Carnevale in Sicilia - Sciacca batte Venezia
Data: Domenica, 09 febbraio 2014 ore 13:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Può il
Carnevale di Sciacca battere quello di Venezia? La risposta la daranno
i viaggiatori che quest’anno decideranno di puntare la bussola a sud,
invece che a nord. L’esperimento vale la pena, visto che quello di
Sciacca, cittadina siciliana in provincia di Agrigento, ha davvero una
tradizione più che illustre (vedi articolo correlato). Ecco allora
qualche cenno per chi decidesse di celebrare qui questa festività:
intanto, come dimostrano le grandi fondamenta sicane e le iscrizioni
fenicie (Tucidide fa risalire al VII secolo a. C. il castello di Terme
Selinuntine), c’è da dire che l'antica città non sorgeva qui ma nella
valle formata dal Monte Nadore e dal Monte San Calogero, cioè a sei
chilometri dall'odierna Sciacca. Ci sono inoltre testimonianze di
scheletri umani e di massi intagliati come sedie o letti che
testimoniano l’esistenza di insediamenti fin dalla preistoria (si
visiti la Grotta Stufa, sulla vetta del Monte Cronio, oggi Monte san
Calogero, dove sono state ritrovate anche ceramiche del periodo fra
l'età della pietra e quella del bronzo). Di molto antico c’è poi un
vulcano attivo: sorge a 26 miglia marine dalla costa, quasi affiorante
(sul cosidetto banco di Graham), ed è storicamente noto per avere
eruttato, nel 1831, una piccola isola, Isola Ferdinandea, inabissatasi
dopo tre mesi proprio mentre i britannici e i Borboni se la stavano
litigando. Una volta arrivati a Sciacca, si può subito fare una
passeggiata anche senza mappa per la città visto che è piena di
monumenti, chiese e palazzi di grande interesse culturale, storico ed
artistico. Il castello dei conti Luna, ad esempio, del 1380, era un
complesso enorme e anche se oggi rimane poco da vedere la suggestione
dei resti della cinta muraria, della torre grande e di quella
cilindrica, e del Palazzo del Conte è grande. Pure del Castello Vecchio
sono rimaste poche tracce, mentre molti palazzi sono ben conservati:
decisamente interessanti Palazzo S. Giacomo Tagliavia del XV secolo
(bellissime le facciate in stile impero sul Corso Vittorio Emanuele e
quelle in stile neogotico su Piazza S. Fricia), Palazzo Arone di
Valentino del XIX secolo, Palazzo Perollo del XV secolo e Palazzo
Steripinto del XVI secolo, bell’esempio d'arte spagnola. Ma anche
Palazzo Ventimiglia del XV secolo, il neoclassico Palazzo
Bertolino-Tommasi, Palazzo Inveges del XVII secolo, e Palazzo Ragusa
del XVIII secolo. E poi le numerose torri: Torre Campanaria del 1550, a
due passi dalla Chiesa di San Michele, la Torre medievale e la Torre
del Pardo. In piazza Duomo c’è poi la Casa Museo Scaglione, con le
famose ceramiche, oltre naturalmente alla Chiesa di Maria SS. del
Soccorso fondata dalla figlia del conte Ruggero. Merita anche il bel
Palazzo Manno, residenza settecentesca della nobile casata, dal XX
secolo un albergo stupendo. Anche le chiese sono una più bella
dell’altra: da non perdere la Chiesa barocca di San Domenico e il suo
Convento, del 1176 e del 1742, e la cinquecentesca Cappella di San
Giorgio dei Genovesi, costruita dai mercanti di Genova per i loro
affari. Ma anche la Chiesa del Carmine, che incorpora la Chiesa del
Salvatore, la seicentesca Chiesa dello Spasimo di Corso Vittorio
Emanuele (nel Convento c’è il Cortile del Palazzo Fazzello, bellissimo)
e la Chiesa di San Michele (con crocifisso del Quattrocento, due
acquasantiere, una scultura ed un polittico del Cinquecento ed una
statua seicentesca in legno di San Michele). Nella stessa piazza c’è
anche la Chiesa di Santa Maria dell'Itria ed il suo monastero. In
Piazza Carmine si trova poi la Chiesa di Santa Margherita voluta da
Eleonora d'Aragona, sconsacrata e utilizzata per mostre, convegni e
concerti (l'ingresso principale è catalano, l’interno invece è
barocco), mentre nella Chiesa del Collegio, ristrutturata nel Seicento,
si può ammirare un affresco di Domenico Domenichino e una Madonna di
Michele Blasco. La più importante però è la Chiesa di Santa Maria delle
Giummare, con le sue torri merlate e, all'interno, la cinquecentesca
Cappella della Madonna delle Grazie. Appena fuori Sciacca invece c’è il
cosiddetto Castello Incantato: sono magnifiche teste scavate e
scalpellate nella roccia da Filippo Bentivegna, un artista contadino
dell’Ottocento: raffiguravano visi di persone note e non, ma lui
metteva un nome a tutti perché, nella sua fantasia, rappresentavano i
sudditi del regno di cui era il Signore (alcune sono al Museo dell'Art
Brut di Losanna). Altra tappa originale sono le Stufe naturali del
Monte Cronio, un antiquarium con le testimonianze neolitiche ritrovate
nelle grotte di San Calogero, e il Santuario di san Calogero, con una
ricca decorazione barocca, la Statua cinquecentesca di A. G. Gagini.
Infine le famose ceramiche D.O.P.: le note maioliche sono
gettonatissime anche all’estero e vengono considerate spesso opere
d’arte. Piatti, vasi, anfore, statue, piastrelle sono visibili in giro
per la città nelle botteghe artigiane del centro. Anzi si pensa che i
forni antichi recentemente scoperti già cocessero le ceramiche e si
tende a datare la nascita di quest’arte anche prima del Trecento (le
numerose fornaci sono anche la testimonianza che la ceramica di Sciocca
dominava i mercati della Sicilia occidentale e veniva anche esportata
altrove). In particolare, soprattutto nel XVI secolo, molti monumenti
furono decorati con le mattonelle di Sciacca.
Eugenia Romanelli
Ansa.it
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