squallido è il comportamento  dei nostri governanti , i quali, alla luce delle molteplici sentenze di condanna, che riconoscono  a questi lavoratori di essere stati vittime di una trama ordita dallo Stato Italiano, preferiscono non  vedere pur di non  affrontare la situazione e non voler  ammettere gli errori commessi. A questo punto alle  migliaia di lavoratori Italiani ATA-ITP, padri di famiglie e , con  alla gola “il cappio” rappresentato  dalla restituzione “coatta” imposta dalle Ragionerie Provinciali dello Stato,  ancora attivate,  nonostante le “SENTENZE EUROPEE”, di condanna allo Stato Italiano per il trattamento subìto, non resta che  rivolgersi, ancora una volta ,  in massa ai tribunali. È esattamente quello che sta avvenendo, dopo l’abdicazione ed il voltafaccia dei rappresentanti politici-sindacali con l’effetto finale che, dato i tempi della giustizia, lo Stato andrà incontro a colossali  esborsi che inevitabilmente  finiranno con il gravare sulle spalle delle future generazioni. A tale riguardo si pensi che solo per 124 lavoratori la Corte di Giustizia Europea con la sentenza Agrati del 08/11/2012 ha condannato l’Italia a sborsare 1, 8 milioni di euro.

Bene farebbero i governanti italiani a comportarsi “responsabilmente” cercando di intavolare un discorso  con i rappresentanti di questi lavoratori per trovare una soluzione che blocchi da subito le ingiuste restituzioni coatte, attuate dalle Ragionerie dello Stato, e, trovare responsabilmente una soluzione ricordandosi che delle “scuse” da parte dello Stato Italiano sono dovute a questi lavoratori invece di  continuare a trattarli  come “lebbrosi”.
E’ passata la prima Repubblica,….è ormai moribonda  la seconda …..ma i comportamenti dei nostri politici e sindacalisti con il loro silenzio assordante sono sempre più deludenti.
Il Comitato sapendo di interpretare e rappresentare le istanze di migliaia di lavoratori è impegnato nel premere per chiedere incontri Istituzionali con i Presidenti delle Commissioni Cultura e Lavoro ed organizzare contemporaneamente la ripresa dei  giudizi legali

Allegati:
- Sentenza Corte Europea dei Diritti Umani agrati del 7 giugno 2011
- SENTENZA  DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA – ATA Scattolon (Ricorso C-108/10)
- SENTENZA AGRATI  8 novembre 2012  con la tabella dell’equo indennizzo
- Sentenza CEDU del 14 gennaio 2014, affaire Montalto e altri v. Italia IN FRANCESE
- Sentenza De Rosa e altri contro Italia (AFFAIRE DE ROSA ET AUTRES c. ITALIE  11 dicembre 2012
- CEDU-Sentenza Montalto del-14-gennaio-2014 Il testo in italiano è  frutto di una prima traduzione non ufficiale (dunque con possibili refusi)

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