La giustizia è veramente uguale per tutti? La Consulta ha dichiarato legittimo il blocco degli scatti stipendiali dei ricercatori universitari
Data: Mercoledì, 05 febbraio 2014 ore 06:45:00 CET
Argomento: Opinioni


Gentile Direttore,
in qualità di difensore di fiducia di un numeroso gruppo di ricercatori dell'Università di Bari, due anni fà avevo rappresentato in giudizio le loro legittime rimostranze impugnando innanzi al TAR Puglia una norma della Finanziaria del 2010 che prevedeva a loro sfavore il blocco degli scatti stipendiali e la conseguente progressione in carriera per un triennio (poi diventato un quadriennio).
La questione era stata inizialmente rimessa dai giudici amministrativi pugliesi con una illuminante e ben motivata ordinanza alla Corte Costituzionale per la sospetta incostituzionalità della norma che penalizzava pesantemente, per esigenze straordinarie ed urgenti di "cassa" dello Stato, una specifica categoria di lavoratori.
I primi di novembre del 2013, per la prima volta nella mia vita professionale, sono entrato nel Palazzo della Consulta molto emozionato ma al tempo stesso orgoglioso di poter difendere innanzi alla Corte Costituzionale i diritti di un gruppo di ricercatori che con il loro quotidiano lavoro e sacrificio contribuiscono alla crescita del livello qualitativo e della ricerca delle nostre università e allo sviluppo economico del nostro paese, una categoria già vessata e spesso sottopagata rispetto al ruolo ed all'impegno profuso.

Speravo tenacemente di poter restituire ai ricercatori un po' della loro dignità professionale, ottenendo la declaratoria di illegittimità della norma. La mia fiducia in un esito positivo era confortata da una sentenza della stessa Consulta di appena un anno prima (la n.223/2012) con cui i Giudici avevano dichiarato l'incostituzionalità della stessa identica norma nella parte in cui prevedeva l'applicazione del medesimo blocco degli scatti stipendiali nei confronti della categoria dei magistrati. Le nostre difese avevano puntato molto su questo aspetto, vista l'identità delle censure e dei vizi di incostituzionalità rilevati dal Tar Puglia, ma pochi giorni fà la Corte Costituzionale sorprendentemente con la sentenza n. 310/2013 ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale, ritenendo quindi corretto il comportamento dello Stato che anziché agire con incisività sull'evasione fiscale per risolvere la crisi economica del paese o applicare norme impositive uguali per tutti i lavoratori pubblici, preferisce mettere le mani delle tasche solo dei ricercatori universitari.

Quello che più sorprende in tale decisione, però, è il cambio di rotta della Consulta ad appena un anno dalla decisione assunta sull'identica questione relativa al blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo per i magistrati, ritenendo giusto e legittimo un trattamento differenziato fra le due categoria di lavoratori, in quanto a suo dire la precedente sentenza aveva "messo a riparo la magistratura da qualsiasi forma di interferenza, che potesse, sia pur potenzialmente, menomare l'autonomia e lindipendenza". Sia ben inteso, massimo rispetto per l'autonomia della magistratura che svolge un ruolo importantissimo nel nostro paese ed onore all'impegno di tanti bravi magistrati sempre in prima linea, ma onestamente sarà difficile spiegare ai miei assistiti cosa c'entra l'autonomia della magistratura con il blocco per tre anni del loro aumento di stipendio e perché tale principio non vale anche per i ricercatori, così come sarà difficile spiegare perché in questo paese si riesce, invece, sempre a giustificare l'utilizzo di due pesi e due misura, sopratutto quanto si tratta di soldi!

Mio Padre, che per mia fortuna è stato anche il mio Maestro, mi ha insegnato che bisogna sempre rispettare ed accettare le sentenze, e così farò anche questa volta seppur con amarezza, così come continuerò ad avere fiducia nella giustizia, ma un domani difficilmente suggerirò ai miei figli di fare questo mestiere perché così diventa veramente impossibile difendere i diritti dei cittadini visto che la giustizia non è "proprio" uguale per tutti, e se invece vorranno fare i ricercatori universitari gli suggerirò di andare a lavorare all'estero!

Avv. Massimo Vernola
massimovernola@tiscali.it





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