Nel 150esimo
anniversario della sua nascita, Edvard Munch è celebrato in tutto il
mondo e anche l’Italia rende omaggio al sublime artista norvegese con
un’imperdibile retrospettiva che si terrà a Palazzo Ducale di Genova
fino al 27 aprile 2014.
Promossa dal Comune di Genova e dal Palazzo Ducale Fondazione per la
Cultura, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e 24
ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e curata da Marc Restellini – direttore
della Pinacoteca di Parigi – che alle fobie del maestro ha già dedicato
nel 2010 la mostra parigina Edvard Munch ou l’Anti-Cri. “Realizzare
questa mostra proprio nell’anno delle celebrazioni e con le enormi
difficoltà legate ai prestiti di Munch è stato un miracolo.” –
dichiarano gli organizzatori – “La scommessa è stata altissima, ma
vedremo opere straordinarie, concesse dai più importanti collezionisti
di Munch”.
“Munch dipinge ciò che vede – racconta Marc Restellini – ma oltre le
proprie paure ha anche una nuova visione dell’arte che è pura
avanguardia e in questa mostra saranno esposte le sue opere più belle,
sentite, amate e sofferte”.
Per questo motivo l’esposizione di Palazzo Ducale è allo stesso tempo
rappresentativa del percorso artistico ed esistenziale di Munch, ma
anche testimonianza del passaggio da un naturalismo di stampo
impressionistico a una pittura nuova e audace che contribuisce in
maniera determinante a sconvolgere tutta l’arte del XX secolo.
La mostra racconta quindi, come scrive il curatore Marc Restellini,
come Munch sia un ”artista che potremmo in qualche modo considerare il
contrario di tutto ciò che esisteva fino ad allora. Munch si oppone
deliberatamente a ciò che vede e conosce. In una logica quasi
anarchica, si mette in contrasto con l’impressionismo, il simbolismo,
il naturalismo per inventarsi una forma di espressione artistica in
rivolta contro tutto ciò che sin dalla sua infanzia gli è stato
presentato come regola sociale”.
“È sorprendente scorgere così presto nella storia dell’arte moderna un
artista capace di staccarsi da tutte le convenzioni alle quali ci
avevano abituati gli artisti e i movimenti precedenti; ed è prodigioso
notare sin dagli anni Ottanta dell’Ottocento come Munch si accanisca
sugli strati di colore, vederlo letteralmente solcare la superficie
pittorica o lasciare le sue tele esposte alla pioggia e alla neve,
trasferire fotografie e fotogrammi di film muti all’interno dei suoi
dipinti e dei suoi lavori grafici. Stupefacente è anche l’audacia con
cui sopprime i confini tra i supporti e le tecniche, nelle sue
incisioni, sculture e fotografie, come nei suoi quadri, collage e film.
Munch s’iscrive nella linea di William Turner e di Gustave Courbet, è
l’anello mancante della catena che unisce artisti come Pablo Picasso,
Georges Braque, Jean Dubuffet e Jackson Pollock nella storia del
modernismo.” conclude il curatore.
Il percorso espositivo renderà conto della variegata produzione
dell’artista, tra il 1880 e il 1944, con molteplici opere (olii,
tempere, pastelli, litografie, xilografie) riunite grazie a un
minuzioso e particolarmente difficile lavoro di ricerca e prestiti
dalle più importanti raccolte private del mondo, che offrirà la
possibilità di vedere opere solitamente inaccessibili al grande
pubblico.
www.mostramunch.it